L’episcopato brasiliano: giusto il grido delle strade

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Niente giustifica la violenza e la distruzione: hanno affermato, venerdì scorso, i vescovi brasiliani in una nota sugli scontri che stanno coinvolgendo la loro nazione, esprimendo solidarietà a quanti, soprattutto giovani, manifestano contro la ‘corruzione, l’impunità e la mancanza di trasparenza’, purché tutto si svolga in modo pacifico. Il punto di vista dei vescovi è stato illustrato dal presidente della conferenza episcopale, il cardinale arcivescovo di Aparecida, Raymundo Damasceno Assis.


Per i vescovi, che hanno diffuso una nota intitolata ‘Ascoltare il grido che viene dalle strade’, “si tratta di un fenomeno che coinvolge il popolo brasiliano e lo risveglia a una nuova consapevolezza. Richiede attenzione e discernimento per identificarne i valori e i limiti, sempre in vista della costruzione della società giusta e fraterna che aneliamo. Nate in modo libero e spontaneo a partire dalle reti sociali, le mobilitazioni mettono in discussione tutti noi e attestano che non è più possibile vivere in un Paese con tanta diseguaglianza”. Inoltre i vescovi del Brasile hanno dichiarato la solidarietà e sostegno alle manifestazioni pacifiche, in quanto: “si tratta di un fenomeno che coinvolge il popolo brasiliano e risvegliare una nuova coscienza. Richiede attenzione e comprensione per identificare i loro valori e confini, sempre con l’obiettivo di costruire la società giusta e fraterna che desideriamo”.

La presidenza della Conferenza Nazionale Brasiliana ha sottolineato la necessità dei giovani di urlare contro la corruzione, l’impunità e la mancanza di trasparenza nella gestione pubblica è testimonianza del risveglio del popolo, che vedono negati i loro diritti elementari: “Il diritto democratico di manifestazioni come queste dovrà sempre essere garantito dallo stato. Nulla giustifica la violenza, distruzione del patrimonio pubblico e privato, mancanza di rispetto e di aggressione a persone e istituzioni, la limitazione della libertà di andare e venire, di pensare e agire in modo diverso, che deve essere respinto con veemenza. Quando ciò si verifica, negare i valori inerenti alle dimostrazioni, produce una mancanza di credibilità nelle istituzioni pubbliche. Invece questi eventi rafforzano la partecipazione popolare per il destino del nostro paese e sono forieri di nuovi tempi per tutti”.

In relazione ad atti di vandalismo, la CNBB ha valutato che “nulla giustifica la violenza, la distruzione di proprietà pubblica e privata, mancanza di rispetto e l’abuso delle persone e delle istituzioni, la limitazione della libertà di andare e venire, di pensare e di agire in modo diverso, che dovrebbe essere con veemenza ripudiata”. Le proteste sono nate contro l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico nelle principali città brasiliane, gruppi di attivisti hanno organizzato le proteste per chiedere prezzi più bassi e maggiore qualità dei servizi pubblici forniti alla popolazione. Questi atti hanno guadagnato corpo ed espressione nazionale, dilatando gradualmente in un’ondata di proteste e costringendo decine di migliaia di persone per le strade con un significato non ancora pienamente compreso. La mobilitazione ha cominciato a Porto Alegre, quando, tra marzo e aprile, migliaia di dimostranti raggruppati nella parte anteriore del municipio per protestare contro l’aumento del prezzo dei biglietti dell’autobus.

Pochi mesi più tardi, lo stesso movimento si è sviluppato a São Paulo, dove le mobilitazioni successive hanno attirato migliaia per le strade; l’episodio più grande è avvenuto il 13 giugno, quando un atto pubblico immenso si è conclusa in violenti scontri con la polizia. Il presidente della CNBB, il cardinale Raymundo Damasceno Assis, ha riferito che in campo sociale, il Consiglio ha affrontato la questione delle riforme politiche: “Nel 2011, abbiamo studiato su questo tema e diciamo che la riforma politica è una pressante urgenza nel nostro paese. Se fatto in modo da superare i limiti di una semplice riforma elettorale, diventa un modo sicuro per contrastare la corruzione e la sua impunità abominevole che minano le istituzioni statali e le vite della gente brasiliana”. Per quanto riguarda la sanità pubblica la Conferenza Episcopale ha discusso la presentazione di un progetto di legge di iniziativa popolare che garantisca il trasferimento effettivo del 10% dei attuali ricavi lordi dello Stato brasiliano da destinare alla sanità.

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