Ritirate le linee guida UE su gender e Natale, ormai un disco rotto e sinceramente ha anche un po’ rotto. Niente trionfalismi e non abbassare la guardia: Ms. Dalli una che non molla, ritornerà alla carica

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Dopo l’affossamento (temporaneo) del Ddl Zan liberticida, inutile, dannoso e pericoloso, la nota lobby nella Commissione Europea ancora sconfitta (temporaneamente). Dopo la valanga di critiche alle linee guida su ideologia gender e Natale (tra cui l’appunto del Cardinal Segretario di Stato di Sua Santità, il Cardinale Pietro Parolin), che imponeva tra altre sciocchezze di dire “Buone Feste” invece di “Buon Natale”, gli euroburocrati hanno capito di averla fatta grossa. Il Commissario Europeo all’Uguaglianza, Ms. Helena Dalli: “Non era ancora maturo”. Tradotto: aspettiamo che maturano i tempi per ritorneremo alla carica (e peggio di prima).

Oggi, 3 dicembre 2021 Google rende omaggio alle festività di dicembre 2021 con un doodle pieno di lucine colorate attorno alla scritta in Home Page, un generico “festività stagionali 2021”. Dunque, senza riferimenti espliciti al Natale o ad altre ricorrenze proprie di una cultura o di un’altra. Una scelta che fa eco al “Natale censurato” dell’Unione Europea con le linee guide per la comunicazione, che poi è stato ritirato dopo le proteste. Sulla falsa riga di quella decisione che poi ha portato alle contestazioni, adesso si è messo anche Google.

«E la donna si chiama pure Maria!» (Camille Eid – Facebook, 3 dicembre 2021).

«La Commissione Europea ci teneva a sottolineare di “evitare di considerare che chiunque sia cristiano”, perciò “non tutti celebrano le vacanze natalizie, bisogna essere sensibili al fatto che le persone abbiano differenti tradizioni religiose”. Cara Commissione Europea, forse dimentichi che c’è un’enorme differenza tra il rispetto di tutte le religioni e vergognarsi o cancellare le radici cristiane, che sono alla base dell’Europa e della nostra identità. E forse dimentichi, che Inclusione non vuol dire annientare se stesso, la propria cultura, il proprio credo, perché l’ospite è sacro e gradito ma resta pur sempre un ospite. Ci avete proprio rotto e quando finisce tutta questa iacovella è sempre troppo tardi!» (Valentina Villano – Facebook, 1° dicembre 2021).

«Blablablablablà, il nulla cosmico che avanza, il vuoto assoluto del fantastico mondo dei diritti» (Attilio Negrini – Facebook, 3 dicembre 2021). «Un piccolo passo per l’assessora, un grande balzo per l’umanità… GRAZIE! il mondo riconoscente ringrazia… P.S. Non buttare la vecchia etichetta, tornerà utile quanto prima, se questi sono i presupposti…» (Francesco de Zen – Facebook, 3 dicembre 2021).

Dopo nostro articolo del 30 novembre 2021 [L’Unione Europea “cancella” il Natale. Card. Parolin: “Non è così che si combattono le discriminazioni”. L’umiliante retromarcia di Ms. Dalli è solo un ritiro tattico] ritorniamo sul tema con l’articolo Helena Dalli sarà una vera combattente contro le disuguaglianze e le discriminazioni in tutte le sfere politiche Ue pubblicato sul sito del gruppo europarlamentare Gruppo S&D il 2 ottobre 2019, dopo l’audizione di Ms. Helena Dalli, il Commissario Europeo all’Uguaglianza, in cui il Gruppo dei Socialisti e Democratici (a cui la Dalli appartiene come parlamentare europeo) ha spiegato l’impegno del neo Commissario.

Ms. Helena Dalli, il Commissario Europeo all’Uguaglianza.

