Il Real Circolo Francesco II di Borbone ha celebrato a Napoli la Solennità dell’Immacolata Concezione, antica festa nazionale del Regno delle Due Sicilie. Il Messaggio di S.A.R. il Duca di Calabria

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Mercoledì 8 dicembre 2021, in occasione della Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, antica Festa Nazionale del Regno delle Due Sicilie, presso la Chiesa di Santa Maria di Materdei, nella Piazzetta Materdei, rione Materdei a Napoli, si sono svolte le commoventi celebrazioni in onore dell’Immacolata, Regina e Patrona dell’Ordine Francescano e del Regno delle Due Sicilie.

Al termine della Santa Messa è stato dato lettura del Messaggio inviato dal Presidente Onorario del Real Circolo, S.A.R. il Duca di Calabria, che conclude: «Oggi essere vicino a chi soffre, a chi ha bisogno rappresenta l’interpretazione esatta dello spirito cavalleresco, la rinuncia a possedere, a donare al prossimo senza che la nostra vita ne soffra. Io e la mia famiglia ci stringiamo idealmente a voi, ci uniamo a questa iniziativa del Real Circolo di sostenere il banco alimentare di Santa Maria di Materdei, alle vostre preghiere a Maria Immacolata, affinché il suo sguardo benevolo sia rivolto verso i sofferenti e i bisognosi e doni a noi tutti pace e la fede per affrontare le difficoltà della vita. Custodiamo la nostra tradizione con la benedizione della antica bandiera, preserviamo la cultura e l’identità per tramandarle alle generazioni future».

Con il Presidente del Real Circolo Francesco II di Borbone, il Gr.Uff. Dott. Paolo Rivelli; il Delegato della Campania, il Barone Alfredo Buoninconti; e il Segretario della Campania, il Cav. Nicola Difrenna hanno presenziato alle celebrazioni in onore dell’Immacolata: il Delegato per Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, il Nob. Don Manuel de Goyzueta dei Marchesi di Toverena; Don Salvatore Candela, Parroco di Santa Maria di Materdei; il Nob. Cav. Don Vittorio Talamo de Vargas Machuca dei Marchesi di Castelnuovo; il Cerimoniere della Delegazione della Campania, Cav. Umberto Schioppa; la Responsabile della Sezione Monti Lattari; Filomena D’Auria; l’Alfiere del Real Circolo, Andrea D’Aloia.

Particolarmente gradito è stata la partecipazione del Marchese Don Pierluigi Sanfelice dei Duchi di Bagnoli, Presidente del Corpo Internazionale di Soccorso Costantiniano e dell’Avv. Carlo Delfino e gentile consorte.

Il Corpo Internazionale di Soccorso Costantiniano Onlus nasce nel settembre 2016 dalla precedente esperienza del Corpo Nazionale di Soccorso Costantiniano, entrambi presieduti dal Marchese Don Pierluigi Sanfelice dei Duchi di Bagnoli [Soccorsocostantiniano.org e All’insegna della solidarietà Savoia e Borbone delle Due Sicilie con il Corpo Internazionale di Soccorso Costantiniano]. Ne potranno far parte, su proposta del Presidente, le Autorità Civili e Militari di alto profilo, i rappresentanti di Case Reali e i Gran Maestri di antichi Ordini Cavallereschi. S.A.R. il Principe Don Jaime di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Noto, cugino terzo del Re di Spagna e S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, Principe di Piemonte, Principe di Venezia, nipote dell’ultimo Re d’Italia, sono stati i primi due membri ascritti nel Comitato d’Onore, tra cui è appena entrato anche S.A.R. il Principe Michele di Jugoslavia.

