Ora rispunta “l’emergenza” Ddl Zan. Associazione Family Day e Pro Vita & Famiglia il 27 ottobre davanti al Senato per testimoniare l’opposizione ad una legge liberticida, inutile, dannoso e pericoloso

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“Il Ddl Zan entrerà in Aula del Senato mercoledì 27 ottobre per la discussione generale. È giunto, quindi, il momento di riprendere la nostra battaglia di contrasto con la stessa chiarezza e determinazione dei mesi scorsi”, così Massimo Gandolfini, Presidente della Associazione Family Day.

“Non dobbiamo tralasciare nessuno sforzo per fermare un disegno di legge inutile, illiberale e liberticida, che si propone perfino di educare i nostri figli secondo ideologie prive di ogni valore scientifico ed umano”, prosegue. “Il dovere di rispetto assoluto per le persone omosessuali è già chiaramente scritto nella nostra Costituzione e nelle nostre leggi”.

“Il Ddl Zan così fortemente ideologizzato, è addirittura dannoso – ribadisce Gandolfini – come chiaramente denunciato da numerosi rappresentanti del mondo femminista, da persone omosessuali e da importanti voci liberali.

“Sarò, dunque, davanti al Senato, mercoledì 27 ottobre, dalle ore 09.00 per testimoniare una volta di più la nostra opposizione, appellandoci ai Senatori e alle forze politiche perché fermino questo inutile e dannoso Ddl. Sarò felice di accogliere chi voglia unirsi a questo simbolico presidio di democrazia e libero pensiero”, conclude il leader del Family Day.

Pro Vita & Famiglia il 27 ottobre davanti al Senato per opporci ad una legge pericolosa e liberticida

“Il Ddl Zan torna in Senato il 27 ottobre per la discussione generale in Aula, dopo mesi di “silenzio” da parte di una certa area politica per non pregiudicare le elezioni. Un silenzio che è stata una prova di quanto il disegno di legge sia inutile, ideologico e tutto fuorché un’emergenza”, il commento di Antonio Brandi, Presidente di Pro Vita & Famigli Onlus.

“Ribadiremo con forza la nostra opposizione a questo Ddl – condivisa anche da buona parte del mondo femminista, omosessuale e liberale – contro un progetto liberticida che vorrebbe chiudere la bocca a chiunque la pensi diversamente e perfino indottrinare i nostri figli secondo l’ideologia gender”, aggiunge Jacopo Coghe, Vicepresidente di Pro Vita & Famiglia Onlus.

“Per questo motivo – conclude una Nota di Pro Vita & Famiglia – saremo presenti con un punto stampa mercoledì 27 ottobre, alle ore 09.00, davanti all’ingresso di Palazzo Madama per chiedere ai senatori e ai leader dei partiti di centrodestra di tener fede a quanto detto e manifestato negli ultimi mesi, e soprattutto al mandato elettorale ricevuto, invitando tutti ad essere presenti in Aula per votare compatti contro questo Ddl profondamente divisivo e pericoloso”.

Ddl Zan. I numeri traballano e Letta, impaurito, apre alle trattative
Unica soluzione per non discriminare nessuno, è rigettare in toto il testo
Pro Vita & Famiglia Onlus, 25 ottobre 2021


Come ben commenta Il Giornale, le priorità di Enrico Letta, Segretario del Partito Democratico, sembrano essere – anzi sono – completamente distaccate dalla realtà e dai reali bisogni (e reali emergenze) del Paese. Ospite a “Che tempo che fa”, infatti, ha continuato a portare avanti le battaglie ideologiche e ha posto come argomento prioritario l’approvazione del Ddl Zan. Inoltre, non sembra esserci spazio per il dialogo nel mondo di Letta per quanto concerne questo decreto: “Dobbiamo portarlo avanti e approvarlo – ha dichiarato – io sono stato molto rigido nei mesi scorsi, e questo ci ha consentito di arrivare all’Aula del Senato”.

Letta, come se non bastasse, si è anche appellato direttamente ad Alessandro Zan, primo firmatario del Disegno di legge anche se non direttamente interessato alla votazione in quanto deputato (e il Ddl è attualmente in Senato), affinché «si faccia carico del tentativo di trovare un’intesa in Parlamento, confrontandosi con le altre forze politiche per capire le condizioni che possano portare a un’approvazione rapida del testo».

