Papa Francesco alle suore: presenza viva nella Chiesa

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‘In quanto donne e battezzate, siete una presenza viva e insostituibile nella Chiesa’: così papa  Francesco ha incoraggiato la missione delle Suore della Carità, congregazione intitolata alla santa francese Giovanna Antida Thouret, che da anni si dedica all’istruzione e all’educazione dei giovani ma anche all’assistenza di ammalati e carcerati, ricevendole per l’apertura del 21^ Capitolo generale delle Suore della Carità, rimandato dallo scorso anno, in cui è stata eletta suor Maria Rosa Muscarella quale superiora generale della Congregazione delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antide Thouret per il quinquennio 2021-2026.

Nell’udienza il papa le ha ringraziato per la preghiera, ma anche ha invitato a camminare con la Chiesa: “Prima di tutto vi ringrazio per la vostra preghiera, con cui accompagnate l’inizio del percorso sinodale. Ma voglio anche approfittare di questa coincidenza per evidenziare che l’impegno che ci assumiamo come Chiesa di crescere nella sinodalità è uno stimolo forte anche per gli Istituti di vita consacrata.

In particolare, voi consacrate siete una presenza insostituibile nella grande comunità in cammino che è la Chiesa. Viene alla mente l’immagine di Gesù che percorre le strade della Galilea, della Samaria e della Giudea: con lui ci sono i discepoli, e tra loro molte donne; di alcune conosciamo anche i nomi”.

Riprendendo il tema del Capitolo, ‘Ripartire da Betania, con la sollecitudine di Marta e l’ascolto di Maria’, il papa ha posto al centro dell’incontro il loro contributo nel cammino ecclesiale: “Intanto qui c’è di nuovo la presenza di due donne, Marta e Maria, con i loro nomi e i loro volti.

Due discepole che hanno avuto un posto molto importante nella vita di Gesù e dei Dodici, lo si vede bene nei Vangeli. Questo conferma che anzitutto in quanto donne e in quanto battezzate, cioè discepole di Gesù, voi siete presenza viva nella Chiesa, partecipando alla comunione e alla missione. Non dobbiamo mai dimenticare ciò che sta alla base: il Battesimo. Perché qui c’è la radice di tutto”.

Il papa si è soffermato su due parole del titolo, ‘sollecitudine’ e ‘ascolto’, per sottolineare la cura per i poveri: “Sono certo che se riuscirete davvero a vivere la sollecitudine e l’ascolto, sull’esempio delle sante sorelle Marta e Maria di Betania, voi continuerete a dare il vostro contributo prezioso al cammino di tutta la Chiesa. In particolare, sollecitudine verso i poveri e ascolto dei poveri. Qui voi siete maestre”.

Queste due parole rendono viva la Chiesa: “Siete maestre non con le parole, ma con i fatti, con la storia di tante vostre sorelle che hanno dato la vita per questo, nella sollecitudine e nell’ascolto vicino alle persone anziane, malate, emarginate; vicino ai piccoli, agli ultimi con la tenerezza e la compassione di Dio. Questo edifica la Chiesa, la fa camminare nella via di Cristo che è la via della carità”.

La vicinanza è lo stile di Dio: “Avevo detto che la vostra è una testimonianza all’essere vicini agli ultimi, con tenerezza e compassione. Lo stile di Dio è questo: vicinanza, tenerezza e compassione. Sempre Dio fa così. Nella misura in cui noi facciamo lo stesso, saremo più simili a essere pastori come Dio. Non dimenticatevi questo: sempre vicinanza, sempre compassione e sempre tenerezza”.

Il 1799, a Besançon, all’indomani della Rivoluzione Francese, segna l’inizio delle Suore della Carità; una classe per bambine, la pentola del brodo per i poveri, le visite ai malati a domicilio: ‘affinché poveri, malati, fanciulli, conoscano e amino Dio’.

Vivere secondo il Vangelo, per Jeanne-Antide e le sue prime compagne, è prender parte al viaggio della vita con intenzionalità, concretezza, coraggio, contribuendo alla maturazione di una storia ‘nuova’, di fraternità, servizio, fiducia, speranza. Nonostante i tempi difficili. Ancora oggi, seguendo il Vangelo, sui passi di Cristo, alcune donne percorrono le strade e i paesi del mondo, al servizio della missione della Chiesa, chiesa dei poveri, chiesa di tutti.

Jeanne-Antide era una donna dal carattere forte, fin da giovane abituata all’esercizio della responsabilità prima in casa, poi nelle scelte della sua vita. Novizia e giovane suora, non defletté mai dall’orientamento fondamentale, non fu mai accomodante nella sua vita religiosa.

Nelle scelte drammatiche della Rivoluzione ebbe un senso della Chiesa vivissimo: nel paese natale affrontò a viso aperto i rappresentanti della Rivoluzione. Esule con i Solitari del p. Receveur, seppe allontanarsi e affrontare un durissimo viaggio in un paese straniero, sostenuta solo dalla sua fede e dalla sua determinazione.

Fin dall’origine della sua comunità dovette operare scelte difficili, cui mai intese sottrarsi. In tutta la sua vita dimostrò intelligenza, larghezza di vedute, forte sensibilità, ma anche un maturo senso materno. Fu in altre parole, una donna integra e risoluta. Su queste basi umane s’innestarono un’umiltà non certo innata, ma frutto di una costante ascesi, un senso finissimo della contemplazione e della solitudine, che trovavano espressione adeguata solo nel servizio dei poveri.

(Foto: Santa Sede)

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