Papa Francesco ai giuristi: tutelate i deboli

Condividi su...

Nella Giornata mondiale dei diritti umani, papa Francesco ha ricevuto in udienza i membri dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani in occasione del 70^ Congresso nazionale di studio organizzato dall’Ugci sul tema ‘Gli ultimi. La tutela giuridica dei soggetti deboli’, che si è svolto all’Istituto Patristico Augustinianum ed all’Università Lumsa fino a sabato 11 dicembre.

Papa Francesco ha chiesto loro di proteggere le categorie più fragili, ritornando alle immagini della visita a Lesbo: “Ho ancora negli occhi e nel cuore le esperienze vissute nel recente Viaggio Apostolico a Cipro e in Grecia…

Eppure, quanto siamo distanti da questo rispetto! Soprusi, violenze, negligenze, omissioni non fanno altro che aumentare la cultura dello scarto. E chi non ha tutele verrà sempre messo ai margini.

A voi, come giuristi cattolici, è chiesto di contribuire ad ‘invertire la rotta’, favorendo, secondo le vostre competenze, la presa di coscienza e il senso di responsabilità. Perché anche gli ultimi, gli indifesi, i soggetti deboli hanno diritti che vanno rispettati e non calpestati. E questo è un richiamo intrinseco alla nostra fede. Non è una ‘moralina’ di passaggio: è un richiamo intrinseco alla nostra fede”.

Ritornando alle parole del profeta Isaia il papa ha sottolineato che il Messia ama il diritto e la giustizia: “E Gesù Cristo, nella sua missione terrena, si è rivolto con tutto sé stesso agli ultimi, per guarirli e annunciare loro la buona novella del Regno di Dio”.

Questo è il compito dei giuristi: “Mai come in questi giorni, in questi tempi, i giuristi cattolici sono chiamati ad affermare e tutelare i diritti dei più deboli, all’interno di un sistema economico e sociale che finge di includere le diversità ma che di fatto esclude sistematicamente chi non ha voce.

I diritti dei lavoratori, dei migranti, dei malati, dei bambini non nati, delle persone in fin di vita e dei più poveri sono sempre più spesso trascurati e negati in questa cultura dello scarto. Chi non ha capacità di spendere e di consumare sembra non valere nulla.

Ma negare i diritti fondamentali, negare il diritto a una vita dignitosa, a cure fisiche, psicologiche e spirituali, a un salario giusto significa negare la dignità umana. Lo stiamo vedendo: quanti braccianti sono ‘usati’ per la raccolta dei frutti o delle verdure, e poi pagati miserabilmente e cacciati via, senza alcuna protezione sociale”.

Rievocando il beato Livatino il papa ha sottolineato che la tutela dei diritti rende umano: “Riconoscere in linea di principio e garantire in concreto i diritti, tutelando i più deboli, è ciò che ci rende essere umani. Altrimenti ci lasciamo dominare dalla legge del più forte e diamo campo libero alla sopraffazione.

Per questo motivo, il riconoscimento dei diritti delle persone più deboli non deriva da una concessione governativa. No. E i giuristi cattolici non chiedono favori a nome dei poveri, ma proclamano con fermezza quei diritti che derivano dal riconoscimento della dignità umana”.

Questo è il ruolo del giurista cattolico: “Il ruolo del giurista cattolico, in qualsiasi ruolo operi, come consulente, avvocato o giudice, è quindi quello di contribuire alla tutela della dignità umana dei deboli affermando i loro diritti. In questa maniera egli o ella contribuisce all’affermarsi della fraternità umana e a non deturpare l’immagine di Dio impressa in ogni persona”.

Infine un richiamo al card. Dionigi Tettamanzi, che “amava ripetere che ‘i diritti dei deboli non sono diritti deboli’. A voi, in maniera particolare, il compito di affermarli con fermezza e di tutelarli con sapienza, cooperando a costruire una società più umana e più giusta”.

(Foto: Santa Sede)

Free Webcam Girls
151.11.48.50