Il Real Circolo Francesco II di Borbone, nel giorno in cui si celebra l’Immacolata Concezione, si è riunito a Napoli per invocare lo sguardo benevolo della Madre di Dio, in virtù di una antica devozione particolare da parte dei popoli, che storicamente appartenevano al suo territorio. Significativo è stata la presenza del Presidente del Corpo Internazionale di Soccorso Costantiniano, perché, come ha evidenziato il Presidente Onorario del Real Circolo, S.A.R. il Duca di Calabria nel suo messaggio inviato per l’occasione, «questo giorno dedicato alla Vergine Maria coincide con l’antica festa nazionale delle Due Sicilie e come consuetudine lo dedichiamo alla solidarietà verso il prossimo. Nel corso della 25esima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, sono stati donati 14 milioni di pasti alle persone in difficoltà».

Le celebrazioni dell’Immacolata del Real Circolo Francesco II di Borbone sono iniziate alle ore 11.30 con la preghiera e la deposizione di un omaggio floreale ai piedi della Guglia dell’Immacolata di Materdei.

L’8 dicembre 2021, Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, Il Parroco di Santa Maria di Materdei, Don Salvatore Candela, presiede la preghiera di ringraziamento e depone l’omaggio floreale alla Madonna ai piedi della Guglia dell’Immacolata nella Piazzetta Materdei a Napoli.

Dopo la preghiera di ringraziamento e l’omaggio floreale alla Madonna nella piazzetta Materdei, alle ore 12.00 è seguita la Solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta da Don Salvatore Candela, Parroco di Santa Maria di Materdei. Al termine della Santa Messa, sul sagrato della Chiesa di Santa Maria di Materdei ha avuto luogo la tradizionale cerimonia di benedizione delle bandiere storiche, in segno di riconciliazione all’Immacolata con la propria cultura e le proprie tradizioni.

L’Alfiere del Real Circolo Francesco II di Borbone, Andrea D’Aloia.

La bandiera delle Due Sicilie

La bandiera delle Due Sicilie è un patrimonio storico, culturale e identitario di grande virtù per il Meridione d’Italia e in questo momento storico, la mancanza di valori ha causato una profonda crisi nella società, con l’avanzata del deserto spirituale e culturale. Questa bandiera, lungi dall’essere un simbolo politico, è la rappresentazione dell’identità, della coesione e dell’appartenenza alla antica nazione dei popoli dell’Italia Meridionale, oggi parte fondamentale e imprescindibile dell’Italia, con un altissimo valore evocativo. Infatti in essa è racchiuso quasi un millennio di storia del Sud d’Italia e dell’Europa, il suo significato simbolico parte dagli Altavilla, passando per gli Svevi, gli Aragonesi e gli Angiò arriva attraverso i Borbone ai nostri giorni. Questa bandiera racchiude e incarna oltre al Meridione anche la storia e le radici della cultura cristiana europea, indipendentemente dal fatto che simboleggi una nazione, una regione o una città, porta con sé l’idea di un gruppo di uomini uniti dal medesimo destino. Essa diviene un potente veicolo di emozioni che suscita un sentimento di comune appartenenza e incarna i tre valori fondamentali peculiari di una comunità di persone: identità, coesione e appartenenza.

La bandiera del Regno delle Due Sicilie riporta lo stemma della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie. posto più vicino all’inferitura che non al battente. Lo stemma riporta una serie di simboli cari ai Borbone delle Due Sicilie, i simboli dei Farnese, degli Asburgo, della Borgogna, della Castiglia León, di Aragona, degli Svevi-Aragonesi, dei Medici, del Portogallo, dell’Austria, dei Borbone-Angiò, della Borgogna, della Fiandra, del Tirolo, del Brabante, del Regno di Gerusalemme, di Granata, dell’Ordine dello Spirito Santo, dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro, del Reale e Distinto Ordine Spagnolo di Carlo III, del Reale ordine di San Ferdinando e del merito, del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, dell’Ordine del Toson d’Oro.

Il Regno delle Due Sicilie era il più grande degli Stati d’Italia prima dell’unificazione italiana. Fu formato come unione del Regno di Sicilia e del Regno di Napoli e si estendeva lungo il Mezzogiorno e l’isola della Sicilia. È durato dal 1815 al 1860, quando fu annessa dal Regno di Sardegna per formare il Regno d’Italia nel 1861.

