Per la cultura accessibile a tutti. La Santa Sede alla conferenza di Marrakech

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Per comprendere il senso del lavoro che la Santa Sede va a fare alla Conferenza Diplomatica di Marrakech (in programma nella capitale del Marocco dal 18 al 28 giugno) si deve andare a rileggere la Caritas in Veritate, al numero 22. In un passaggio Benedetto XVI denunciava con forza che “anche nell’ambito delle cause immateriali o culturali dello sviluppo e del sottosviluppo possiamo trovare la medesima articolazione di responsabilità. Ci sono forme eccessive di protezione della conoscenza da parte dei Paesi ricchi, mediante un utilizzo troppo rigido del diritto di proprietà intellettuale, specialmente nel campo sanitario”. Nel caso della Conferenza di Marrakech si parla del diritto d’autore. E in particolare, si parla di migliorare l’accesso ai libri per le persone ipovedenti, o con deficit all’80 per cento. Una battaglia di cui la Santa Sede è stata una delle principali promotrici.

 

La strada verso Marrakech è un lungo percorso. La WIPO (la World Intellectual Property Organization) aveva cominciato a considerare sin dal 2004 se alcune esenzioni al diritto di copyright potessero essere armonizzate a livello internazionale. Nel 2009 la proposta per un trattato in tal senso è stata sottoposta a maggio da Brasile, Ecuador e Paraguay.

Di quella proposta, la Santa Sede è stato uno dei principali motori e promotori, fedele al principio enunciato nella Caritas in veritate di una cultura condivisa e con eguali possibilità di accesso per tutti. Gli ipovedenti nel mondo sono 287 milioni, e di questi soltanto il 5 per cento ha accesso alla cultura. Di questo 5 per cento, poi, il 99 per cento risiede nei Paesi sviluppati.

È dunque evidente lo svantaggio, la disparità e lo squilibrio messi in luce dal diritto d’autore così come è concepito.

A dicembre del 2012, gli Stati membri del WIPO si sono incontrati in una sessione straordinaria dell’assemblea generale dell’organizzazione e hanno concordato che i negoziati erano ad uno stato sufficientemente avanzato da garantire una conferenza diplomatica. Dopo quell’incontro, ci sono stati anche altri due incontri di negoziazione a Ginevra a febbraio ed aprile del 2013.

L’incontro di Marrakech parte da qui. Secondo il sito del WIPO, c’è già stato un accordo su diversi elementi essenziali della proposta di trattato. Tutti sono d’accordo sui beneficiari di questo trattato, che sono stati definiti come visually impaired persons (persone con danneggiamenti visivi), persone disabilitate all’accesso alla stampa e quelle che sono inabile a causa di una disabilità fisica che non permette loro di leggere un testo standard. Si è anche raggiunto un accordo sulle definizioni chiave per le opere che riguardano dal trattato e per quanto riguarda le “entità autorizzate” che dovrebbero fornire versioni accessibili di lavori pubblicati.

La proposta però andrebbe oltre, includendo anche una richiesta alle nazioni di introdurre eccezioni e limitazioni nelle loro leggi sul copyright per permettere la produzione di libri in formato accessibile in modo da permettere lo scambio internazionale.

Ci sono anche molte parti dell’accordo da limare, e la Santa Sede svolgerà un ruolo chiave. È stata promotrice del trattato con Brasile, Ecuador e Paraguay, durante i negoziati ha svolto il ruolo di facilitatore.

Dopo anni di impegno, dovrebbe così finalmente chiudersi un trattato che renderà accessibili con un notevole abbattimento di costi libri in versioni accessibili per gli ipovedenti, come il Braille. Così, i beneficiari potranno accedere a storie, testi e altro materiale che potranno usare per la loro educazione. Lo sviluppo dei popoli parte anche da qui.

(nella foto: la sede centrale del WIPO)

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