Un appello che però svela come il disegno di legge sia traballante, così come i numeri in Senato. Lo stesso Segretario del Partito Democratico, infatti, ha fatto una timida apertura a “modifiche”, anche se si è affrettato a specificare che debbano essere «non sostanziali». La volontà, infatti, sarebbe quella di togliere l’identità di genere e quindi, con queste modifiche, riavvicinare i molti dubbiosi che – ad oggi – fanno tremare i pro-Ddl Zan.

Pro Vita & Famiglia Onlus, come gran parte del mondo anche femminista, non ci ferma alla sola “identità di genere” ma crede e vuole che l’unica soluzione per non discriminare nessuno sia rigettare in toto il testo.

Rispunta “l’emergenza” Ddl Zan. Ora che conviene…
di Giuliano Guzzo
Pro Vita & Famiglia, 25 ottobre 2021


Neppure il tempo di festeggiare l’esito delle recenti elezioni amministrative, che subito la sinistra è tornata, in Parlamento, a rispolverare il suo mantra preferito: il Ddl Zan. «Ora è il momento di decidere», ha dichiarato su questo la senatrice Monica Cirinnà, convinta che «i risultati delle elezioni amministrative» dimostrino «che è forte nel Paese la domanda di eguaglianza e giustizia». Risultato: la legge contro l’omobitransfobia, approvata nel novembre 2020 a Montecitorio, sarà all’esame del senato il 27 novembre. Ciò significa che i Ferragnez e gli altri influencer devono ora riscaldare i polpastrelli, per tornare a tirare la volata sui social alla legge arcobaleno.

Battute a parte, non si possono non notare molte anomalie in questa richiesta del centrosinistra di tornare a discutere del Ddl Zan. La prima deriva dal fatto che «i risultati delle elezioni amministrative», che tanto allietano i parlamentari dem, riguardano i sindaci e non altro. Non solo. Ad uno sguardo attento, si noterà come l’indubbio successo del centrosinistra a questa tornata elettorale è comunque avvenuto conquistando città che, quasi sempre, erano già governate…proprio dal centrosinistra. Forse bisognerebbe dunque andarci piano, prima di strumentalizzare un indubbio successo politico che però, dati alla mano, non può certo passare come un trionfo epocale.

Torniamo però adesso al Ddl Zan e alle anomalie di un centrosinistra che ora vuole vederlo approvato dopo mesi – sì, mesi – che l’argomento era scomparso letteralmente dai radar politici, con il dibattito che in queste settimane, come noto, si è concentrato in modo surreale sul fascismo, regime il cui rischio di un ritorno non convince neppure tanti osservatori progressisti. Non sarà, allora, che semplicemente i parlamentari progressisti che fino a ieri hanno parlato di un ritorno del fascismo ora tornano a parlare del Ddl Zan per evitare di parlare di qualcosa di concreto, tipo i problemi delle famiglie e i lavoratori?

Ancora, un terzo profilo che pare impossibile non considerare riguarda il presunto carattere di urgenze della legge arcobaleno. I suoi promotori, ogni volta che ne parlano, descrivono il provvedimento come di assoluta urgenza, pena l’abbandono di fior di cittadini italiani, che resterebbero così privati di tutele fondamentali. Ora, a parte che così non è affatto – le tutele ci sono già, e per tutti, come tutti i giuristi seri sottolineano -, c’è un passaggio che colpisce, e cioè quello che si diceva poc’anzi: per mesi del Ddl Zan non si è parlato.

Dobbiamo quindi dedurne che il centrosinistra ha volutamente abbandonato le persone Lgbt per mesi senza diritti, salvo poi tornare sull’argomento ora? Evidentemente, dato che nessun reale diritto è negato, le cose non stanno così. Tuttavia, resta – e forte – l’impressione di un’area politica, quella progressista, che davvero ormai non sa produrre né pensiero né politica che fuoriesca dal tormentone dei cosiddetti “nuovi diritti”.

E i lavoratori? I precari? Le famiglie che faticano a sbarcare il lunario? Gli emarginati? Storicamente, erano queste le categorie cui proprio la sinistra guardava con maggiore attenzione, facendosi – o provando a farsi – carico delle loro istanze. Da quando, ormai da diversi anni, il campo progressista si è però trasformato, queste storiche battaglie sono state abbandonate. E non perché precari, lavoratori, famiglie in crisi ed emarginati siano scomparsi, ma perché è scomparso l’attaccamento alla realtà di chi, in questa fase critica, non riesce a vedere né dire nulla che non sia viva il Ddl Zan.

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