Poi, seguono tre contributi sul tema:

  • Helena Dalli, il suo affondo sul Natale non nasce per caso ma è solo l’ultimo della serie di Antonio Sanfrancesco su Famigliacristiana.it, 1° dicembre 2021. Per Dalli la lotta (sacrosanta) contro le discriminazioni e il razzismo si risolve nell’abbattimento della dottrina cattolica, cancellandone le parole. Quello che ha fatto a Malta, coerentemente, Helena Dalli sta cercando di replicarlo in Europa. Sui diritti LGBTQ+ ha sostenuto più volte di avere l’appoggio della chiesa maltese, tesi che ha ribadito al Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, durante l’incontro del 6 aprile 2019 che, da un lato, ha ribadito l’importanza di tutelare la dignità di ogni persona, indipendentemente dall’orientamento sessuale, dall’altro ribadendo la dottrina cattolica sul matrimonio e l’aborto.
  • Sconfitti i nemici di Natale di Renato Farina su Libero Quotidiano, 2 dicembre 2021. Contrordine compagni. L’UE ritira la circolare cara alla sinistra. È salvo il Natale di Giuseppe e Maria.
  • Vittoria contro le follie politicamente corrette dalla Commissione UE… di Jacopo Coghe via Email Newsletter, 2 dicembre 2021. Non c’è da stupirsi che la pubblicazione di queste linee guida abbia generato una polemica enorme: con il pretesto di “includere”, escludevano l’identità storica dell’Europa e le realtà più naturali (mamma, papà, maschio, femmina, ecc.).

Helena Dalli sarà una vera combattente contro le disuguaglianze e le discriminazioni in tutte le sfere politiche Ue
Socialistsanddemocrats.eu, 2 ottobre 2019


In seguito all’audizione di Helena Dalli, il Commissario designato per l’Uguaglianza, il Gruppo S&D ha espresso il proprio più totale supporto al suo impegno per un’Europa più giusta e femminista, libera da ogni forma di discriminazione. Da convinta femminista e schierata a difesa dei diritti delle persone della comunità LGBTI anche quando era ministro maltese degli Affari Esteri e dell’Uguaglianza, Dalli è la persona giusta per portare a buon fine un programma ambizioso sul delicato e cruciale tema dell’uguaglianza di genere nell’Unione.
Heléne Fritzon, eurodeputata e vicepresidente S&D responsabile per una nuova Europa sociale di uguaglianza, coesione e diritti solidi, ha dichiarato:
«L’applauso che ha chiuso l’audizione di Helena Dalli è di per sé eloquente. Ha alle spalle un trascorso di lotte contro la disuguaglianza e diversi tipi di discriminazione a Malta, e da quello che abbiamo potuto sentire oggi, farà un gran lavoro anche a Bruxelles. Apprezziamo molto il fatto che si sia impegnata a definire un’ambiziosa strategia di affermazione del principio di uguaglianza di genere il prima possibile. I Socialisti e Democratici chiedono a gran voce questa strategia da molto tempo.
«Grazie anche alle nostre continue pressioni, si è raggiunto l’equilibrio di genere nel collegio dei Commissari, e ora dobbiamo garantire che il principio dell’uguaglianza di genere penetri e sia integrato orizzontalmente in tutte le sfere politiche dell’Unione europea e in ogni azione della Commissione, sotto il coordinamento di Helena Dalli».
Maria Noichl, eurodeputata e coordinatrice S&D nella commissione Diritti della Donna e uguaglianza di genere, ha poi aggiunto:
«Durante l’audizione di oggi, noi Socialisti e Democratici, abbiamo reso chiaro quale dovrebbe essere il focus nei prossimi cinque anni: nessun ripensamento, nessuna esitazione e solo un concreto e costante progresso in materia di uguaglianza di genere. Mentre altri gruppi politici si mostrano meno ambiziosi da questo punto di vista, noi invece useremo quest’opportunità per un immediato recupero e l’adozione della Direttiva sulle donne nei consigli di amministrazione, della cosiddetta Direttiva antidiscriminazione e della Convenzione di Istanbul per eliminare ogni forma di violenza contro le donne.
«L’audizione di oggi ha rappresentato un esempio di cosa si può fare con una figura socialista solida come Helena Dalli nel ruolo di Commissario europeo per l’Uguaglianza: avviare una coerente e ambiziosa strategia per l’uguaglianza di genere, eradicare le forme di disuguaglianza più tenaci mediante un approccio olistico e contrastarne gli effetti, e difendere i diritti della Donna nell’Unione europea. Abbiamo fiducia in Dalli come Commissario e siamo sicuri che metterà l’uguaglianza al centro delle politiche Ue, rendendo l’Europa il nuovo motore dell’uguaglianza di genere».

