Avvento: 3^ Domenica della gioia

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‘Rallegrati, figlia di Sion…’: così si esprime il profeta Sofonia, mentre l’apostolo Paolo esorta: ‘Fratelli, siate sempre lieti nel Signore!’; questa è la terza domenica detta ‘Laetare!’, domenica della gioia. Siamo ormai vicini al Natale, quando ricorderemo la venuta storica di Gesù, vero Dio e vero uomo, la sua nascita a Betlemme di Giudea.

Protagonista rimane ancora Giovanni Battista, il battistrada del Messia, che indica concretamente  come preparare la via del Signore, come raddrizzare i sentieri, cosa significa veramente ‘convertirsi’.

Le folle accorse interrogavano Giovanni: cosa dobbiamo fare?  Giovanni risponde in modo chiaro: condividere i beni con i poveri, praticare la giustizia, rispettare tutti. Nel deserto Giovanni si era presentato agli occhi della folla e dei Capi del popolo con una pelle di cammello che lo avvolgeva; suo cibo erano le locuste selvatiche e  quanto poteva spontaneamente offrire il deserto.

La soluzione che prospetta Giovanni per una vera conversione non è quello di rinunciare ad essere uomini o donne; neppure a ritirarsi nel deserto e vestirsi con pelle di cammello, non dice: fate come faccio io, ma, come dicevano gli antichi saggi: ‘age quod agis’ (fai bene quello che fai), compi onorevolmente il tuo ruolo nella famiglia e nella società. Dio non richiede miracoli da nessuno né cose straordinarie, ma tu, uomo, sii sempre fedele al tuo ruolo di uomo creato ad immagine di Dio.

Dio è amore: allora ama, conforme alla tua natura e alla tua dignità, Dio con tutto il cuore e il prossimo come te stesso. Non fare, perciò, dell’egoismo il criterio del tuo agire (chi ha due tuniche, ne dia una a chi ne è privo, chi ha da mangiare oltre il necessario, condivida con chi ne è privo e muore di fame). Non è il rito del Battesimo che ti purifica e neppure l’appartenenza al popolo di Dio.

Cosa serve purificarsi nell’acqua del fiume Giordano se, poi, il tuo cuore è duro, egoista, superbo? Sei figlio di Dio? allora  sii misericordioso; ti vanti di avere Abramo come padre, allora compi le opere di Abramo.  

Non approfittare del tuo ruolo, della tua posizione per arricchirti ingiustamente, ma ama il tuo prossimo e non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. La vita di tutti i giorni diventi il luogo privilegiato dove incarnare lo stile evangelico: l’amore. 

Qualunque sia il tuo ruolo dove vivi ed operi, quello è il luogo privilegiato per dimostrare il tuo amore verso Dio e i fratelli. Anche i soldati interrogavano Giovanni. Cosa dobbiamo fare? E Giovanni: non maltrattare, non estorcete niente a nessuno, accontentatevi delle vostre paghe.  Giovanni esorta a compiere opere di misericordia; queste, infatti, sono la misura della nostra vera conversione.

Un cuore pentito si vede e si misura di come e di quanto è capace di essere caritatevole, soccorritore, e benefattore del prossimo. Ami veramente se hai il coraggio di prendere per mano chi ha veramente bisogno. La violenza non trova mai giustificazione da qualunque parte è effettuata. La dignità della persona viene prima della legge, la legge è a servizio dell’uomo e non viceversa.

L’amore e solo l’amore genera la gioia. Solo chi ama ed è riamato sperimenta la vera gioia. La gioia del cristiano è la gioia del sabato che prelude la domenica. Questa è la domenica della gioia perché prelude il Natale ormai vicino, la venuta di Gesù. Dove c’è Gesù, c’è sempre la vera gioia. Ecco perché l’apostolo Pietro scrive: “siate ricolmi di gioia, anche se oggi siete afflitti da varie prove (1 Pt. 1, 3-4).

La folla chiede allora a Giovanni: tu chi sei?  Sei il Messia che aspettiamo? Perché battezzi?  E Giovanni risponde a tutti: “Io battezzo con acqua, ma viene colui che è più forte di me, a cui io non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire l’aia e raccoglierà il frumento nel suo granaio, la paglia sarà bruciata con un fuoco inestinguibile”.

E’ il messaggio che riguarda la seconda venuta. Il Battesimo di Gesù non si limita a perdonare i peccati, come quello di Giovanni, ma trasforma l’uomo, lo innesta a Cristo, imprime il carattere di figli di Dio.

I battezzati costituiscono una umanità nuova, grazie all’opera dello Spirito santo, che ci costituisce ‘figli di Dio’ per cui noi preghiamo, come ci ha insegnato Gesù, ‘Padre nostro che sei nei cieli’; se Padre nostro, noi siamo figli e fratelli e lo dimostriamo con l’amore che è perdono e misericordia.

La predicazione di Giovanni è perciò stimolatrice di un impegno da attuare per cui l’apostolo Paolo esorta: ‘Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza presentate a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti’. 

Ecco, amico/a che ascolti o leggi, sei frumento di Cristo o sei pula da bruciare?: è questione di scelta, è questione di conversione; Dio vuole tutti salvi ma rispetta la libertà di scelta di ciascuno. Allora… è tempo di presa di coscienza, di vera conversione da operare oggi! Domani potrebbe essere troppo tardi.

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