Il Sindacato di Polizia Consap non le manda a dire, nemmeno alla Lamorgese. Nomina il Vice Questore Nunzia Schilirò Dirigente Nazionale. Una bellissima notizia

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Apprendiamo da Visione TV –  testata nata «per difendere la libertà di pensiero e di espressione oggi più che mai minacciata dal pensiero unico imposto da un sistema mediatico prevalente che ha perso il senso del limite e della misura» – che la Segreteria Nazionale della Confederazione Autonoma di Polizia (Consap), in un suo comunicato del 7 ottobre [QUI], ha annunciato di aver nominato la Dott.ssa Nunzia Alessandra Schilirò “Dirigente Nazionale per le Pari Opportunità”.

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Il comunicato del Sindacato di Polizia di Stato precisa che «al Dirigente Sindacale vanno attribuite tutte le prerogative previste dalla normativa vigente». Come noto, la legge tutela i rappresentanti sindacali nell’espressione delle loro opinioni. Nel caso della Polizia di Stato, il Dirigente Sindacale non ha più bisogno di chiedere alcun permesso prima di esprimersi, di partecipare ad iniziative pubbliche o sui canali di informazione.

La Dott.ssa Nunzia Alessandra Schilirò, Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato, Direttore funzionario della II sezione del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, è divenuta famosa per essere salita sul palco durante la manifestazione dei contestatori del Green-Pass tenutasi il 25 settembre in piazza San Giovanni per contestare l’incostituzionalità del Certificato Verde, obbligatorio dal 15 ottobre in tutti i luoghi di lavoro [Green Pass, Vice Questore Roma: “Illegittimo, viola la nostra Costituzione”. Nunzia Alessandra Schilirò ribadisce: “Il diritto a lavoro non può essere limitato da una tessera” – 30 settembre 2021].

Sul palco della manifestazione “Contro il green pass, per la libertà e il futuro” a dire no al Certificato Verde, Schilirò ha parlato per oltre 10 minuti, con un intervento non previsto nella scaletta. Ha detto: «Sono qui oggi come libera cittadina per esercitare i miei diritti previsti dalla Costituzione. Il momento storico che stiamo vivendo è di una gravità senza precedenti e a chi dice che manifestare è inutile rispondo che è come denunciare un delitto: a volte puoi scegliere se farlo o no, ma se lo fai c’è qualche possibilità di uscire dall’ingiustizia. La disobbedienza civile è sacra quando uno Stato diventa dispotico o corrotto. Chi scende a patti con quello Stato ne diventa complice». Ha spiegato: «Come si fa a limitare il diritto al lavoro, alla libertà, il diritto alla circolazione di un cittadino? Non è possibile, perché bisognerebbe cambiare la Costituzione. Il Green Pass italiano è illegittimo perché viola l’articolo 36 del decreto 953 dell’Unione Europea, istitutivo del Green Pass». Ha detto ancora: «Il male nella storia non ha mai vinto».

Raggiunta da Visione TV, la Dott.ssa Schilirò ha così commentato la sua nomina a Dirigente Sindacale: «Ringrazio il sindacato perché è questa una carica importante. Ora sono più tutelata, e posso tutelare tanti colleghi che si oppongono al Green Pass in difesa della Costituzione. Posso continuare ad esprimere liberamente le mie opinioni, ma dando più voce anche agli altri».
Poi, dopo il suo intervento sul palco in piazza San Giovanni, si è diffusa la notizia che sarà sottoposta a procedimento disciplinare e la Dott.ssa Schilirò il 26 settembre è tornata su Facebook, lamentandosi di non essere stata informata personalmente dell’azione disciplinare avviata dal dipartimento della Polizia di Stato: «È bello apprendere dai giornali, anziché dalla propria amministrazione, di essere già sotto procedimento disciplinare. Sono molto serena. Ieri mi è capitata l’occasione di esercitare i miei diritti previsti dalla Costituzione e l’ho fatto. Il mestiere che svolgo è pubblico. Ho ricevuto quattro premi dalla società civile per i miei risultati professionali. Sono stata in moltissime trasmissioni televisive rappresentando l’amministrazione. Google dedica alla professione che svolgo molte pagine. Ieri ero solo una libera cittadina che esercita i propri diritti. Se l’amministrazione non gradisce la mia fedeltà alla Costituzione e al popolo italiano, mi dispiace, andrò avanti lo stesso. Ho scelto il mio mestiere, perché credevo che non ci fosse niente di più nobile del garantire la sicurezza di ogni cittadino, in modo che chiunque fosse libero di esprimere il proprio vero sé. Se questo mi viene negato, il mio mestiere non ha più senso. Andrò avanti sempre, con o senza divisa, per amore del mio Paese».
Il caso è diventato anche politico. Il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, secondo quanto si apprese da fonti del Viminale, «sta seguendo la vicenda personalmente con il Capo della Polizia, Lamberto Giannini, affinché vengano accertate, con assoluta celerità, le responsabilità sotto ogni profilo giuridicamente rilevante a carico dell’interessata”. Licia Ronzulli, Vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, con una nota ha sottolineato: «Ho sempre sostenuto che la politica non dovesse dividersi sui vaccini per non lanciare messaggi equivoci e rischiare di alimentare il fanatismo no vax. Allo stesso modo, chi rappresenta le istituzioni e svolge un lavoro per il quale è chiamato garantire la pubblica sicurezza non può in nessun caso invitare da un palco i no green pass alla disobbedienza civile, come ha fatto la vice questore Schilirò, oltretutto mentre le forze dell’ordine erano impegnate, in diverse città, a respingere le violenze messe in atto dai manifestanti. Mi auguro che il ministro Lamorgese intervenga subito per sospenderla dall’incarico che ricopre e che chiaramente non è in grado di onorare, perché chi deve far rispettare le nostre leggi non può suggerire di violarle, tanto più se ciò significa mettere a repentaglio la sicurezza sanitaria».

Nel pomeriggio del giorno della sua nomina a Dirigente Sindacale, la Dott.ssa Schilirò ha scritto sul suo diario Facebook: «Sto imparando tantissimo in questa mia vicenda. Sto imparando che gli amici non sempre sono tali; che la gente che fa passare il cuore prima per la testa (e dunque sa attivare sul serio l’intelligenza) riconosce le persone autentiche; che esistono molti parassiti che tentano invano di distruggere piante secolari e anime antiche con infamanti invenzioni e quintali di fangose menzogne; che orde di mediocri tramano complotti per incastrare gli innocenti; che corrompono, lusingano, invidiano chiunque abbia un briciolo di valore che li costringe a scorgere la propria bassezza umana, oltre che morale; che se hai scritto dei libri e citi l’ultimo come prova del fatto che non ti sei svegliata il 25 settembre e che, dunque, nessuno ti ha pilotato o strumentalizzato, per alcuni diventi una pedina del mainstream che vuole solo farsi pubblicità. Mi domando se sia l’ignoranza a offuscare le menti o se non abbiamo proprio mai saputo usare la logica.
In questa mia vicenda sto imparando che, come diceva il grande Calvino, l’uomo ha sempre una scelta: può “accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più” oppure “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. E io ho riconosciuto migliaia e migliaia di persone di grandissimo valore e, oggi, in particolare, voglio ringraziare il sindacato di Polizia COSAP, in prima linea in difesa della Costituzione e, dunque, come me contrario al lasciapassare verde. Un grazie di cuore particolare al segretario generale Sergio Scalzo per il sostegno, la fiducia e le grandi cose che insieme speriamo di realizzare per il bene di tutti! In data odierna, sono stata nominata dalla segreteria nazionale COSAP all’unanimità dirigente sindacale nazionale per le pari opportunità. E a tutti i poliziotti che la pensano come me, l’invito a unirvi al COSAP, l’unico sindacato che ha avuto il coraggio di starmi accanto e non mi ha abbandonato nel momento del bisogno. Un sindacato vero, a difesa dei lavoratori!».

In un Postscriptum riportiamo ampi stralci dall’articolo La poliziotta Schilirò dichiarata violenta, pubblicato ieri 8 ottobre 2021 su Radioerre.it [QUI], a firma di Accattoli Gabriele, una persona – visto il suo trascorso nella Polizia di Stato – in grado di ben comprendere le parole e la situazione del Vice Questore, di illustrarle e spiegarle. