Accordo a Sochi ieri tra Russia, Armenia e Azerbajgian di procedere con la definizione del confine azero-armeno e di sbloccare i collegamenti economici e viari nel Caucaso meridionale

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Come abbiamo riferito [QUI], il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, il Primo Ministro della Repubblica di Armenia, Nikol Pashinyan e il Presidente della Repubblica dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev hanno tenuto ieri, 26 novembre 2021 una riunione presso Bocharov Ruchey, la residenza del Presidente della Federazione Russa a Sochi. Durante l’incontro trilaterale a Sochi le parti hanno discusso l’attuazione della dichiarazione del 9 novembre 2020 sul cessate il fuoco e la cessazione di tutte le ostilità nella zona del conflitto dell’Artsakh/Nagorno Karabakh, nonché la dichiarazione dell’11 gennaio 2021 sullo sblocco di tutti i collegamenti economici e di trasporto nel Caucaso meridionale.

Al termine della riunione a Sochi i leader della Russia, dell’Armenia e dell’Azerbajgian hanno adottato una Dichiarazione congiunta, nella quale affermano di aver convenuto di adottare misure per aumentare il livello di stabilità e sicurezza al confine azerbajgiano-armeno, di lavorare alla creazione entro la fine dell’anno di una Commissione bilaterale sulla delimitazione del confine di stato tra la Repubblica dell’Azerbaigian e la Repubblica di Armenia con la sua successiva demarcazione con l’assistenza consultiva della Federazione Russa su richiesta delle parti e si impegnano per sbloccare tutti i collegamenti economici e di trasporto nella regione.

Vladimir Putin ha donato rami d’ulivo d’oro – simbolo di pace e prosperità – al Primo Ministro armeno e al Presidente azero, ricordando che l’olivo è “un albero benedetto nelle tradizioni antiche, ebraiche, cristiane e islamiche”. Putin ha affermato: “Spero che gli accordi di oggi vengano attuati e creino le condizioni per i prossimi passi nella normalizzazione delle relazioni nel Caucaso meridionale in generale”.

Il Presidente russo ha informato i membri del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa sui risultati delle discussioni con il Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan e il Presidente azero Ilham Aliyev, informa il Cremlino. “Vi informerò brevemente sui risultati delle mie discussioni con il Presidente dell’Azerbajgian e il Primo Ministro dell’Armenia sull’accordo del Nagorno-Karabakh e sugli accordi che sono stati raggiunti nel corso del lavoro di oggi con i colleghi”, ha detto Putin ai membri del Consiglio di Sicurezza. Al briefing hanno partecipato il Presidente del Consiglio della Federazione Russa Valentina Matvienko, il Presidente della Duma di Stato Viacheslav Volodin, il Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza Dmitry Medvedev, il Capo di Stato Maggiore dell’Ufficio Esecutivo Presidenziale Anton Vaino, il Segretario del Consiglio di Sicurezza Nikolai Patrushev, il Ministro degli Affari Interni Vladimir Kolokoltsev, Ministro degli Affari Esteri Sergei Lavrov, il Ministro della Difesa Sergei Shoigu, il Direttore del Servizio di Sicurezza Federale Alexander Bortnikov, il Direttore del Servizio di Intelligence Estero Sergei Naryshkin, e il Vice Capo di Gabinetto dell’Ufficio Esecutivo Presidenziale Dmitry Kozak.

Nella Dichiarazione congiunta, i leader di Armenia, Azerbajgian e Russia riaffermato il loro impegno per un’ulteriore attuazione coerente e l’osservanza incondizionata di tutte le disposizioni delle dichiarazioni del 9 novembre 2020 e dell’11 gennaio 2021 nell’interesse di garantire stabilità, sicurezza e sviluppo economico del Caucaso meridionale. Inoltre, che hanno convenuto di intensificare gli sforzi volti alla prima possibile soluzione delle restanti questioni derivanti dalle dichiarazioni del 9 novembre 2020 e dell’11 gennaio 2021.

Le tre parti dichiarano di aver molto apprezzato le attività del Gruppo di lavoro trilaterale, istituito in conformità con la Dichiarazione dell’11 gennaio 2021, sotto la presidenza congiunta dei Vice Primi Ministri della Repubblica dell’Azerbaigian, della Repubblica di Armenia e del Vice Primo Ministro della Federazione Russa per sbloccare tutti i collegamenti economici e di trasporto nella regione. Nella Dichiarazione congiunta viene sottolineato la necessità di avviare quanto prima progetti specifici per sbloccare il potenziale economico della regione.

Le tre parti sottolineano il contributo significativo del contingente russo di mantenimento della pace per stabilizzare la situazione e garantire la sicurezza nella regione. La Dichiarazione congiunta afferma che la Federazione Russa continuerà a fornire tutta l’assistenza necessaria “per la normalizzazione delle relazioni tra la Repubblica dell’Azerbajgian e la Repubblica di Armenia, creando un’atmosfera di fiducia tra i popoli azero e armeno, nonché instaurando relazioni di buon vicinato nella regione”.

