Testimonianza sul raccapriccio della disonestà… e la “Mano di Dio”

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Sono una donna di fede da circa 30 anni, momento in cui grazie ad una frase rivelatami insospettabilmente da Nostra Signora, dato lo stato di degrado in cui versava allora l’anima mia, tutto è cambiato e: sono diventata onesta. Onesta anche in quei risvolti in cui nessuno potrebbe sapere, capire, sospettare, accusarmi.

Sono grande di età, anche abbastanza astuta e conosco i risvolti delle cose. Difficilmente mi trovo impreparata anche di fronte all’imponderabile: Deo gratias, sono sempre armata! Da allora è stato quasi impossibile commettere peccati mortali, tanto è stata radicale la determinazione a non offendere più gli Invisibili Amante e Amata: Gesù e Maria.

Ma ultimamente, a causa di una certa difficoltà economica sono stata tentata dall’avversario, quasi con successo, poi miracolosamente invano, nonostante il tormento messo in atto nell’anima mia.

Capita l’occasione in cui mi viene proposto da un conoscente a corto di tempo per occuparsene, di organizzare e seguire dei lavori di edilizia, nel ruolo improvvisato di capo-cantiere, per il quale avrei potuto ottenere molto in termini economici. Avrei potuto gonfiare il preventivo anche del doppio o del triplo, e nessuno avrebbe avuto da ridire, in quanto la ditta incaricata dei lavori, composta da alcuni miei amici, per simpatia avanzava un preventivo di bilancio economico davvero modesto, a fronte di preventivi di altre ditte che avrebbero preteso, almeno sei volte tanto! Avrei potuto farlo, e la tentazione c’è stata, ma avrei tradito amici e conoscenti e i comandamenti; e alla fine la risposta a questa tentazione è stata: No, grazie!

Ah, come ho goduto all’idea di poter incassare una certa cifretta, ora che me la passo in maniera un po’ critica.

È tarda sera. Faccio tutti i calcoli. Il raddoppio è perfettamente giustificato. Nessuno avrebbe detto nulla…. Nessuno.

Eppure, dopo quell’idea non ho dormito per tutta la notte. Al risveglio ero in uno stato come di convalescente: quasi comatoso (il peccato di pensiero è un cancro!). E il giorno dopo è stato complicato, anche nelle relazioni, che invece, normalmente sono molto cordiali con tutti.

Avrei anche meritato per intero, quella cifra che avrei chiesto al committente, perché di certo ho svolto un certo lavoro di fino, che gli ha permesso di risparmiare e anche molto, considerato il suo preventivo alternativo che invece era stato consegnato a lui.

Eppure…!!! Che nervosismo!!! Che nervosismo! Che nervosismo! Mi fermo. Prego. Chiedo lumi. Risposta del Cielo: “Non ti fidi di me? Vuoi tradire la mia volontà? Vuoi diventare disonesta? Non sai come amo la trasparenza? Vuoi rovinare il rapporto con Me? Non rubare! Se credi di meritare qualcosa di più del concordato, dillo ai tuoi interlocutori. Essi potrebbero accordartelo. Sii vera! Se non accordassero e tu avessi lavorato così bene inutilmente, non ricordi che Io ti offrirei cento volte tanto, proprio perché rinunceresti a ciò che vorresti, solo per restare fedele a Me?”.

Wow! Che meraviglia lo spannamento della memoria! E come cancella tutto l’avversario, quando vuole persuadere che andare conto la Divina Volontà, non in tutti i casi è un male!

Vedo di nuovo chiaro. Le ombre svaniscono. Commozione. Solo all’idea di rinunciare ad un possibile guadagno, allo scopo di mantenermi limpida, il nervosismo amaro, all’improvviso, svanisce come neve al sole. Si liquefà. Torna la pace, il sorriso, l’allegria e la consueta serenità con cui mi sveglio, vivo e mi addormento.

Quindi la mia risposta: “Ok Gesù: Rinuncio! Rinuncio alla tentazione. Accetto e riconosco fonte di pace, pur nel bisogno, Te e i Tuoi ordini: non ruberò per nessuna ragione al mondo!”.

Pensi così ed eseguo. Faccio come suggerisce il Cielo e… cosa accade?

1) Parlo col committente che, senza nessun problema mi accorda una ricompensa ulteriore.

2) Un’amica che produce alimenti di mio grande gusto mi invia per posta un meraviglioso pacco di vivande. Non so perché. Fantastico però.