8 dicembre 2021, Solennità della Immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria, Chiesa di Santa Maria di Materdei.

Messaggio del Presidente Onorario del Real Circolo

Al termine della Celebrazione Eucaristica, il Presidente del Real Circolo Francesco II di Borbone, Gr. Uff. Paolo Rivelli ha letto il Messaggio inviato dal Presidente Onorario del Real Circolo, S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa delle Due Sicilie.

Il Presidente del Real Circolo Francesco II di Borbone, Gr. Uff. Paolo Rivelli legge il Messaggio inviato dal Presidente Onorario del Real Circolo, S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa delle Due Sicilie.

Capo della Real Casa delle Due Sicilie

Madrid, 8 dicembre 2021

Cari amici ed amiche
Nel giorno in cui celebriamo la Solennità dell’Immacolata Concezione, Protettrice delle Due Sicilie, instituita dal Beato Santo Padre Pio IX di venerata memoria, desidero rivolgere prima di tutto il mio saluto e un ringraziamento al Rev.do Don Salvatore Candela e alla comunità di Santa Maria di Materdei per le iniziative caritatevoli messe in atto con il banco alimentare;

saluto voi tutti riuniti nella Chiesa di Santa Maria di Materdei per la Solenne Celebrazione dell’Immacolata, organizzata dal Real Circolo Francesco II di Borbone; in particolare, il Presidente del Real Circolo, Paolo Rivelli, il Delegato della Campania, Alfredo Buoninconti per il loro impegno e dedizione; tutti i Soci per la partecipazione; i Cavalieri Costantiniani presenti. In particolare il Delegato di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Nobile Don Manuel de Goyzueta di Toverena; il Presidente del Corpo Internazionale di Soccorso Costantiniano, il Marchese Pierluigi Sanfelice dei Duchi di Bagnoli.
Questo giorno dedicato alla Vergine Maria coincide con l’antica festa nazionale delle Due Sicilie e come consuetudine lo dedichiamo alla solidarietà verso il prossimo. Nel corso della 25esima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, sono stati donati 14 milioni di pasti alle persone in difficoltà.
Partecipare costituisce un’opportunità unica di vivere la condivisione e di essere un esempio per gli altri, maggiormente per chi aspira a vestire con onore il mantello di un ordine cavalleresco o di appartenere ad un sodalizio nobiliare. Oggi essere vicino a chi soffre, a chi ha bisogno rappresenta l’interpretazione esatta dello spirito cavalleresco, la rinuncia a possedere, a donare al prossimo senza che la nostra vita ne soffra.
Io e la mia famiglia ci stringiamo idealmente a voi, ci uniamo a questa iniziativa del Real Circolo di sostenere il banco alimentare di Santa Maria di Materdei, alle vostre preghiere a Maria Immacolata, affinché il suo sguardo benevolo sia rivolto verso i sofferenti e i bisognosi e doni a noi tutti pace e la fede per affrontare le difficoltà della vita.
Custodiamo la nostra tradizione con la benedizione della antica bandiera, preserviamo la cultura e l’identità per tramandarle alle generazioni future.
Desidero auguravi di cuore buona festa dell’Immacolata.

Con affetto

Pedro di Borbone delle Due Sicilie
Duca di Calabria, Conte di Caserta

Poi, per gentile concessione di S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa delle Due Sicilie, alle ore 17.30 nella Chiesa di Santa Maria di Materdei è stato offerto un Concerto per la Solennità della Immacolata Concezione.

L’Orchestra San Giovanni, diretto da Keith Goodman, con il baritono Maurizio Esposito [QUI], ha eseguito: G. Paisiello, Inno del Re; F. Haendel, Cantate Dominum; P. Mascagni, Ave Maria; Anonimo, Canto dei Popoli del Regno delle Due Sicilie nel 1861; E. Morricone, Tre brani; A.C. Adam, Cantique de Noel; F. X. Gruber, Stille Nacht; D. Shostakovich, Valzer; I. Berlin, White Christmas; Sant’Alfonso M.de Liguori, Quanno nascette Ninno.