Oltre la follia del Commissario all’Uguaglianza della Commissione Europea, i “fact checker” di Open.

Helena Dalli, il suo affondo sul Natale non nasce per caso ma è solo l’ultimo della serie
di Antonio Sanfrancesco
Famigliacristiana.it, 1° dicembre 2021


Abortista “senza limiti”, autopromuovendosi paladina degli LGBT l’eurocrate maltese nell’isola è stata promotrice della legge sul divorzio, sul matrimonio omosessuale e sulla possibilità di adozione da parte delle coppie gay. Sua l’idea di sostituire “vi dichiaro marito e moglie” con “vi dichiaro sposi” e padre e madre con “genitore 1 e 2”, suscitando le critiche e le proteste della Chiesa locale.

Si è vantata di aver fatto approvare dalla cattolicissima Malta, il suo Paese, le unioni civili dando la possibilità alle coppie omosessuali di adottare figli. Poi, qualche anno dopo, di aver abolito le parole “madre e padre” e “marito e moglie” rimpiazzate rispettivamente dal più neutro (e politicamente corretto) “genitore 1” e “genitore 2” e da “coniugi”.

«Il mio Paese era considerato un fortino di conservatori», ha detto in un’intervista del 2019 al sito della National Lgbt Right Organization della Lituania, «nessuno si aspettava ottenere così in fretta e in maniera radicale l’uguaglianza per le coppie dello stesso sesso. Malta oggi è ancora cattolica e tutti rimangono liberi di seguire le loro convinzioni ma noi abbiamo rimosso l’influenza di tali credenze sul matrimonio».

Helena Dalli, maltese, 59 anni, sposata con due figli, appartiene al Partito laburista e nell’Europarlamento di Strasburgo siede tra i socialisti.

Il suo nome in Europa era quasi sconosciuto fino al pasticcio del documento sulle linee guida per la comunicazione “inclusiva” della Commissione Europea ritirato in fretta e furia dopo le polemiche.

Anche perché il portafoglio per la parità della Commissione Europea che le è stato assegnato esattamente due anni fa, il 1° dicembre 2019, è nuovo di zecca. «Da poliziotta a commissaria», scrissero ironicamente i media maltesi quando Dalli è stata nominata nella Commissione Europea rievocando il suo passato di attrice con lo pseudonimo Helena Abella nel film Final Justice nonché il passato di modella e concorrente a Miss Mondo. La sua storia politica a un certo punto è stata criticata dalla giornalista investigativa Daphne Caruana Galizia, saltata in aria per un’autobomba il 16 ottobre del 2017 (sui cui mandanti non è stata ancora fatta luce). Ai funerali la famiglia non invitò l’ex premier Joseph Muscat, oggetto di ripetute critiche da parte della cronista che scrisse anche di Helena Dalli, pochi mesi prima di morire, ricordando «i due figli messi a libro paga del governo» e definendola «una ministra per l’Uguaglianza che pratica clientelismo e nepotismo».

La sua carriera politica inizia nel 1996 quando viene eletta al parlamento maltese e nominata segretaria parlamentare per i diritti della donna nell’ufficio del primo ministro. Poi è stata rieletta per cinque volte consecutive. Nella legislatura 2013-2017, Dalli diventa ministro del Dialogo sociale, degli Affari dei consumatori e delle Libertà civili. Sotto la sua direzione, il governo del premier Muscat vara una legge sulle unioni civili e inserire nella costituzione maltese il diritto dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale. Quello sui diritti LGBTQ+, di cui si è autopromossa paladina, è uno dei suoi cavalli di battaglia. Associato al vezzo di voler a tutti i costi cambiare i nomi alle cose, in nome di un senso di rispetto che nel caso delle linee guida per i dipendenti della Commissione Europea si è rivelato grottesco.

Nel 2014, con Dalli ministro, il governo maltese approva la legge sul matrimonio per le coppie omosessuali con la possibilità di adottare dei figli. Nel 2017 con un’altra legge che ha destato vivaci polemiche e la protesta della Chiesa, il lessico “tradizionale” viene giudicato “discriminatorio” per le coppie omosessuali e quindi cambiato: via “marito e moglie” per fare spazio a “coniuge”, via “padre e madre” per “genitori”. Abortista “senza limiti”, per la Dalli le coppie lesbiche che hanno figli tramite fecondazione devono essere designate come “la persona che ha partorito” e “l’altro genitore”.

