«Non bisogna fare un’altra Chiesa, bisogna fare una Chiesa diversa» (Papa Francesco)

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Oggi 9 settembre 2021, aprendo il momento di riflessione sul percorso sinodale al centro del quale c’è l’identità di una “Chiesa di vicinanza”, che “parta dall’ascolto e dalla partecipazione di tutto il Popolo di Dio”, Papa Francesco ha detto: «Non bisogna fare un’altra Chiesa, bisogna fare una Chiesa diversa».

Traduzione in spagnolo: No es otra Iglesia, sino una Iglesia diferente. ¿Qué quiere decir el Papa?

Sarò da rottamare come “antico”, “tradizionalista” e “rigido”, pazienza, me ne farò una ragione: ma sono nato e cresciuto in una Chiesa che parte dal ascolto della Parole di Dio e dalla sequela nella Fede di Gesù – il Signore che è la Via, la Verità e la Vita – di ogni discepolo. In questa Chiesa Cattolica in cui sono nato e cresciuto, in cui vivo per Grazie di Dio, vorrei anche morire, quando l’Altissimo deciderà che sarà il momento di tornare a Casa. Non in «un’altra Chiesa» o in «una Chiesa diversa» (da fare).

Per capire – o almeno mettendo l’impegno a provare a capire – cosa il Papa ha detto, o, più preciso, cosa ha voluto dire, inteso trasmettere, ecc. (che non ho capito), consultiamo il Treccani. Finché le parole hanno ancora un loro significato, questa è la strada e non tentare a investigare la mente imperscrutabile (che non può essere indagato dalla ragione, cioè impenetrabile) di un amante dell’arcano, provocando la consueta confusione nel Popolo di Dio.

Altro

1. Aggettivo indefinito:
1. a. Diverso, differente da persona o cosa nominata prima o a cui tacitamente si allude.
2. b. Restante, rimanente (in questo caso, è sempre preceduto dall’articolo determinato).
2. In determinazioni di tempo:
2. a. Scorso, precedente, o anche, anteriore a quello precedente
2. b. Prossimo venturo
3. a. Ancor uno (in aggiunta al primo o ai precedenti).
3. b. Un nuovo, un secondo (uguale o simile al primo).
3. c. Prossimo e nuovo nello stesso tempo.

Diverso

1. Aggettivo proprio: volto in altra direzione (in senso proprio) e seguire vie diverse; avere scopi diverse; quindi anche alieno, lontano (in senso figurativo), di qui i significativi più comuni:
1. a. Che non è uguale né simile, che si scosta per natura, aspetto, qualità da altro oggetto, o che è addirittura altra cosa (si distingue perciò da differente, in quanto la differenza può essere anche parziale e per singoli, talora minimi, aspetti, mentre la diversità è per lo più totale). In matematica, il simbolo grafico, corrispondente alla locuzione «diverso da», è costituito dal segno di uguale tagliato da un trattino diagonalmente, che rappresenta la negazione del simbolo di uguaglianza.
1. b. Vario di carattere o di vicende (letterario). Con questa accezione, è di norma preposto al sostantivo.
1. c. Insolito, singolare, strano, bizzarro (letterario).
2. Aggettivo con nomi collettivi, specie al plurale, quando sia premesso al sostantivo, indica, più che la università, la molteplicità. Ciò che distingue questo significato da quello più comune è soprattutto la posizione, nel sintagma, dell’aggettivo rispetto al sostantivo. Si confronti infatti il differente valore di locuzioni quali diverse specie, diversi luoghi, per diversi motivi, e specie diverse, luoghi diversi, per motivi diversi.
3. Persona che, per qualche aspetto, carattere o manifestazione, esce da quella che è tradizionalmente considerata la condizione «normale».

Verosimilmente, il Papa ha usato la parola “altra” nel senso 1.a. [differente] e la parola “ diversa” nel senso 1.a. [che non è uguale né simile, che si scosta per natura, aspetto, qualità da altro oggetto, o che è addirittura altra cosa (si distingue perciò da differente, in quanto la differenza può essere anche parziale e per singoli, talora minimi, aspetti, mentre la diversità è per lo più totale].

Ovviamente, essendo la sua mente peronista, per definizione impenetrabile, non è escluso che ha inteso dire altra cosa o cosa diversa… non saprei. Potrebbe anche aver inteso il significato 3.c. per altro [prossimo e nuovo nello stesso tempo] e il significato 3. per diverso [il Treccani specifica che viene usato «anche come eufemismo per omosessuale»].

Infine, da quando sono bambino mi hanno insegnato di credere “la Chiesa, una santa cattolica e apostolica” – come recitiamo nella professione di fede del Cristiano, il Credo di Nicea-Costantinopoli – e non ho bisogno di avere «un’altra Chiesa» e non intendo cooperare neanche per un’istante a «fare una Chiesa diversa». Ci hanno provato in tanti nei due millenni di vita della Chiesa di Gesù Cristo e non sento la necessità di seguire un’altra eresia.

Postscriptum

E che a nessuno venga in mente di dire che sto a scrivere qui per il “gusto di criticare”. Qui stiamo parlando non di una barzelletta, ma del salus animarum suprema lex. Fondamento non solo del diritto canonico, ma soprattutto della vita spirituale di ogni battezzato.

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