Il concerto si è caratterizzato per l’esecuzione del “Canto dei Popoli del Regno delle Due Sicilie nel 1861”, nella sua prima esecuzione pubblica moderna, in versione orchestrale ad opera del Maestro Keith Goodman, grazie anche alla disponibilità del Cav. Dott. Lorenzo Terzi dell’Archivio Centrale di Stato di Napoli (Fondo Questura di Napoli, Gabinetto, I serie, busta 6).

Il Canto dei Popoli del Regno delle Due Sicilie nel 1861

Il 17 ottobre 1861 Francesco Petrelli, Ispettore della prima Divisione della Questura di Napoli, riceve nel suo ufficio Giuseppe Albano, “figlio del fu Michele, di Napoli, di anni 49, Professore di musica, e 1mo flauto della Cappella Reale”. Albano deve riferire all’ispettore Petrelli un avvenimento singolare accadutogli poche ore prima. Si era recato, come era solito fare, ad intrattenersi nel negozio di strumenti a fiato al numero 29 di Largo Castello gestito da Cesare Ruggiero, “figlio del fu Nicola, nativo di Airola”, ma napoletano d’adozione da quattro decenni. Il Ruggiero gli aveva allora consegnato un plico sotto fascia pervenutogli in negozio all’indirizzo di Vincenzo Albano, fratello del dichiarante, “professore di flauto nel Real Teatro di S. Carlo”. Giuseppe Albano lo aveva aperto e, con sua grande sorpresa, si era reso conto che il plico conteneva niente meno che “un inno messo in musica” celebrante il deposto Re Francesco II di Borbone. Ignorando – a suo dire – il mittente e la provenienza del compromettente collo, si era affrettato ad andare in questura per denunciare il fatto e “darne partecipazione per suo discarico”.
Ricevuta la denuncia, lo zelante Ispettore Petrelli manda subito a chiamare il Ruggiero. Questi conferma la deposizione dell’Albano e, anzi, aggiunge che il plico gli era stato consegnato alle due e mezzo pomeridiane da un “portalettere della regia posta”, insieme con una lettera “direttagli da suo figlio Giovanni, che trovasi in Torino come cantante”. Non solo: il Ruggiero esibisce al pubblico ufficiale lo spartito della sovversiva composizione, che Petrelli puntualmente manda al Questore.
Il curioso incidente, però, non termina qui. Il Segretario generale della Questura comunica l’accaduto al Direttore compartimentale delle Poste nelle Province meridionali, il piemontese Carlo Vaccheri, raccomandandogli “di far verificare se trovinsi tuttavia in posta altri pieghi siffatti per impedire che sieno portati al loro destino” e di permettere a un delegato della stessa questura di interrogare tutti i postini che avevano prestato servizio in quella fatidica giornata del 17 ottobre “per conoscere, se sia possibile, con ogni maniera di segreto, a quali altre persone sono stati trasmessi de’ fogli somiglianti”.
Due giorni più tardi Vaccheri dà riscontro alla richiesta, avvertendo che la sera del 16 ottobre precedente erano arrivati a Napoli, provenienti da Roma, 42 stampati, “fra quali 40 giornali, ossia stampe periodiche”. Considerato che quaranta “sono appunto gli stampati ordinari che giungono in ogni giorno da Roma”, il direttore compartimentale delle Poste conclude con impeccabile logica: “È da supporsi che un solo od al più due fossero i pieghi contenenti l’Inno Borbonico di cui è menzione”.
Vaccheri assicura di aver fatto anche interrogare i capiservizio, i quali avevano risposto di non ricordarsi d’aver notato un altro piego uguale a quello presentato; garantisce infine di aver impartito le opportune disposizioni “pel sequestro di quegli altri esemplari che fossero per arrivare”.
Qui si conclude l’affare, per quanto ne sappiamo.
Ma le carte del fondo Questura dell’Archivio di Stato di Napoli, da cui sono tratte le precedenti citazioni, ci hanno lasciato in eredità anche lo spartito dell’inno, recante sul frontespizio il titolo Canto dei Popoli del Regno delle Due Sicilie nel 1861, nonché l’indicazione – quasi certamente fittizia – del presunto stampatore, la “Litografia Partenopea a Toledo”, e perfino quella del prezzo di vendita: 60 grana.
Il Canto, come si è detto, è pervenuto in una versione per canto e pianoforte di 92 battute. Le prime venti sono in mi bemolle maggiore, 4/4, “Allegro Maestoso”. Seguono 48 battute in 2/4, “Tempo di Polka”, in la bemolle maggiore. Infine si torna al tempo iniziale: 24 battute, 4/4, in mi bemolle maggiore (Filo dritto, 13 ottobre 2021).