Nelle settimane precedenti al vertice trilaterale di Sochi, in riferimento al cosiddetto “Corridoio di Zangezur” richiesto dall’Azerbajgian sul territorio dell’Armenia, la Russia ha affermato che la sovranità e integrità territoriale saranno rispettate. La portavoce del Ministero degli Esteri della Federazione Russa, Maria Zakharova, ha dichiarato in un briefing con i giornalisti il 25 novembre scorso, che la Russia vede buone prospettive per sbloccare le comunicazioni di trasporto regionale nel Caucaso meridionale (il Caucaso del Sud o la Transcaucasia, la regione geografica posta a sud dello spartiacque principale della catena del Caucaso, costituita da Georgia, Armenia, Artsakh/Nagorno-Karabakh e Azerbajgian, delimitata a nord dalla Ciscaucasia, a sud da Turchia e Iran ed è lambita a ovest dal Mar Nero e est dal Mar Caspio). Zakharova ha osservato che Mosca è per l’attuazione coerente degli accordi raggiunti nell’ambito delle dichiarazioni trilaterali adottate al più alto livello il 9 novembre 2020 e l’11 gennaio 2021, che riguardano, in parte, lo sblocco delle comunicazioni regionali. “La questione viene affrontata nell’ambito del gruppo di lavoro trilaterale co-presieduto dai vice primi ministri di Armenia, Russia e Azerbaigian. L’intera serie di questioni è stata discussa durante le visite del Vice Primo Ministro russo Alexei Overchuk a Yerevan e Baku. Vediamo buone prospettive per lo sblocco delle comunicazioni di trasporto, tenendo conto dell’equilibrio degli interessi di tutte le parti”, ha affermato il portavoce del Ministero degli Esteri russo. “Partiamo anche dal presupposto che il trasporto internazionale su rotte non bloccate sarà effettuato sulla base di accordi internazionali e legislazione nazionale di ciascuna delle parti”, ha sottolineato Zakharova.

Lo sblocco delle vie di trasporto regionali nel Caucaso meridionale aprirà ulteriori prospettive per l’Armenia e la Russia nella realizzazione del progetto “Nord-Sud”, ha affermato il Ministero degli Esteri russo in una dichiarazione del 6 novembre scorso, in vista dell’anniversario della dichiarazione trilaterale di cessate il fuoco nell’Artsakh/Nagorno-Karabakh, firmata dai leader di Armenia, Russia e Azerbajgian il 9 novembre 2020, ha riportato l’Agenzia TASS. Il Ministero degli Esteri russo ha ricordato che – a seguito di otto sessioni del gruppo di lavoro sotto la Co-presidenza dei Vice Primi Ministri di Russia, Azerbajgian e Armenia – è stato presentato un rapporto che descrive percorsi ferroviari e stradali specifici per ripristinare la comunicazione tra Armenia e Azerbajgian, con accesso alle comunicazioni di trasporto dei Paesi vicini, che, ha affermato, aumenteranno l’attrattiva di transito della regione e attireranno ulteriori investimenti. “È importante, soprattutto alla luce dei resoconti dei media sulla situazione intorno al cosiddetto “Corridoio di Zangezur”, che tutti i partecipanti al Gruppo di lavoro trilaterale abbiano concordato, che tutte le rotte di trasporto sbloccate e di nuova creazione opereranno sulla base del rispetto per la sovranità e l’integrità territoriale degli Stati che attraversano”, ha affermato il Ministero degli Esteri Russo il 6 novembre scorso.

Foto di copertina: Bocharov Ruchey, la residenza del Presidente della Federazione Russa a Sochi. Oltre alla sua residenza ufficiale a Mosca, il cui indirizzo è ampiamente noto (numero 6 in via Akademika Zelinskogo) – un appartamento in affitto di 153,7 metri quadrati, assegnato a Putin in qualità di Primo ministro sotto Boris Yeltsin negli anni Novanta – il capo del Cremlino possiede ufficialmente solo un piccolo appartamento sconosciuto in un luogo sconosciuto. Si tratta di un appartamento di 77 metri quadrati (piuttosto modesto per un Capo di Stato) e ben poco si sa del suo aspetto e della sua posizione. L’unica informazione nota riguarda le dimensioni, che fanno pensare che si tratti di un appartamento di due o tre stanze in un edificio residenziale da qualche parte in Russia, probabile che si trovi a San Pietroburgo, dove Putin è cresciuto. Inoltre, dichiara di possedere anche un garage di 18 metri quadrati. Poi, Putin ha a disposizione in totale otto tenute in tutta la Russia, dalla dacia di Stalin ai castelli dei Romanov In totale sono otto. Tra le più famose c’è la Bocharov Ruchey a Sochi. Costruita per volere di un maresciallo dell’Unione Sovietica, Kliment Voroshilov, fu completata nel 1955. In questa dacia governativa hanno alloggiato vari leader sovietici, come Khrushchev e Brezhnev. Al giorno d’oggi è la residenza estiva del Presidente russo.

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