“Ormai è un disco rotto e sinceramente ha anche un po’ rotto”. Il miglior disprezzo sarebbe la noncuranza. Infatti, “non ti curar di lor, ma guarda e passa”

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Si può attaccare tutto e tutti, con preferenze per il cristianesimo, la Chiesa, Gesù e i cristiani. Ma guai ad andare contro il politicamente corretto e toccare il Pd, Zan e compari, il M5S, Draghi e compagni del #brandodibalordi con la museruola, i musulmani e il loro profeta. Quindi, ben venga che il rapper-non-più-cantante-ma-politico “sceso in campo ma era uno scherzo”, è stato stroncato da Libero Quotidiano, da cui condividiamo di seguito due articoli pubblicati nei giorni precedenti. È proprio vero, come commentava un amico, che chiamare certi deficiencer – perché questo sono, prima ancora di essere influencer per quella specie di frequentatori social – “capra, capra, capra!” (memore le gesta di Vittorio Sgarbi) costituisce offesa per le capre (non solo ne nere, ma anche tutte le bianche).

Fedez, Pietro Senaldi stronca l’ultimo disco: “Fa schifo, sembra un articolo di Marco Travaglio”
Libero Quotidiano, 26 novembre 2021


Il condirettore di Libero Pietro Senaldi commenta il disco di Fedez uscito ieri notte, Disumano: “Il nuovo lavoro di Fedez comprende attacchi a Matteo Salvini, a Giorgia Meloni, che fa ricca Amazon, a Matteo Renzi, che prende soldi dagli arabi, a Andrea Bocelli, perché aveva espresso perplessità sui vaccini, ai preti, perché in Vaticano si trastullano tra di loro. Il gioco delle parti vorrebbe che io dicessi che l’album fa schifo, perché è un manifesto politico, passato dal “Comunista col Rolex” al populismo. Fedez non è più un rapper ma un menestrello di regime: attacca tutti tranne Pd e Cinque Stelle che sono quelli che in Italia comandano da anni e ancora oggi. C’è una notizia in questo disco: ovvero che abbiamo scoperto che a scrivere gli articoli di Marco Travaglio è Fedez, oppure il direttore del Fatto Quotidiano è il paroliere di Fedez. Insomma, il nuovo disco di Fedez fa schifo, sembra un articolo di Travaglio”.

Fedez canta Marco Travaglio, a cosa si è ridotto il rapper: insulti per tutti ma… chi “scorda”
di Gianluca Veneziani
Libero Quotidiano, 27 novembre 2021


Ormai è un disco rotto e sinceramente ha anche un po’ rotto. Federico Lucia in arte Fedez ha capito da tempo che il segreto per mantenere il successo, cioè per continuare a far parlare di sé in una caccia continua alla visibilità, è sparlare degli altri. E, se possibile, insultarli. Ovviamente non tutti, ma solo quelli che risultano nemici del politicamente corretto, del pensiero dominante, dell’ideologia Lgbt e globalista, quelli insomma che non sono di sinistra, buonisti e perbenisti. Eccoli là i suoi bersagli. Con i quali può riempire i testi delle sue canzoni, peraltro inascoltabili. Sfornando il suo ultimo album, Disumano – anche se il verso sforzo disumano è mettersi lì a sentirlo- il marito della Ferragni trasforma in note (discutibili) le sue invettive social degli ultimi tempi. E tira giù il suo catalogo di “mostri” della politica e non solo da colpire. Il primo è Matteo Renzi, al quale già la consorte di Fedez aveva dedicato il non troppo simpatico «Politici, fate schifo». Il marito ci va ancora più pesante, definendo il leader di Italia Viva, nel brano Un giorno in pretura, un cantore dei dittatori dell’Arabia Saudita.