Anonimo, Canto dei popoli delle Due Sicilie nel 1861, Prima esecuzione pubblica, Orchestra San Giovanni (Maurizio Esposito, baritono – Keith Goodman, direttore). Real Circolo Francesco II di Borbone – Concerto per la Solennità della Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, Antica Festa Nazionale delle Due Sicilie, Chiesa Santa Maria di Materdei, Napoli, 8 dicembre 2021.

La Solennità dell’Immacolata Concezione

La Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria si celebra l’8 dicembre in ricordo del dogma formulato da San Pio IX (al secolo Giovanni M. Mastai Ferretti) 8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, con cui dichiarò la Santissima Vergine Maria immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Chiuse così un dibattito teologico plurisecolare, dando rilievo alla continuità della fede e alla tradizione devota. Per mezzo del suo vicario, il Cardinale Costantino Patrizi, fece sapere ai fedeli di Roma, che tutto il mondo alzava inni di lode alla Santissima Vergine Immacolata Madre di Dio. Schiere di fedeli esprimevano con esultanza la loro devozione e rivolgevano le loro preghiere alla Madre del Signore. Tanto più il giubilo e la festa in onore dell’Immacolata Concezione pervadevano Roma, la città santa.

Poi l’evento successivo all’8 dicembre 1854, tanto più significativo quanto lo si connette alla formulazione del dogma. L’11 febbraio 1858 si avrà a Lourdes (Lorda in lingua occitana) la prima apparizione della Vergine Maria a Santa Benedette Soubirous. Ma delle diciotto apparizioni in totale, una delle più importanti fu la sedicesima, che avverrà il 25 marzo 1858. “La bella signora” rispose alla domanda della piccola contadina, che le aveva chiesto chi fosse. Bernadette raccontò: «Lei, allora, alzò gli occhi al cielo, unendo, in segno di preghiera, le Sue mani che erano tese e aperte verso la Terra, e mi disse: “Que soy era Immaculada Councepciou” (Io sono l’Immacolata Concezione)». La Madonna parlò con Bernadette nel dialetto guascone di quel territorio, l’unica lingua che la piccola contadina parla. Bisogna tener presente che Bernadette, analfabeta, non sapeva neanche cosa volessero dire quelle parole, certamente incomprensibili a una bambina che non aveva neanche frequentato il catechismo e che, anche se così fosse stato, era nell’impossibilità di entrare in un mistero di “alta teologia” così profondo, come quello della concezione immacolata della Vergine Maria. Eppure, furono proprio quelle parole a colpirla così tanto che rimasero impresse nella su memoria durante il camino per andare riferire al suo parroco, Don Peyramale che sorpreso da tale espressione, tanto che fu proprio questa a dissipare ogni dubbio sulla veridicità della testimonianza di Bernadette, perché quattro anni prima Papa Pio IX aveva promulgato il dogma dell’Immacolata Concezione. Rendere autentiche le parole della piccola contadina, in questa maniera fu la Beata Vergine Maria stessa, a confermare il dogma.

Scipione Pulzone da Gaeta, L’Assunta, 1587, Cappella d’Oro, Chiesa dell’Immacolata Concezione, Gaeta.

