Papa Francesco all’istituto Serafico: accogliere i disabili è civiltà

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Lunedì scorso papa Francesco ha ricevuto in udienza nell’Aula Paolo VI dell’istituto Serafico di Assisi, in occasione dei 150 anni dalla Fondazione, che è un ‘fiore all’occhiello’ come aveva affermato mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Gualdo Tadino-Nocera Umbra e Foligno, nello scorso maggio durante la consegna del premio ‘Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per un’economia della fraternità’:

“Quando, nel lontano 1871, san Ludovico da Casoria sentì una chiamata a occuparsi dell’educazione e dell’istruzione dei bambini ciechi e sordomuti, vide in loro non solo delle esistenze ferite da soccorrere, ma anche una grande risorsa per la società.

La sua era una carità non limitata all’assistenza, ma generativa, volta a valorizzare al meglio le persone, anche quelle da tanti considerate ai margini. Fu il superamento di quella che oggi papa Francesco stigmatizza come ‘cultura dello scarto’. 

Cosa che, nell’odierna sensibilità, ci sembra scontata (ma quanto, concretamente?), e che invece, all’epoca, fu una vera rivoluzione, dato che i bambini ciechi e sordomuti non avevano neppure accesso all’istruzione. Oggi quell’intuizione si è allargata a tante altre disabilità, molto più gravi, ma il concetto è lo stesso”.

Nell’udienza papa Francesco ha ricordato l’incontro avvenuto ad Assisi e la capacità caritativa del fondatore: “San Ludovico da Casoria, da vero francescano, aveva assimilato il messaggio del Padre Serafico.

Nella sua carità creativa e generosa, non ci pensò due volte quando, in un pellegrinaggio ad Assisi, pregando davanti al Crocifisso, ne ascoltò la voce che, con un triplice ‘sì’, gli confermava l’ispirazione di fondare un istituto dedicato a ciechi e sordomuti, categorie a quel tempo prive del necessario sostegno sociale.

Da allora l’Istituto Serafico ha fatto grandi passi, crescendo nella sua offerta di servizi fino ad accogliere ragazzi in stato di grave e multipla disabilità, e si è distinto per la professionalità con cui svolge la sua missione, riscuotendo un meritato plauso dalla stessa comunità scientifica”.

Ha sottolineato la missione dell’Istituto dedicata alle persone disabili: “E’ importante guardare al disabile come a uno di noi, che deve stare al centro della nostra cura e della nostra premura, e anche al centro dell’attenzione di tutti e della politica.

E’ un obiettivo di civiltà. Adottando questo principio, ci si accorge che la persona con disabilità non solo riceve, ma dà. Prendersene cura non è un gesto a senso unico, ma uno scambio di doni”.

Ed il pensiero del papa è rivolto a tutte quelle strutture che faticano a sopravvivere senza sostegni statali: “Penso a tante strutture che svolgono, come voi, questo servizio, e talvolta fanno fatica a sopravvivere o a rendere al meglio le loro prestazioni. Certamente non si può pretendere tutto dagli organi pubblici.

E’ necessaria la solidarietà di tante persone, come avviene per i vostri benefattori. Il Signore li benedica per il loro buon cuore. Ma lo Stato e la pubblica amministrazione devono fare la loro parte.

Non si possono lasciare sole tante famiglie costrette a lottare per sostenere dei ragazzi in difficoltà, con la grande preoccupazione del futuro che li attende quando non potranno più seguirli”.

Inoltre offre un pensiero alle famiglie che devono sentirsi accolte: “La logica del ‘Serafico’ è l’amore, quello che si impara dal Vangelo alla scuola di san Francesco e di san Ludovico; l’amore che sa leggere negli occhi o nei gesti, anticipa i desideri, non si arrende di fronte alle fatiche, trova ogni giorno la forza di ricominciare, e gioisce di ogni pur minimo progresso della persona assistita.

La vita è sempre bella, anche con poche risorse. Talvolta sa sorprendere. So che i vostri ragazzi sanno fare tante cose, diventando piccoli artisti di teatro, di radio o di pittura. Un loro sorriso ripaga di ogni fatica”.

Ha concluso plaudendo alle due iniziative portate avanti dall’Istituto: “Ho saputo che in questi anni l’iniziativa che allora mi avevate annunciato, di fare della vostra Cappella un luogo di adorazione eucaristica permanente, è andata avanti, fino a che l’emergenza Covid non l’ha sospesa. Adorare Gesù nell’Eucaristia e ‘ascoltare’ le sue piaghe nei più deboli, come vi dissi nel 2013, è diventato il vostro programma…  

Nel vostro Istituto si è anche sviluppata una scuola socio-politica, per stimolare la società a ripensarsi a partire dagli ultimi. Questa scuola si inserisce bene nel quadro dell’iniziativa Economy of Francesco, contribuendo a rinnovare l’economia nella giustizia e nella solidarietà. Cari fratelli e sorelle, andate avanti, sulle orme dei Santi. Che il vostro lavoro abbia sempre il sapore e la letizia della missione”.

(Foto: Santa Sede)

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