Il delirio

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Sto pensando, che forse è giunto il momento di soffermarsi sugli effetti devastanti ed irreversibili della pandemia, che da due anni ha piegato psicologicamente l’essere umano. Mi piacerebbe che la gente riflettesse più su questo dramma, anziché spostare l’attenzione sui vaccini, il Green Pass e altro ancora, a mo’ di ritornello stonato di una canzone ormai andata.

L’aspetto più drammatico di tutta la faccenda, è la mancanza di consapevolezza dello stato in cui riversano determinate persone, indebitamente definite tali. Costrette a queste forme di “isolamento” fisico e mentale, hanno cronicizzato problemi psichici preesistenti, di cui non hanno alcuna contezza. Pertanto si sentono in diritto di parlare per strada, al bar, in famiglia e spessissimo sui social. Oh sì!!!!!! I social, santi di loro devozione, ormai trasformati in lavagne luminose pronte all’uso e 24 ore su 24. Insomma, amici cari, schermo e tastiera sono lo scudo protettivo privilegiato per la vigliaccheria, codardia e chi più ne ha, più ne metta.

Dunque, io giungo a questa conclusione: la nostra società da liquida sta passando a solida. E non mi chiedete di essere più dettagliata, perché il mio stile e la mia contegnosità me lo vieta tassativamente.

Valentina Villano

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