Domenica XXIX- Una meta: essere grandi nel servizio!

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Il brano del Vangelo ha due momenti: l’episodio dei due fratelli Giacomo e Giovanni e la missione di Cristo Gesù che offre la dimensione vera del regno di Dio. Nella prima parte è l’uomo che agisce con le sue candidature, aspirazioni, sogni che evidenziano l’uomo ancora legato alla terra. Lungo questa strada che porta a Gerusalemme c’è di tutto: da una parte Gesù che va a Gerusalemme nella piena consapevolezza che finirà in mano ai suoi avversari, sarà crocifisso e realizzerà la missione affidatagli dal Padre, quella di dare la vita in riscatto per tutti e realizzare il Regno dell’amore.

Dall’altra parte mentre c’è chi si tira indietro perché il linguaggio del Maestro appare duro, i veri discepoli si ribellano al pensiero della sua morte in croce e discutono tra di loro: chi sarà il più grande nel regno?; quale sarà il ruolo di ciascuno di essi? per finire nella proposta dei due fratelli (Giacomo e Giovanni) i quali chiedono, fanno la proposta di potere sedere accanto a Gesù l’uno a destra, l’altro a sinistra, proposta che naturalmente attira solo odiosità da parte degli altri.

E’ la sete di primeggiare, la sete dell’interesse, dell’arrivismo proprio dell’uomo. Così pensavano in fondo tutti gli apostoli: lo stesso Pietro, che Gesù aveva preposto come capo, davanti all’annunzio della passione morte di Cristo, si oppone dicendo: ‘questo non ti accadrà mai!’

Vero è che Gesù ama definirsi ‘figlio dell’uomo’ ma questa parola nel linguaggio di Cristo si svuota ed acquista un significato diverso, non uomo, secondo la tradizione: arrivista, autoritario, condottiero formidabile capace di debellare i nemici, taumaturgo con carismi speciali; Gesù è ‘figlio dell’uomo’, perché ama l’uomo, serve l’uomo, dà la sua vita per salvare l’uomo; il Figlio dell’uomo è venuto per servire l’uomo e dare la vita in riscatto per tutti.

Gesù, vero Signore e Maestro, sceglie di stare con i suoi discepoli per anteporre la logica del servizio alla logica del potere e del dominio, ponendo al primo posto l’amore, il dare, l’offrire la propria vita piuttosto che mirare al proprio tornaconto, al ricevere.

Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, rappresentano una categoria storica diametralmente opposta; essi vorrebbero strumentalizzare anche le pratiche religiose per sedere al primo posto ed avere credibilità ed onore; Gesù interviene evidenziando che non c’è comunità cristiana, non c’è regno di Dio laddove si persegue una logica simile e categoricamente afferma: ‘tra voi, però, non è così!’

Il posto di onore del cristiano è quello del ‘servo’ giammai quello di chi esercita un dominio. La liturgia di questa domenica è quella che ci riporta alla liturgia pasquale; Gesù ne parla con chiaro simbolismo: potete bere il calice che io bevo? ricevere il battesimo con il quale io sono battezzato?

Ed invita i suoi a cambiare mentalità, ad accettare l’umiliazione e la sofferenza; invita i suoi discepoli alla purificazione del cuor e a rinascere ad una vita nuova e diversa. Gesù sconfigge il mondo quando sale sulla Croce ed è dal Cristo, crocifisso e poi risorto, che nasce la Chiesa, il regno di Dio tra gli uomini; di questo ne dà conferma lo stesso centurione romano presente al calvario che, vedendo morire Gesù in croce, battendosi il petto esclama: ‘Costui era veramente il Figlio di Dio’.

Questo è il Cristo, il Figlio di Dio su cui siamo chiamati a modellare la nostra identità di cristiani, il nostro ruolo nella Chiesa e nella Società civile. Cristo Gesù-servo, dove regnare è servire. La storia è maestra della vita. In venti secoli di cristianesimo quanti re, imperatori, uomini politici del presente e del passato si sono lievitati a questa scuola? si sono immedesimati di seguire il messaggio di Cristo? quanti nella Chiesa: Papi, Vescovi, sacerdoti e laici impegnati si sono adoperati a modellare il proprio comportamento al messaggio cristiano?

Il vangelo ci invita oggi a riflettere, a meditare sul messaggio di Cristo Gesù: ‘Fra voi però non è così; chi vuole essere grande tra voi, si farà vostro servitore, chi vorrà essere il primo tra voi sarà il servo di tutti’.

Vi ho dato l’esempio, dice Gesù; vero uomo e vero Dio, Cristo Gesù ha agito in questo modo e il suo regno non avrà fine. Non bisogna farsi illusione: essere cristiani oggi significa solo ‘amare, servire’ come Cristo ci ha amato; amare come ha amato Cristo Gesù; amare non per quello che gli uomini possono darti ma per quello che sono; l’amore, se è vero amore, è disinteressato.

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