Modificati anche i matrimoni eterosessuali: qualsiasi riferimento al “nome da nubile” è sostituito con “cognome alla nascita”, mentre entrambi i coniugi possono scegliere quale cognome prendere dopo il matrimonio.

«Posso decidere che una carruba e un’arancia non dovrebbero più essere chiamate con il loro nome», disse in un’omelia pochi giorni dopo che il parlamento aveva iniziato a discutere la legge l’arcivescovo di Malta Charles Scicluna, «ma una carruba rimane una carruba e un’arancia rimane un’arancia. E il matrimonio, qualunque cosa dica la legge, rimane un’unione eterna esclusiva tra un uomo e una donna».

Quello che ha fatto a Malta, coerentemente, Helena Dalli sta cercando di replicarlo in Europa. Sui diritti LGBTQ+ ha sostenuto più volte di avere l’appoggio della chiesa maltese, tesi che ha ribadito al Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, durante l’incontro del 6 aprile 2019 che, da un lato, ha ribadito l’importanza di tutelare la dignità di ogni persona, indipendentemente dall’orientamento sessuale, dall’altro ribadendo la dottrina cattolica sul matrimonio e l’aborto.

Per Dalli la lotta (sacrosanta) contro le discriminazioni e il razzismo si risolve nell’abbattimento della dottrina cattolica, cancellandone le parole.

«Mentre la Chiesa cattolica nell’Unione europea sostiene del tutto l’uguaglianza e combatte la discriminazione», ha detto il cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione che riunisce le conferenze episcopali europee, «è anche chiaro che tutti questi due obiettivi non possono condurre a distorsioni o autocensure. La premessa di valore dell’inclusività non dovrebbe causare l’effetto opposto dell’esclusione». Ditelo a Helena Dalli.

«Spero sia chiaro a tutti che qui l’inclusione, il rispetto e la lotta alle discriminazioni c’entrano zero. Anche perché Babbo Natale non ha mai avuto moglie, quindi non era simbolo di “eteronormatività”. Questo è solo un escamotage per inculcare cose ai bambini, approfittando di una figura a loro familiare. Semplicemente vergognoso» (Giuliano Guzzo – Facebook, 27 novembre 2021).

Sconfitti i nemici di Natale
di Renato Farina
Libero Quotidiano, 2 dicembre 2021


Suonino le campane, si muovano gli zampognari. Va be’, non si usa più. Ma se non ora, quando? Il governo dell’Europa si è ritirato disordinatamente, magari nel castello di Erode dei nostri vecchi presepi. Si è arreso, alza le mani. Aveva ingaggiato la battaglia contro il Natale e contro i nomi di Maria e Giovanni perché troppo evocatori di Vangelo. Un po’ come Ataturk aveva reinventato la lingua turca negli anni 30, omogeneizzando con la neo-lingua i neo-cervelli dei popoli dell’ex impero ottomano, così la commissaria europea alla Parità, Helena Dalli, aveva emesso con la dovuta solennità delle rivoluzioni epocali le “linee guida sulla comunicazione inclusiva”. Era convinta di piantare le sue bandiere con serena facilità. Ha fatto male i suoi conti. Da ogni parte – più nell’opinione pubblica laica che in quella della ormai cedevole minoranza di credenti – si è alzato un no corale. Si trattava di un diktat con cui si vietava nelle comunicazioni dell’Unione Europea, perché facesse scuola ovunque, di citare l’evento di Betlemme e i suoi protagonisti su cui si è retta la nostra civiltà per duemila anni. La commissaria esigeva di sostituire il Natale con un generico riferimento alle Feste, e di sostituire Maria e Giovanni (ma forse intendevano Giuseppe) con la coppia internazionale Malika e Julio (sul serio!). La ministra Dalli ha preso atto della disfatta.  “La mia iniziativa aveva lo scopo di raggiungere un obiettivo importante: illustrare la diversità della cultura europea e mostrare la natura inclusiva della Commissione europea verso tutti i ceti sociali e le credenze dei cittadini europei”. Ahi ahi, è costretta a costatare: “Non è un documento maturo. Lo ritiro. Lavorerò ulteriormente su questo documento”. Insomma, ci riproverà. Li conosciamo.

