Cirillo e Metodio, a 1150 anni dal loro arrivo in Moravia

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Sono trascorsi 1150 anni dall’arrivo dei santi Cirillo e Metodio – i due monaci evangelizzatori dell’est, determinanti per la cultura trasmessa, l’educazione e la creazione del primo alfabeto slavo – nella Grande Moravia. In occasione dell’anniversario che ricorda il particolare evento Jean-Pierre Grallet, Arcivescovo di Strasburgo, alla presenza del card. Dominik Duka, arcivescovo di Praga, e monsignor Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il CdE, presiederà la S. Messa nella cattedrale di Notre Dame, a Strasburgo (Francia), promossa da Rappresentanza permanente della Repubblica Ceca e della Slovacchia, Missione permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, diocesi di Strasburgo, in collaborazione con diverse rappresentanze di Paesi dell’est e del sud-est Europa. “Il messaggio di Cirillo e Metodio – spiegano i promotori della manifestazione – è più che mai attuale, perché si basa sull’incontro, il dialogo e la scoperta dell’altro, e contribuisce a un’Europa moderna in grado di esprimere insieme tutta la ricchezza della tradizione orientale e occidentale” (Sir).

“Colpiti dalla profondità dell’opera dei santi Cirillo e Metodio, padri della cultura di molte nazioni d’Europa, vogliamo celebrare l’anniversario di una delle date più importanti della storia del nostro continente in uno spirito di fratellanza e di condivisione”.

I fratelli Cirillo e Metodio, nati a Tessalonica (la città dove visse e operò san Paolo) all’inizio del sec. IX, evangelizzarono i popoli della Pannonia e della Moravia. Crearono l’alfabeto slavo e tradussero in questa lingua la Scrittura e anche i testi della liturgia latina, per aprire ai nuovi popoli i tesori della parola di Dio e dei Sacramenti.

Giovanni Paolo II, il 31 dicembre del 1980, con la Lettera Apostolica “Egregiae virtutis” aveva proclamato Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa insieme a San Benedetto, per la loro opera di evangelizzazione dei popoli slavi e della parte orientale del vecchio continente. Nel testo della Lettera il Papa slavo ricordava il coraggioso annuncio del Vangelo portato avanti dai due fratelli. “Tale annuncio – chiariva Papa Wojtyla – è stato via e strumento di reciproca conoscenza e di unione fra i diversi popoli dell’Europa nascente, ed ha assicurato all’Europa di oggi un comune patrimonio spirituale e culturale”. “Auspico – ricordava infine il Pontefice – che per opera della misericordia della santissima Trinità, per l’intercessione della Madre di Dio e di tutti i santi, sparisca ciò che divide le Chiese come pure i popoli e le nazioni; e le diversità di tradizioni e di cultura dimostrino invece il reciproco completamento di una comune ricchezza”.

Meno di un anno fa, in barba ai valori culturali e cristiani della civiltà slava, per un discutibile “principio di neutralità religiosa”, la banca nazionale slovacca decise di emettere una moneta commemorativa dedicata ai due monaci evangelizzatori, privando però i due famosi Compatroni d’Europa dell’aureola (segno della loro santità) e della croce posta sul loro pallio (paramento liturgico che indica la comunione con la Chiesa di Roma). Una rigidità, questa, mostrata nei confronti del Cristianesimo che, ricordiamolo, ha dato dignità e valore alla cultura di tutta l’Europa, e che la Conferenza episcopale slovacca dovette accettare con rammarico. Oggi, paradossalmente, nessun libro svalo può ragionevolmente essere letto senza tenere conto e ricordare quell’alfabeto “cirillico” inventato proprio da i due Compatroni d’Europa.

La proposta di coniare la moneta commemorativa da due euro, privando Cirillo e Metodio dell’aureola e della croce, proveniva dalla Commissione europea; Bruxelles li riteneva, infatti, simboli eccessivamente religiosi, in una Europa laica che ha dimenticato le radici cristiane. Dopo le proteste portate avanti dalla Slovacchia – che non intendeva spogliare gli Apostoli degli Slavi delle loro insegne religiose – il problema sembrerebbe risolto. Cirillo e Metodio verranno così rappresentati nella moneta europea – crepi l’avarizia – con aureola e croce!

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