Imola: aperto il Giubileo della Cattedrale

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Domenica 24 ottobre ad Imola è stata aperta la porta santa della cattedrale di san Cassiano, con cui si è dato inizio all’Anno giubilare dei 750 anni della dedicazione della Basilica al patrono san Cassiano, con una celebrazione eucaristica officiata dal card. Mauro Gambetti, vicario generale del papa per la Città del Vaticano e arciprete della Basilica di San Pietro, che nell’omelia ha sottolineato il valore della dimora di Dio:

“Noi siamo il tempio di Dio dove egli vuole dimorare, prendere posto e rimanere, per un incontro personale e comunitario. Il nostro cuore è il primo altare, la preghiera la porta. Più che fare delle cose, dobbiamo essere dimora di Dio, perché sia percepito da chi non entra più nelle chiese come un luogo dove Gesù vero tempio cammina in mezzo al suo popolo, per rispondere alle grida d’incertezza, di sfiducia e di smarrimento che si odono intorno a noi. Questo è il senso dell’Anno giubilare, questo il senso da riscoprire della Chiesa sinodale che cammina in mezzo ai battezzati e a tutti gli esseri umani”.

L’anno giubilare si articolerà in un ricco calendario d’iniziative spirituali, culturali, sociali e artistiche, e si concluderà il 23 ottobre 2022, quando la Porta Santa sarà chiusa dal card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, spiegato al termine della celebrazione eucaristica dal vescovo della diocesi, mons. Giovanni Mosciatti:

“Per concessione di papa Francesco, per l’intero Anno giubilare, sarà possibile ricevere il dono dell’indulgenza plenaria nella nostra Basilica, secondo le condizioni previste dalla Chiesa. Le restrizioni, che speriamo di vivere solo in questa prima parte del Giubileo, ci portano a vivere ancor di più il carattere penitenziale e di conversione, e speriamo che lungo questo percorso il Signore ci allontani da questa pandemia.

Così come la ricostruzione della Cattedrale tracciò l’inizio della ripartenza, per noi queste celebrazioni segnino l’avvio di una nuova primavera”.

E per tale occasione mons. Mosciatti, ha scritto ai fedeli una lettera pastorale, intitolata ‘Un tempio di mattoni casa di una Chiesa viva, fatta di persone’, in cui offre una riflessione per capire quanto sia eccezionale il momento che la Diocesi sta vivendo: “La Cattedrale è un tempio di mattoni, ma soprattutto la casa di una Chiesa viva, fatta di persone, chiamate a riflettere quanto sia eccezionale il momento che si apprestano a vivere”.

La primitiva Cattedrale era sorta fuori le mura sul corpo del martire san Cassiano (IV secolo), attorno al quale sorse il Castrum Sancti Cassiani. Il vescovo Enrico trasferì la sede in città il 3 luglio 1187, dove fu eretta la cripta con le reliquie dei santi imolesi Cassiano, Pietro Crisologo, Proietto e Maurelio. Il 24 ottobre 1271 il vescovo Sinibaldo Miloti da Certaldo consacrò il nuovo tempio. Alla fine del secolo XVII al vescovo Gian Carlo Bandi si deve una radicale trasformazione architettonica della chiesa di san Cassiano, tanto da parlare di una terza Cattedrale, come si vede attualmente.

Il vescovo della città ha scritto che questo Giubileo “è un’occasione straordinaria che ci ricorda l’immensa ricchezza della fede, dell’appartenenza alla Chiesa diocesana, della fedeltà perenne di Dio verso il suo popolo in questa terra benedetta da Dio attraverso il patrocinio del santo patrono Cassiano”.

La speranza è un ritorno alla gioia della convivialità: “La speranza è che in questo tempo, dopo la dura prova della pandemia possiamo gustare la gioia di ritrovarci e di poter vivere una reale ripresa della nostra vita. Vorremmo poter vivere solenni celebrazioni e varie iniziative, per accrescere in tutti le virtù della Fede, della Speranza e della Carità, per poter gustare la gioia del Vangelo e rafforzare maggiormente l’unità con il vescovo e con il papa, che la chiesa cattedrale esprime, per un rinnovato slancio missionario”.