«Io e mia mia moglie siam tutti esauriti, tutti i desideri esauditi, come Renzi quando si è preso 80 mila petroldollari sauditi», rappa Fedez. «Anche se Renzi non lo vuole ammettere, i sauditi non amano mettere ai giornalisti il bavaglio, li mettono direttamente nel bagaglio a mano», continua alludendo all’assassinio del giornalista Khashoggi. Quindi l’affondo diretto contro il politico fiorentino, «un ex premier che fa complimenti sotto dettatura a una cazzo di dittatura che cattura e taglia la testa ai gay perché contro natura». Ma non c’è insulto a un Matteo che non possa fare il paio con un attacco all’altro Matteo. Da qui l’accusa alla Lega, colpevole secondo Fedez di aver sdoganato il far west fai date. «Ieri volevo informarmi su tutte le nuove proposte fatte dalla Lega», canta sempre in Un giorno in pretura. «E pensare che l’eutanasia in Italia sembrava una cosa utopistica quando per morire qui basta dare un pugno in faccia a un assessore leghista». Il riferimento è alla vicenda di Voghera dove l’assessore leghista Massimo Adriatici ha ucciso con un colpo di pistola un immigrato che lo aveva aggredito. Se ce n’è per Salvini, ce ne deve essere anche per la Meloni: è la par condicio degli attacchi ai sovranisti. A Giorgia, Fedez addebita la “colpa” grave di aver criticato Amazon ma di usarlo per promuovere i suoi libri: «La Meloni che grida allo scandalo: “Boicottate la mafia di Amazon, e comprate il mio libro Io sono Giorgia”. Oddio ma è primo su Amazon!». L’occasione è ghiotta per fare il gradasso, ammettendo di essere strapagato dalla multinazionale: «Quanto m’ hanno rotto il c-Amazon. Voi lo arricchite sto Amazon, io mi faccio arricchire da Amazon». Buon per te, Fedez, ma perché questa spacconata? Evidentemente il rapper si crede sopra tutto e tutti. E si permette di gettare fango pure sui suoi colleghi. Come Andrea Bocelli, accusato di essere un complottista No Vax per aver partecipato lo scorso anno a un convegno anti-lockdown: «Andrea va a un’assemblea che è una messa in scena dove si grida: “Bill Gates è un’aliena, che ci spara il 5G in vena”».

FRECCIATE PER (QUASI) TUTTI

Una frecciata viene destinata anche a J-Ax, liquidato come ex amico: «Siam davvero convinti che fossero amici come ai tempi di J-Ax», canta con una punta di veleno Fedez in Stupido Stupido. Male parole più dure sono riservate al Vaticano, i cui prelati vengono descritti come dediti a masturbazioni e fellatio seriali: «Si dice il peccato ma non il cardinale. C’è una festa in Santa Sede, ci si siede, ci si fa le seghe. In Vaticano non c’è la banca del seme perché da quelle parti hanno troppa… sete», recita il brano La cassa spinge 2021, in cui Fedez ironizza pure sul Codacons, solito denunciarlo: «Sono veramente euforico, non mi ha ancora querelato il Codacons». Magari dopo questi attacchi non lo querelerà nessuno, perché il miglior disprezzo verso Fedez sarebbe la noncuranza. Ma è da notare come, sebbene l’annuncio della sua discesa in campo fosse una presa in giro, il cantante sia divenuto un politico a tutti gli effetti. Di parte, come tutti i politici. Nei suoi testi non c’è un minimo sfottò né una vaga critica verso Pd e grillini. Il rivoluzionario Fedez è ormai organico all’establishment giallorosso. Tant’ è che viene il sospetto che le sue canzoni siano state scritte da Marco Travaglio. O forse, visto che sono molto brutte, da Andrea Scanzi. Magari, per peggiorare ulteriormente il giornale, potrebbero arruolarlo e riservargli una rubrica, Il Fedez quotidiano.

Postscriptum

Un pro memoria per chi ha letto e ha letto fin in fondo. Ricordo che è inutile commentare, che per ignorare dovrei scrivere niente, perché per mestiere sono un comunicatore e quindi comunico. Il che non significa, che di lor mi curo. Quindi, non sprecare energia e tempo nel commentare: fai come consiglia Dante Alighieri: “Non ti curar di lor, ma guarda e passa”. Fai tu allo stesso modo [V.v.B.].

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