Avvento: tempo di attesa!

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L’anno liturgico ha inizio con l’Avvento, termine latino che si traduce in ‘arrivo, venuta, presenza’; è infatti la realizzazione della promessa divina. Dio non dimentica l’uomo, creato a sua immagine e somiglianza; l’uomo sintesi mirabile di tutta l’opera creativa, in lui infatti converge la realtà visibile ed invisibile, la materia e lo spirito.

Il mistero dell’incarnazione del Verbo divino è già adombrato dal profeta Geremia: ‘attraverso la casa di David arriva un germoglio di giustizia sulla terra’; è la pietra miliare dalla quale parte e sulla quale si fonda la speranza cristiana. Dio mantiene la sua promessa ed inizia così un evento di gioia e di profonda riflessione.

La gioia: è venuto il tempo, sono maturati i giorni nei quali Dio realizza la sua promessa: metterò inimicizia tra te e la donna e verrà ‘il germoglio di giustizia’ che rende giusti, che apre le porte del Regno dei cieli, che riappacificherà la terra con il cielo e Dio sarà per tutti il “Padre nostro che sei nei cieli”. E’ il grande evento promesso da Dio, dopo la creazione e il peccato originale.

La riflessione: questo germoglio è il ‘Figlio dell’uomo’, il Verbo incarnato che arriva nel silenzio e nell’umiltà; Egli è il liberatore, colui che, come vero uomo, ha voluto patire e morire per liberarci da questa prigione di morte; Egli infatti ha vinto la morte. Il messaggio dell’avvento di questa 1^ domenica ci proietta subito verso il ritorno glorioso del Signore Gesù alla fine della storia.

Gesù, che ricordiamo nella sua prima venuta storica, è veramente il re dei re, entrato oggi in questa provincia del creato, chiamata terra, ed ha fatto dono all’uomo della sua venuta, è rimasto con noi nella Eucaristia per non lasciarci soli e dare forza, vigore, e consistenza alla nostra debolezza e fragilità.

Ci eravamo allontanati a causa del peccato cadendo sotto il dominio della morte, Egli però ha avuto pietà di noi, ‘Kyrie, eleison’; ha fatto una promessa e nella pienezza dei tempi ha mantenuto la promessa ed ha deciso di venirci incontro ascoltando la supplica: ‘Vieni, Signore Gesù, si aprano i cieli e piova il giusto’. Ecco perché l’avvento è tempo di gioia e tempo di riflessione, è tempo di speranza perché Dio non delude.

L’Avvento, mentre fa memoria della prima venuta del Signore nella carne, ci invita a risvegliare in noi l’attesa del ritorno glorioso di Cristo Gesù come Signore e Re della storia. Dio infatti è buono e misericordioso, è il pastore che stringe a sé la pecorella smarrita, ma è anche  giusto e santo e perciò giudice che premia e castiga.

Da qui l’appello che Gesù stesso in questa domenica ci ripropone: ‘Vegliate in ogni momento’, invito rivolto ai discepoli e a tutti gli uomini da Lui particolarmente amati perché nell’ora che non conosciamo saremo chiamati a rendere conto. Guardiamo perciò, amici carissimi, anche oggi al futuro della nostra storia.  Dio rispetta la nostra libertà, ma la libertà non è libertinaggio ma presa di coscienza e di responsabilità.

Resta la certezza che questo mondo finirà e su questo mondo Gesù, il ‘Figlio dell’uomo’ tornerà giudice onnipotente, come d’altronde ripetiamo sempre nel Credo o professione di fede: ‘verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti’. Una volta Carlo Marx definì la religione ‘l’oppio dei popoli’; la religione è vera presa di coscienza nell’umiltà del nostro essere, consapevoli che proveniamo da Dio e ritorniamo a Dio e la dottrina di Cristo Gesù non è pura evasione ma vera spinta ad un impegno.

L’apostolo Paolo ci ricorda oggi come si attua l’impegno cristiano: davanti all’insidia  dell’individualismo sta il caloroso impegno a crescere nella fraternità, nell’amore vero verso Dio e i fratelli: vegliate e pregate per comparire davanti al Figlio dell’uomo. ‘Fugit irreparabile tempus’ (la corsa del tempo è una fuga inarrestabile): chi ha tempo non aspetti altro tempo.

Guardati attorno, rifletti, discerni e poi vaglia ogni cosa per distinguere bene la pula, che il vento porta via, dai valori eterni intramontabili. E’ necessario alimentare ogni giorno la nostra speranza che ha come fondamento la Parola irrevocabile di Dio. La speranza è la sorella della fede: con la fede si vede quello che è, con la speranza si intravede quello che sarà.

La speranza sostenne e vide realizzata l’attesa messianica nel popolo di Dio, la speranza ci fa guardare avanti con fiducia. Dio non delude, confida in Lui; comincia questo nuovo anno e sia un anno di grazia e di amore.

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