Ripercorrendo la storia della basilica ha ricordato la visita nella città di papa Pio VI e di papa Giovanni Paolo II: “Il 28 maggio 1782 la cattedrale fu solennemente consacrata da Pio VI, in sosta ad Imola nel suo viaggio di ritorno da Vienna e così in questo anno giubilare avremo la grazia di celebrare anche i 240 anni della seconda consacrazione.

Il 17 dicembre 1981 un breve di papa Giovanni Paolo II, che la visitò poi nel 1986, le ha attribuito il titolo di basilica minore, concesso solo a quelle chiese che siano riconosciute particolarmente illustri per antichità, importanza, ricchezza di tradizioni religiose, storiche ed artistiche. E così il nostro anno si arricchisce di una nuova ricorrenza: i 40 anni dell’attribuzione della dignità di basilica minore”.

Nella lettera mons. Mosciatti ha ribadito che il giubileo sia un incontro con la misericordia di Dio: “La celebrazione di questo anno giubilare sia per tutti i credenti un vero momento di incontro con la misericordia di Dio. Che sia esperienza viva della vicinanza del Padre che accoglie e perdona, quasi a voler toccare con mano la sua tenerezza, perché la fede di ogni credente si rinvigorisca e così la testimonianza diventi sempre più efficace.

Per vivere e ottenere l’indulgenza i fedeli saranno chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la porta santa, aperta in cattedrale, come segno del desiderio profondo di vera conversione.

E’ importante che questo momento sia unito, anzitutto, al sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione della Santa Eucaristia, accompagnando queste celebrazioni con la professione di fede e con la preghiera per il papa, per le intenzioni che porta nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo intero”.

E’ un invito a meditare la frase che san Giovanni Paolo II disse visitando la Cattedrale nel maggio 1986 (‘La Chiesa è una comunione. Una comunità di fede, che si costruisce sulla parola di Dio e sui sacramenti. E’ un edificio, per vari aspetti, sempre in costruzione, e i costruttori sono tutti i componenti, nessuno escluso, chiamati a cooperare unitariamente alla meravigliosa impresa’):

“Il tempio di mattoni è il simbolo della Chiesa viva, la comunità cristiana, che già gli Apostoli Pietro e Paolo, nelle loro lettere, intendevano come edificio spirituale, costruito da Dio con le pietre vive che sono i cristiani, sopra l’unico fondamento che è Gesù Cristo, paragonato a sua volta alla pietra angolare.

Intorno alla parola di Dio e alla mensa dell’Eucarestia la Chiesa di pietre vive si edifica nella verità e nella carità e viene interiormente plasmata dallo Spirito Santo, conformandosi sempre più al suo Signore Gesù Cristo”.

La cattedrale è una Chiesa che si incarna nella città: “Ed allora tutto può diventare oggetto d’amore partendo da questa dimora. La grande dimora della Chiesa si incarna, si realizza in terminali capillari dentro le case, le dimore, in una dimensione quotidiana di spazio e di tempo. E ciascuno di noi è stato scelto come pietra viva a formare, a generare un’esistenza sperimentabile a tutti, testimoniando che Cristo è il Re dell’Universo, che tutto ha consistenza in Lui”.

Nella conclusione della lettera mons. Mosciatti ha sottolineato che la Chiesa è dove ognuno abita: “Attraverso questi capillari la Chiesa vive nel grande contesto del mondo intero.

E ognuno di noi, come ricorda il profeta Isaia, è chiamato a essere ‘ricostruttore di case distrutte’, di umanità distrutte. Ognuno di noi, là dove è, diventa tutti i giorni segno della bontà di Gesù, della Sua volontà di bene per l’uomo”.

Questa situazione è accaduta a Maria, alla quale il vescovo ha affidato questo cammino giubilare: “E come è importante vedere che tutto questo accade in Maria. Lei è stata scelta perché fosse e creasse la prima dimora di Dio nel mondo, il primo tempio di Dio nel mondo, del Dio vero e vivo; perché fosse la prima casa di Dio nel mondo.

E Nazareth, la casa di Nazareth è il primo sviluppo di quella casa che è il seno di Maria, che è Maria. È il primo sviluppo di quella personalità investita totalmente per Cristo: fatta, esistente, viva, vivente, creativa, piena di grazia, perché Cristo sia riconosciuto”.

(Foto: diocesi di Imola)

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