Intanto però l’Europa per la prima volta in questo millennio deve posare a terra le insegne del progressismo post-cristiano, e deve rinunciare a imporre la rinuncia della propria identità simbolica alle nazioni. La marcia che pareva irresistibile dei devastatori della memoria ha subito così un altolà. Le truppe del politicamente corretto sono state costrette a una precipitosa ritirata, con tanto di pive nel sacco. La vicenda è densa di insegnamenti. Vuol dire che rassegnarsi è sbagliato, e opporsi a chi vuol finire il lavoro di estirpare le radici cristiane persino dal linguaggio. è vincente. La prossima mossa sarebbe stata quella di smetterla di contare gli anni a partire dal Natale, visto che si voleva vietarne il ricordo.

Come è potuto accadere questo stop? Non è un fatto isolato. In Italia, per nostro piccolo, c’è stato un segnale analogo con l’affossamento del ddl Zan: rispettare le differenze, condannare le discriminazioni non deve e non può coincidere con il cedimento all’ideologia del gender e obbligo di professarla. Allo stesso modo rispettare i diversi credo religiosi e le varie tradizioni, non può voler dire vergognarsi della propria anima. 

Qualche volta la storia inaspettatamente si avvita su se stessa. Chi pretendeva di dirigerne il corso come fossero le rapide del Nilo Bianco inciampa nella strana capacità dei popoli di fiutare i totalitarismi, e quello linguistico ne è una specie subdola, e di reagire. Il nome delle cose e la scelta di quelle importanti appartiene alla libertà di essere sé stessi.

Forse il politicamente corretto ha raggiunto il suo culmine. Poi si scende.  E chi credeva di guidare il destino della gente galoppando sul cavallo bianco verso un mondo dove tutto è banalmente uguale, una sorta di nulla dove tutti anneghiamo nel caramello, senza bandiere, senza differenze sessuali, senza latino, senza Gesù Cristo, be’, è andato a sbattere contro il tram.

Così Helena Dalli fa il verso a quel “contrordine compagni” inventato da Giovannino Guareschi onde descrivere le istruttive vicende dei trinariciuti. Ricordate? La vittoria del comunismo pareva una cuccagna da acchiappare al volo. Il Colosso è crollato sui suoi piedi di argilla (anche se non in Italia, dove camaleonticamente ha cambiato pelle ma non palle).

Dopo le linee guida sulla ideologia gender e Natale (ritirate, provvisoriamente), Pro Vita & Famiglia: «Cara Europa, ecco gli auguri davvero inclusivi».

«“Buon Santo Natale da Maria, Giuseppe e tutte le mamme e i papà europei”, questo sì che è un messaggio davvero inclusivo, che non discrimina e non esclude nessuno», è il commento di Jacopo Coghe, Vicepresidente di Pro Vita & Famiglia Onlus, che ha recapitato nel pomeriggio del 30 settembre 2021 una lettera di auguri di Natale alla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, indirizzata a Ms. Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea e a Ms. Helena Dalli, Commissaria Europea all’Uguaglianza.

«Includere tutti – spiega Coghe – non significa dover azzerare l’identità e le radici storiche e culturali, così come è assurdo voler annullare le differenze tra uomo e donna in nome di una falsa inclusione “gender fluid”. Accogliamo con favore il ritiro delle linee guida e ci aspettiamo anche delle scuse da parte della Commissione Europea. Le istituzioni devono garantire il rispetto e la non discriminazione di tutte le religioni, delle famiglie e dei bambini, anziché seguire posizioni ideologiche che negano la realtà come il sesso biologico».

Vittoria contro le follie politicamente corrette dalla Commissione UE…
di Jacopo Coghe – Newsletter via Email, 2 dicembre 2021


Hai sentito l’ultima follia del politicamente corretto?

Nei giorni scorsi ha fatto grande scalpore la notizia che la Commissione europea (UE) avesse pubblicato delle (folli) linee guida per la “comunicazione inclusiva”, cioè delle direttive destinate a tutti i lavoratori delle Istituzioni europee e che dovevano servire da “esempio” a tutti i cittadini europei.

In teoria, miravano a plasmare il nostro linguaggio al fine di essere più “inclusivi” e ad evitare la minima ombra di “discriminazione”. In pratica, si trattava di un condensato di ideologia gender e di un tentativo di eliminare ogni identità religiosa e culturale, soprattutto l’identità cristiana…

Qualche esempio?

Secondo la Commissione europea: non si potrebbero utilizzare parole che presuppongono il genere di una persona, come “poliziotto”; non si può dire “Signori e Signore” (per non offendere eventuali transgender nel pubblico); ci si dovrebbe rivolgere a una persona usando sempre il genere in cui si “auto-identifica”… anzi, prima di rivolgersi a una persona si dovrebbe chiedere: “Quali sono i tuoi pronomi preferiti?”.

Ancora: la Commissione ci ingiunge di non dire “Il periodo di Natale”: piuttosto bisognerebbe dire “periodo delle vacanze”… attenti anche a usare nomi troppo “cristiani”! Invece di dire “Maria e Giovanni” meglio “Malika e Julio”…

Non c’è da stupirsi che la pubblicazione di queste linee guida abbia generato una polemica enorme: con il pretesto di “includere”, escludevano l’identità storica dell’Europa e le realtà più naturali (mamma, papà, maschio, femmina, ecc.).

Non potevamo restare in silenzio: ieri ci siamo presentati davanti alla Rappresentanza in Italia della Commissione europea con una lettera di Natale “speciale” indirizzata a Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, e a Helena Dalli, commissaria europea all’Uguaglianza…

Alla Commissione Europea abbiamo mandato, su una lettera gigante, l’augurio: “BUON SANTO NATALE da Maria, Giuseppe e tutte le mamme e i papà europei”.

Credi che Ursula, Helena Dalli e compagni abbiano gradito il messaggio?

Nel frattempo, la Commissione Ue ha deciso di fare marcia indietro, ritirando e stralciando le linee guida per la comunicazione inclusiva.

Questa è sicuramente una vittoria importante: le proteste hanno costretto la Commissione ad annullare le linee guida in tempo record … far sentire la propria voce serve!

A parte la pessima figura fatta dalla Commissione, quante decine di migliaia di euro sarà costato ai contribuenti questo documento, durato un paio di giorni?

In ogni caso, è stata vinta la battaglia ma non la guerra: non è escluso che le linee guida tornino in quanto la commissaria europea alla Parità, Helena Dalli, ha affermato: “le linee guida richiedono chiaramente più lavoro. Ritiro quindi le linee guida e lavorerò ulteriormente su questo documento…”.

Pertanto, non abbassiamo la guardia, ma possiamo essere felici di aver ottenuto una vittoria con la consapevolezza che protestare e agire serve, anche se non sempre si vedono subito le conseguenze.

Un saluto!

Jacopo Coghe

Vicepresidente di Pro Vita & Famiglia Onlus

La maggioranza ha sempre ragione… finché la storia non la presenta il conto, dopo le conseguenze terribili della sua ragione.

«Hanno davvero fretta e questo è un bel segnale. Significa che il tempo concesso a satana sciolto dalle catene è quasi terminato. Siamo quindi entrati a tutti gli effetti nell’era della menzogna, della nuova religione mondiale, la religione umanitaria che propone il male offrendolo come dolce zuccherino che la massa certamente ingoierà felice.

«Ecco allora che in questa notizia di Televideo sulle nuove linee per una “corretta informazione” si spiega il perché dobbiamo accettare questa eliminazione del Natale. È molto semplice, siccome qualcuno potrebbe dire di avere trascorso un Natale di merda, i nostri sovrani europei hanno deciso di non offendere i milioni di cattolici ancora presenti nel vecchio continente. Cari amici, da domani non potranno più offendervi, stiamo lavorando per voi e per far sì che si rispetti la vostra religione, quindi se vorranno potranno casomai dire ho trascorso delle festività di merda e il Natale sarà salvo!!! Questo è il metodo del ribaltamento della verità per fare accettare da tutti la menzogna» (Attilio Negrini – Facebook, 29 novembre 2021).

Amen.

Foto di copertina: Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea. Domenico Ghirlandaio, Adorazione dei pastori (dettaglio), 1485, tempera su tavola, 167×167 cm, conservato nella sua collocazione originaria sull’altare della cappella Sassetti nella basilica di Santa Trinita a Firenze.

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