Con grande rispetto, il commento di un amico con la Sla, sulla bugia colossale dietro il referendum pro eutanasia. «Non quello che si vuole far credere»
Condivido di seguito un commento sull’«inganno mascherato del diritto di morire» («Si vuole il referendum per arrivare a decidere della vita altrui, degli scarti sociali, a cominciare dagli anziani. E poi gli handicappati e chi non viva una vita “dignitosa” secondo criteri dettati da altri, nel nome di un’affermazione dei diritti individuali come regolatori della convivenza civile al posto dei diritti personali»). Un testo da inquadrare e da mettere al muro, preferibilmente nel salotto e da ricordarsi quando si andrà a votare per il referendum inganno su Eutanasia Legale (ovvero l’eugenetica resa legge).
Il testo è scritto dall’amico e stimatissimo collega Salvatore Mazza, che ha la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla)… e soprattutto ha occhi per scrivere ancora, pubblicato ieri su Avvenire online. Non occorre commentare. Salvatore, che sull’argomento sa di cosa parla (e non solo per diretta esperienza, ma perché è una persona per bene, che possiede il dono raro del buon senso e del sano umorismo, che è sempre stato un giornalista professionale e con i fiocchi, stimato da tutti i colleghi che è stato sempre gentilissimo e corretto, vaticanista di Avvenire, Presidente dell’AIGAV-Associazione Internazionale dei Giornalisti Accreditati in Vaticano).
Buona lettura e fruttuosa riflessione (da tenere a memoria poi, come detto), a noi, che abbiamo occhi per leggere e una mano per votare. Queste scritte con gli occhi da Salvatore Mazza sono parole preziose e rare nei mala tempora currunt…, mentre tutto è diventato chiacchiericcio e tifoseria, neanche degno di un bar (… sed peiora parantur): «Liberi fino alla fine? Una bugia colossale, si vuole il referendum per arrivare a decidere della vita altrui, degli scarti sociali, a cominciare dagli anziani. La legge già impedisce l’accanimento».
Eutanasia. Ma quale «diritto di morire»? Io malato di Sla posso già decidere per me
di Salvatore Mazza
Avvenire online, 16 ottobre 2021
Dietro ogni slogan, generalmente, c’è una bugia. Nel caso di quello radicale per il referendum pro eutanasia – «Liberi di scegliere, fino alla fine» – la bugia è colossale. Perché non cambierebbe nulla. Io, tanto per fare un esempio, ho la Sla, gran brutta malattia che mi ha costretto a letto, non mi posso muovere, non parlo, non mangio e non respiro in modo autonomo, non potrò mai guarire ma solo peggiorare. Quando dovessi aggravarmi, o non farcela più, potrei rifiutare quello che nel mio caso è solo accanimento terapeutico.
Lasciamo da parte la Dottrina, sulla quale non dovrebbero esserci più dubbi dopo tutte le precisazioni dei Papi da Pio XII in poi. Come spiega il Catechismo, «non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire». Sulla legge, l’articolo 32 della Costituzione afferma che nessuno può essere costretto a subire cure non volute. E la sentenza della Corte costituzionale, che ha parzialmente depenalizzato il concorso al suicidio, ha messo paletti ben precisi: non è perseguibile chi agevoli l’esecuzione del proposito di suicidio, liberamente formatosi, di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputi intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territoriale.
Passasse il referendum, non si semplificherebbe l’iter per passare dalla decisione del soggetto all’atto. E per allargare i paletti della Consulta serviranno comunque nuove leggi che estendano i casi in cui il suicidio assistito è applicabile. Il discorso qui si fa molto ambiguo, perché si scivolerebbe verso l’eutanasia attiva, dove un altro sarebbe autorizzato a decidere in mia vece. È questa la vera posta in palio con il referendum. Non quello che si vuole far credere.
Una grande, enorme bugia, dunque. Si vuole il referendum per arrivare a decidere della vita altrui, degli scarti sociali, a cominciare dagli anziani. E poi gli handicappati e chi non viva una vita “dignitosa” secondo criteri dettati da altri, nel nome di un’affermazione dei diritti individuali come regolatori della convivenza civile al posto dei diritti personali. È davvero questa la società che vogliamo?
Postilla
1. «Lasciatemi andare alla casa del Padre»
Queste parole pronunciate da Papa Giovanni Paolo II in punto di morte, riassumono in maniera illuminante la personalità di Karol Wojtyła: animato in tutto il suo pontificato da una viva passione per l’Uomo, non ha mai smesso di operare nel mondo tenendo fisso lo sguardo al Cielo, laddove il significato della Vita si incontra con il mistero della Morte. Proprio guardando alla meta ultima, termine di ogni esistenza terrena, il Papa Santo ha affrontato i grandi interrogativi che animano il cuore di ogni uomo: dal senso della vita al perché del dolore, dal mistero della morte alle domande sulla vita eterna.