3) Un contatto fb che non conosco di persona, ma che dice di apprezzarmi, donna elegante nei modi e probabilmente molto benestante, mi invia spontaneamente un bel bonifico a sostegno di un’altra mia attività. Anche questo, non so perché.

Non saprei cos’altro aggiungere, se non che Dio è Grande proprio nella Sua Fedeltà! Essere fedeli a Lui è la più grande garanzia di pace, benessere interiore, relazionale, qui e altrove.

Fate così pure voi! Conviene!

Grazie per aver ascoltato.

Veronica Cireneo

* * *

Questo racconto, una breve storia a lieto fine, semplice ed edificante, anche per la rapidità con cui è giunta la ricompensa, è stato pubblicato dall’autrice oggi anche sul blog Stilum Curiae di Marco Tosatti [QUI].

Abbiamo scelto di accompagnare questa storia vera di Veronica Cireneo con la foto di copertina, che ritrae la scultura “Mano di Dio”, opera di Lorenzo Quinn (2008), che si ispira ad una preghiera di anonimo autore ed è posta su una base rivestita di marmo nell’ingresso di via Gemona della Chiesa Nuova della parrocchia di San Quirino a Udine. Sculture di Lorenzo Quinn dello stesso tema si trovano anche in Park Lane/Hyde Park e all’ingresso della Royal Exchange a Londra, nel Jingan District a Shanghai, in una collezione privata in Irlanda, nel Longdole Polo Club del Gloucestershire, presso il Caldea Building in Andorra.

L’artista Lorenzo Quinn è famoso nel mondo per le sue gigantesche mani scolpite. È uno scultore di origini italiane che ora vive a Barcellona. Il quinto figlio dell’attore Anthony Quinn, nato nel 1966, trascorse la sua infanzia in Italia e negli Stati Uniti. Si è laureato all’Accademia di Belle Arti di New York. Un uomo nudo ingobbito, che lascia stancamente le mani, siede nell’enorme palmo sostenendolo con cura. Lorenzo ha dedicato questo lavoro a suo figlio. La “Mano di Dio” attira l’attenzione degli spettatori sull’insicurezza contro i pericoli che i bambini affrontano nella vita reale. La mano divenne successivamente l’elemento principale nel lavoro di Quinn. Lo spiega con il fatto che un enorme potere si nasconde nella mano: il potere di amare, odiare, creare e distruggere.

Nel lontano 1989 Lorenzo Quinn diceva di aver creato la sua prima opera d’arte: «Avevo fatto un busto dal disegno di Adamo di Michelangelo, un lavoro di artigiano. Avevo un’idea e ho iniziato a scalpellare via, e Eva è uscito dal corpo di Adamo. Aveva iniziato come esercizio puramente accademico, ma era diventato un’opera d’arte». Osservando le sue opere, non si può non immaginare quali siano gli artisti che Quinn osserva: la virilità di Michelangelo, la plasticità di Bernini, la forza travolgente di Rodin.

Negli ultimi vent’anni le opere di Quinn sono state richieste ed esposte in tutto il mondo. Le sue idee creative sfavillano rapidamente: «L’ispirazione arriva in un millisecondo – dice, e mentre lavora – osservo l’energia quotidiana della vita». E lo si vede scolpito nell’albero della vita, prodotto per le Nazioni Unite nel 1993; nella statua di Sant’Antonio per la basilica di Padova; in “Rise Through Education”, un’installazione per l’accademia sportiva di Doha; in “Legacy”, per Barcellona nel 2006: affascinato dalla storia degli alberi di ciliegio della città, Quinn ha deciso di creare un’opera che potesse riflettere questo racconto. Il tronco d’albero, formato da un maschio e una femmina che tiene rami carichi di ciliegie, simulazione del DNA umano; nelle sculture di “Evolution”, scelte nel 2008 per inaugurare i nuovi locali della Halcyon Gallery a Londra, molte delle quali rappresentavano il simbolo che è diventato emblematico di Quinn: la mano umana («Volevo scolpire quello che è considerato la parte più difficile e più tecnicamente impegnativa del corpo umano. La mano tiene tanto potere, il potere di amare, odiare, creare, distruggere. Ho iniettato una vita di esperienza in Evoluzione; Si tratta del mio passato, presente e futuro»).

Nel 2011 Lorenzo Quinn è chiamato a partecipare alla prima Biennale di Scultura, a Roma. Poco dopo è stato chiamato ad esporre “Salto di fede” e “Mano di Dio” al Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo. «Il passato è in pietra, il presente si sta scavando in legno e il futuro è un calice vuoto da riempire di sogni» [V.v.B.].

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