Mons. Battaglia: stanno uccidendo Napoli

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A Napoli ogni giorno avvengono omicidi o ferimenti e la violenza delle cosche non si fermano, tantoché in estate si era costituito il Comitato di liberazione dalla camorra, che raccoglie una cinquantina di associazioni (tra cui figurano Libera e anche alcune parrocchie del territorio): “Lo abbiamo chiamato così perché la lotta a cui siamo chiamati a Napoli contro la camorra è uguale a quella che condussero i partigiani contro il nazifascismo”.

Per questo nello scorso marzo l’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, aveva fatto un invito a costruire un mondo migliore: “Il cuore di questa città del Sud, che mi ha accolto come figlio, prima ancora che come fratello e padre, non smette di battere all’unisono con i cuori di tutte le periferie esistenziali e con quelli di tutti i sud del mondo e con essi, nel bel mezzo di questa pandemia, grida al cielo e agli uomini: Giustizia! Pace!

Solo con questi due doni possiamo ripartire insieme! Ma essi non sono frutto del caso e se per un credente possono essere dono di Dio, per tutti sono anche frutto dell’impegno degli uomini. Per questo chiedo a tutti, e alle istituzioni in modo particolare, di dar vita ad una cordata sociale in cui a partire dal riconoscersi fraternamente parte di un corpo più vasto ci si metta insieme per costruire il bene comune! Non è pensabile che in un tempo così complesso e rischioso a sofferenza si aggiunga sofferenza”.

E dopo alcuni mesi l’arcivescovo di Napoli ha scritto un messaggio alla città, chiedendo che le uccisioni avvenute non possono lasciare indifferenti: “Sotto la croce della nostra città dobbiamo più che mai quest’oggi, insieme e senza distinzione di fede, politica, ruolo sociale ed istituzionale, stare in piedi, evitando di sdraiarci supini in attesa che qualcosa cambi da sola e di sederci, rassegnati e assuefatti a veder morire Napoli! Stanno uccidendo Napoli!”

Ed ha lanciato precise accuse: “La sta uccidendo la camorra e il malaffare, con la violenza e la crudeltà di coloro che hanno dimenticato di essere umani! La sta uccidendo l’indifferenza di coloro che si voltano dall’altra parte, credendo di poter stare tranquilli, non immischiandosi e non prendendo posizione!

La sta uccidendo la scarsa attenzione della politica, nazionale e locale, che pare essersi abituata al sangue versato in terra partenopea, considerandola alla stregua di un paese in guerra!”

Allo stesso tempo è un invito a ciascuno per un impegno nella città: “La sta uccidendo ciascuno di noi nella misura in cui fa finta di niente e dimentica che il presente e il futuro della nostra città dipende dall’impegno di tutti, dalla capacità che avremo di passare da un freddo individualismo ad un senso rinnovato e caloroso di comunità, dal desiderio fattivo di trasformare tanti piccoli ‘io’ impauriti e distratti nella forza di un grande ‘noi’, la cui carica profetica può essere segno e strumento di una possibile resurrezione della nostra terra!”

E’ un appello ai camorristi di conversione, come fece san Giovanni Paolo II ad Agrigento: “Agli uomini di camorra, ai corrotti e ai collusi con la criminalità dico: ritornate ad essere umani! Convertitevi!

Il vostro Vescovo non si tirerà indietro nell’accogliere e accompagnare i passi della conversione e la rinascita umana di coloro che ascolteranno la propria coscienza e la parola del Vangelo, deponendo le armi, e intraprendendo percorsi di collaborazione con la giustizia!”

E’ un appello alle mamme ed alla società civile: “Alle tante madri di Napoli, soprattutto a coloro che vivono in quartieri e situazioni familiari difficili dico: siate strumento di conversione per i vostri figli, aiutate le vostre famiglie a ravvedersi, siate nuovamente grembo che genera vita e non complici di percorsi di morte!

A tutte le istituzioni, alla società civile, agli uomini e alle donne di buona volontà, alla mia Chiesa partenopea chiedo oggi più che mai di camminare insieme, superando l’individualismo e la diffidenza, lavorando uniti per restituire Napoli alla sua vocazione di città di pace, accoglienza, solidarietà!”

Infine, lanciando il ‘Patto Educativo per la Città’, ha invitato i cittadini ad offrire un contributo alla città: “Stanno uccidendo Napoli, e noi non possiamo stare a guardare dalla finestra: ognuno si senta interpellato dal grido della città, ognuno dia il proprio contributo alla vita della comunità, ognuno sia per le nuove generazioni un segno di resurrezione, camminando insieme al fiume di vita e di speranza che non ha mai smesso di attraversare Napoli e la cui pacifica esondazione potrebbe lavare il sangue versato e fecondare nuove primavere sociali!”

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