2. Slalom
Ero stato profondamente colpito dalla notizia data da Salvatore – che stringo nuovamente in un fortissimo abbraccio – di persona, aprendo il 20 settembre 2018 la sua nuova rubrica «Slalom», il nuovo appuntamento quindicinale su Avvenire: Quelle tre lettere che mi hanno cambiato la vita. https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/quelle-tre-lettere-che-mi-hanno-cambiato-la-vita
Per far capire che uomo è Salvatore (se dovesse essere ancora necessario), riporto da una puntata un’anno fa di «“Fatti di Vangelo” in Sala Stampa della Santa Sede» in “Cerco fatti di Vangelo” http://www.luigiaccattoli.it/blog/cerco-fatti-di-vangelo/22-storie-di-pandemia/ dell’amico e collega Luigi Accattoli, tra altro come Salvatore Mazza compagno di viaggio in tanti pellegrinaggi pontifici nel mondo:
«Salvatore burlone che della Sla fa uno Slalom – Mi tornano alla mente altre storie di colleghi e colleghe che qualcosa mi hanno detto e dato negli anni. Tutte le salto e concludo con Salvatore Mazza, che ora tiene su “Avvenire” un diario della Sla che l’ha colpito, in una rubrica che da burlone qual’è ha intitolato “Slalom”.
“Quando oggi Cri [Cristina con la quale è sposato da 32 anni] mi prende per le mani e, indietreggiando e ondeggiando piano piano le braccia per aiutarmi a tenere l’equilibrio, guida i miei passi incerti, i pochi che riesco ancora a fare, mi sembra per davvero di ballare. E saranno anche, i miei, i passi tardi e goffi di un orso ferito, però per me sono quelli della più meravigliosa delle danze”: così l’ottimo Salvatore nella puntata del 31 gennaio [La mia meravigliosa danza d’amore, sui versi di un Nobel mancato – Avvenire, 31 gennaio 2019]. Mando un bacio a lui, a Cristina, alle figlie Giulia e Camilla».
In conclusione, consiglio di leggere anche questa puntata: Più di tutto mi manca di poter dare carezze – Avvenire, 6 giugno 2019.
3. Eugenetica
L’eugenetica è la disciplina nata verso la fine dell’Ottocento che, basandosi su considerazioni genetiche e applicando i metodi di selezione usati per animali e piante, si poneva l’obiettivo del miglioramento della specie umana; la difficoltà nell’individuazione dei caratteri ereditari e l’indeterminatezza del concetto di miglioramento genetico, soggetto a interpretazioni preconcette come dimostrato storicamente, ne hanno determinato il declino.
Nel linguaggio comune il termine si confonde spesso con l’ideologia la quale ritiene che la soluzione di problemi politici, sociali, economici o sanitari possa essere raggiunta attraverso l’adozione di pretese soluzioni eugenetiche. La definizione esatta di “eugenetica” è stata una questione di dibattito fin dal momento che il termine fu coniato (seconda metà del XIX secolo).
Mentre i principi eugenetici sono stati praticati nel corso della storia del mondo fin dall’antica Grecia, la moderna storia dell’eugenetica ha avuto il suo inizio nei primi anni del XX secolo quando un movimento popolare eugenetico emerse nel Regno Unito, per diffondersi subito dopo in molti paesi tra cui gli Stati Uniti d’America e il Canada, oltre che nella maggior parte dei Paesi europei.
In questo periodo le idee eugenetiche vennero lanciate ed acquisite in tutto lo spettro politico; conseguentemente molti Paesi adottarono politiche eugenetiche con l’intento di migliorare la qualità delle risorse genetiche delle loro popolazioni. Tali programmi compresero sia misure positive, incoraggiare gli individui ritenuti particolarmente idonei a riprodursi, sia misure negative, come i divieti di matrimonio interrazziale, mescolanza razziale e sterilizzazione obbligatoria di persone ritenute inadatte alla riproduzione.
Le persone ritenute non idonee a riprodursi spesso inclusero individui con disabilità mentali o fisiche, chi otteneva un basso risultato nei test del quoziente d’intelligenza, i criminali, i devianti e i membri di gruppi minoritari sfavoriti. Il movimento eugenetico si è associato negativamente alla Germania nazista e alla Shoah, quando molti degli imputati al processo di Norimberga tentarono di giustificare gli abusi commessi contro i diritti umani, con l’eliminazione fisica degli Ebrei e degli Zingari, e delle categorie ritenute non di una vita “dignitosa” e “dispendiosa” per lo Stato, sostenendo che vi era davvero poca differenza tra i programmi dell’eugenetica nazista e quelli statunitensi.
Nei decenni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, con la proclamazione universale dei diritti umani, molti Paesi cominciarono gradualmente ad abbandonare le politiche eugenetiche, questo anche se alcuni Paesi occidentali – tra cui gli Stati Uniti – continuarono a realizzare sterilizzazioni forzate fino a metà degli anni sessanta.
Nel corso degli anni ottanta e novanta, quando furono rese disponibili nuove procedure tecnologiche di riproduzione assistita, come la surrogazione di maternità (disponibile dal 1985), la diagnosi genetica pre-implantazione (disponibile dal 1989) e il trasferimento citoplasmatico (eseguito per la prima volta nel 1996) si temette un eventuale rinnovarsi delle idee e pratiche eugenetiche, con l’emersione eclatante dell’ampliamento del divario tra ricchi e poveri del mondo.
Una critica tra le più importanti alle politiche eugenetiche è quella che, a prescindere dal fatto che vengano utilizzate politiche “positive” o “negative”, esse sono suscettibili di abuso poiché i criteri di selezione vengono determinati sempre dal gruppo che detiene il potere politico in una determinata epoca. Inoltre l’eugenetica negativa in particolare può essere considerata come una violazione dei diritti umani fondamentali. Come nel caso dell’inganno dell’eutanasia legale, come spiegato in tutta la sua chiarezza da Salvatore Mazza.