Cei: cammino sinodale sia discernimento

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Incontrando i vescovi nell’assemblea della Cei papa Francesco ha regalato un’immagine con le parole dell’omelia dell’arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia:

“Beato il Vescovo che fa della povertà e della condivisione il suo stile di vita, perché con la sua testimonianza sta costruendo il regno dei cieli. Beato il Vescovo che non teme di rigare il suo volto con le lacrime, affinché in esse possano specchiarsi i dolori della gente, le fatiche dei presbiteri, trovando nell’abbraccio con chi soffre la consolazione di Dio. Beato il Vescovo che considera il suo ministero un servizio e non un potere, facendo della mitezza la sua forza, dando a tutti diritto di cittadinanza nel proprio cuore, per abitare la terra promessa ai miti…”.

A queste beatitudini ha fatto eco il ringraziamento del card. Gualtiero Bassetti, presidente della CEI: “Ecco, la bellezza cui vogliamo aspirare e che, in queste giornate, cercheremo di vivificare riflettendo sul Cammino sinodale delle nostre Chiese in Italia, avviato con l’Assemblea Generale di maggio.

E’ un percorso che si sta snodando in tutti i nostri territori, in tutte le nostre comunità, in piena sintonia con quello del Sinodo dei vescovi. E’ un tempo di grazia per le nostre Chiese per questo Cammino già ovunque avviato; per l’incontro a Firenze con la Sua presenza il 27 febbraio, per proseguire, in modo più approfondito, il cammino intrapreso a Bari, nel febbraio 2020; infine, pandemia permettendo, per il Suo incontro con gli adolescenti subito dopo Pasqua”.

Nell’introduzione all’apertura dell’assemblea il presidente della Cei ha chiesto ai vescovi di mostrare a tutti il volto misericordioso di Dio: “Questo atteggiamento di attenzione al particolare con un cuore aperto all’universale ci è richiesto e ci è garantito dal legame unico con il Santo Padre.

In lui riconosciamo il Vescovo di Roma e il successore di Pietro, colui che ha ricevuto da Cristo il compito di ‘confermare i suoi fratelli’. A lui va il nostro affetto e il nostro ringraziamento. Come sempre Papa Francesco ci ha rivolto parole importanti, che ci spronano a cogliere le occasioni di grazia che questo tempo ci offre”.

Tre sono gli impegni che la Chiesa deve portare avanti: “Il pianeta che speriamo esige che ciascuno si prenda cura di questa speranza. Per molti giovani è andata affievolendosi proprio la speranza. Ogni anno in Italia in migliaia fanno le valigie per cercare fortuna altrove.

Molti stentano a trovare lavoro qui oppure sono demotivati a tal punto da rinunciare a cercare un’occupazione o a studiare per raggiungerla. Non possiamo assistere a una situazione sociale e ambientale che rischia di tarpare le ali ai nostri ragazzi e di impoverire molti territori, destinati a spegnersi senza un ricambio generazionale!”

Accanto ai più deboli: “In comunione con il Papa, abbiamo richiamato nelle scorse settimane la situazione della Libia. Penso ora a quanto sta avvenendo nei confronti dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia, e a quelli che dalle coste del Magreb si avventurano nel Mediterraneo… Sono vicende che non appartengono alla cultura europea generata dal Vangelo”.

Soprattutto in questo periodo pandemico, chiedendo responsabilità: “Penso poi alle difficoltà causate ancora dalla pandemia. Le notizie che giungono dai Paesi vicini sono tutt’altro che confortanti. Di fronte all’aumento dei contagi, che registriamo anche in Italia, serve un surplus di responsabilità da parte di tutti:

proprio adesso è necessario fare quello sforzo ulteriore che ci aiuterà a superare il secondo inverno difficile nel nostro Paese e in tutto il mondo. La divisione in fronti contrapposti indebolisce sia la tenuta della società sia il cordone sanitario che ci ha permesso di salvaguardare i più fragili e di contenere significativamente il numero delle vittime”.

Infine un appello alla creatività: “Le procedure che metteremo in campo nei prossimi mesi dovranno anzitutto tenere conto di quanto abbiamo già a disposizione. Sarebbe improprio trascurare l’ascolto degli organismi già esistenti. Ma il Papa va oltre.

Mi sia permesso di dire che non ci si deve aspettare che la CEI avanzi delle proposte in questo ambito: ciascun Vescovo ha facoltà di elaborare ad hoc forme, appuntamenti, contesti, organismi per rendere questa fase di ascolto la più vitale e proficua possibile.

A questo proposito, però, avanzo una richiesta, che resta nell’ambito della condivisione fraterna… Attraverso il Cammino sinodale abbiamo l’occasione, come pastori, di mostrare il volto misericordioso della Chiesa”.

Ed al Sinodo ha pensato il card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, nell’intervento il valore del cammino sinodale: “La realizzazione virtuosa del processo sinodale da parte delle Chiese che sono in Italia sarà di esempio alle altre Chiese e agli altri episcopati.

D’altra parte, tutti sanno con quale insistenza il Santo Padre ha richiesto che si facesse un Sinodo della Chiesa Italiana. Nella lettera alla Chiesa che è pellegrina in Germania ha ripetuto come condizione irrinunciabile quanto detto ai Vescovi italiani, di realizzare un Sinodo a partire ‘dal basso’, dall’ascolto del Popolo di Dio nelle Chiese particolari”.

Quindi ha chiesto ai vescovi discernimento: “A questa Conferenza episcopale chiedo perciò anche un altro impegno: essere di esempio nella fase del discernimento. Aiutate tutti a capire che non si tratta di un lavoro affidato a qualcuno, ma esaminate voi stessi il materiale. Trovate un modo veramente collegiale di ‘discernere’ i contributi delle diocesi. La sintesi che offrite alla Segreteria sia davvero frutto dell’ascolto delle Chiese che sono in Italia.

Questo atto di discernimento aiuterà a comprendere (ne sono convinto) la natura collegiale delle Conferenze episcopali, nel quadro di una Chiesa costitutivamente sinodale.

E’ un tema, questo, che merita un approfondimento accurato, in modo che il processo sinodale garantisca un vero esercizio della sinodalità, della collegialità, del primato. Mortificare uno di questi aspetti è indebolire tutto il processo sinodale”.

(Foto: Cei)

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