Il mistero della Madre Celeste Immacolata custodito a Gaeta

«A Gaeta, nella Cappella d’oro, qualcosa accadde, sino a indurre il Segretario di Sua Santità a predisporre il massimo silenzio ed isolamento. In quella notte fredda, l’altare era rimasto illuminato non solo dai ceri quando la Madre Celeste appoggiò il suo sguardo d’amore sul volto del suo servo prediletto» (Don Paolo Capobianco).

Dal 24 novembre 1848 al 12 aprile 1850 Papa Pio IX fu esule a Gaeta a seguito della rivolta della Repubblica Romana, ospite di Re Ferdinando II di Borbone (sovrano del Regno delle Due Sicilie dall’8 novembre 1830 al 22 maggio 1859). Nel suo soggiorno a Gaeta, Papa Pio IX amava pregare innanzi all’immagine della Vergine Maria di Scipione Pulzone nella Cappella d’Oro della Chiesa dell’Immacolata Concezione. Ed è lì che ha avuto l’ispirazione per la stesura del Dogma dell’Immacolata Concezione. Proprio da Gaeta il 2 febbraio 1849 Papa Pio IX scrisse la lettera enciclica Ubi primum per consultare l’episcopato mondiale in merito alla definizione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria.

Su questi avvenimenti, esiste una versione storica, «proposta dal Brunetti: “Quando Pio IX il 25 novembre del 1848 si rifugiò a Gaeta (dove San Leonardo da Porto San Maurizio aveva nel ‘700 espletato una delle sue circa 300 missioni evangelizzatrici), il Re delle due Sicilie Ferdinando II gli offre ospitalità, ma dietro suggerimento degli Alcantarini di Napoli (che a Gaeta avevano l’importante Santuario della Montagna Spaccata) e per mezzo del suo Ambasciatore il Duca di Serracapriola, curatore degli affari economici dei francescani, gli chiede come contraccambio la definizione dogmatica dell’Immacolata. Nella sua risposta all’inviato reale Pio IX dichiara che le grandi parole di San Leonardo e le suppliche del mondo cristiano non gli lasciano più riposo e che è ben risoluto all’azione. Infatti il 2 febbraio 1849 pubblica da Gaeta l’enciclica Ubi Primum, nella quale chiede all’episcopato di tutto il mondo di fargli conoscere con lettere il suo pensiero e quello dei fedeli riguardo all’Immacolata Concezione”.
«Il ricorso ai Vescovi della cristianità con le modalità dell’Ubi Primum, in fondo non è altro che quel “Concilio per iscritto e senza spese” preconizzato da San Leonardo presso Clemente XII e Benedetto XIV, nella citata lettera profetica. Il risultato finale è noto: l’8 dicembre 1854 il dogma è proclamato con l’Ineffabilis Deus.
«In definitiva si può affermare che la devozione, la propensione privata, le emozioni e le suggestioni gaetane di Giovanni M. Mastai Ferretti hanno avuto, certo, la loro parte a rafforzare la determinazione che Pio IX sembra aver assunto già nel momento che si sentì sulla fronte la tiara pontificia: porre fine alla secolare controversia teologica e di definire l’Immacolata Concezione.
«In questa ricostruzione tra il vero e il verosimile, ci piace sottolineare la grande propulsione a favore della proclamazione del dogma che venne dal Sud, dal clero del Reame delle Due Sicilie.
«Si espressero favorevolmente: il Cardinale Arcivescovo di Capua, il Cardinale Arcivescovo di Napoli, i Vescovi di Chieti, Manfredonia, Anastasiopoli (in partibus), L’Aquila, Lipari, Tursi, Oppido, Sessa, Policastro, Nocera e Nusco» (Francesco Schiano, La “Cappella d’Oro” il luogo del mistero – Rete del Regno delle Due Sicilie, 8 dicembre 2012).

Foto di copertina: dettaglio della statua alla sommità della Guglia dell’Immacolata nella piazzetta di Materdei a Napoli.

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