Grecia: l’esarca apostolico invita a gioire per la visita del papa

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“Visitarvi mi darà anche l’opportunità di abbeverarmi alle sorgenti antiche dell’Europa: Cipro, propaggine della Terra Santa nel continente; la Grecia, patria della cultura classica. Ma anche oggi l’Europa non può prescindere dal Mediterraneo, mare che ha visto il diffondersi del Vangelo e lo sviluppo di grandi civiltà. Il mare nostrum, che collega tante terre, invita a navigare insieme, non a dividerci andando ciascuno per conto proprio, specialmente in questo periodo nel quale la lotta alla pandemia chiede ancora molto impegno e la crisi climatica incombe pesantemente”.

Questo è il messaggio inviato da papa Francesco ai fedeli greci e ciprioti a pochi giorni dal viaggio apostolico alle radici dell’Europa, che indica la necessità di una vera e propria resurrezione. Paphos (patrimonio culturale mondiale dell’Unesco) , capitale di Cipro ai tempi dell’impero romano, è la città dove nel 47 dopo Cristo gli apostoli Paolo (San Paolo, proprio lui) e Barnaba, sbarcati sull’isola, convertirono il proconsole Sergius Paulus. Cosicché Cipro fu anche la prima provincia dell’Impero ad essere governata da un cristiano.

A Cipro, Paolo e Barnaba (nato lì, patrono dell’isola che in seguito evangelizzò Milano) incontrarono san Lazzaro (il fratello di Marta e Maria che era stato ‘svegliato’ dalla morte da parte di Gesù), che si era trasferito a Cipro, il santo maggiormente venerato dai cristiani ciprioti, a cui è dedicata la più antica basilica bizantina dell’isola, ora ortodossa, a Larnaca.

A tal proposito p. Manuel Nin, esarca apostolico di Grecia, con una lettera ha invitato i fedeli a vivere in pienezza questa visita pastorale: “Come ben sapete, si tratta di una visita apostolica di Papa Francesco alla Chiesa Cattolica che è in Grecia, e a tutto il popolo fedele greco.

Chiediamoci come viviamo noi, fedeli dell’Esarcato Apostolico per i cattolici di tradizione bizantina in Grecia, questo evento che sarà, sicuramente, un momento di grazia e di benedizione del Signore? Cosa vuole dire per noi, cattolici di tradizione bizantina, questa visita del papa?”

L’esarca mette in evidenza il significato di tale visita papale: “Sarà una visita alla Grecia come popolo e come nazione, che è una nazione europea, una nazione nel confine sud dell’Europa, ma che se ne sente parte integrante ed integrata. Una visita anche ai suoi governanti e alle sue autorità, specialmente quest’anno che commemoriamo i 200 anni della rivoluzione greca del 1821.

Una visita fraterna del vescovo di Roma anche alla Chiesa Ortodossa della Grecia, una visita quindi con una dimensione ecumenica, che vuole sicuramente rafforzare un fatto che per noi tutti dovrebbe essere fondamentale: cioè siamo tutti fratelli in Cristo, Lui è il Signore delle nostre vite come cristiani, sia che viviamo nella comunione della Chiesa Cattolica oppure della Chiesa Ortodossa”.

Inoltre è una visita pastorale: “Ma sarà soprattutto una visita pastorale, paterna e fraterna del Papa, del vescovo di Roma alla Chiesa Cattolica che è in Grecia, una Chiesa con delle diocesi sparse per tutto il nostro territorio, e con realtà ecclesiali assai diverse tra di loro: latini, bizantini greci, bizantini ucraini, caldei, armeni. Chiese assai diverse tra di loro ma che si sentono membri dell’unico Corpo di Cristo”.

Ma quale significato assume tale visita?, chiede l’esarca apostolico, ripercorrendo tutti i viaggi papali: “I papi del XX secolo, da Paolo VI in poi, hanno iniziato a viaggiare per il mondo per visitare le Chiese Cattoliche sparse ovunque ed anche altre Chiese Cristiane, mossi dalla parola del Signore nel Vangelo di Luca 22, 31-32: ‘Simone, Simone… io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli’. Questo ministero, che il Signore nel Vangelo affida a Pietro, viene continuato e portato a termine dai suoi successori nella sede romana”.

Per questa ragione la visita papale serve per rafforzare la fede: “Pietro, nel suo successore Francesco viene in visita per confermare/fortificare con la sua parola, con la sua testimonianza, con il suo ministero, la nostra fede. Una fede delle volte forse debole, fragile, ma confermata dalla grazia del Signore e dal dono dello Spirito Santo, ed anche dalla fede degli apostoli: Pietro, che ci visita nel suo successore, Paolo che ad Atene ci ha annunciato il Cristo Risorto ed il suo Vangelo”.

E’ una Chiesa, quella greca, variegata ed unita: “Venendo da noi, il papa trova la Chiesa Cattolica che è in Grecia, e trova -e di questo dobbiamo esserne fieri- cattolici di origini diverse: bizantini greci e bizantini ucraini, latini, caldei, armeni, che sono tutti cattolici e siamo tutti, nel profondo del nostro cuore, anche greci”.

E’ un invito a pregare per vivere questa comunione: “Sarà, e questo dobbiamo viverlo quelli che saremo presenti fisicamente e quelli che saremo presenti forse attraverso un teleschermo, un momento di comunione cristiana e cattolica profonda, che dovrà segnare la nostra vita come Chiesa Cattolica in questo nostro paese che è la Grecia.

Dobbiamo chiedere al Signore che ci faccia sentire sempre cattolici, cioè aperti alla vera comunione con tutti i fratelli, senza esclusioni, senza limiti nazionali o etnici, senza fanatismi che creano non ponti ma abissi. Sarà un momento di grazia per essere e vivere veramente come cattolici. Aperti alla grazie e all’amore di Dio, elargito abbondantemente su tutti noi”.

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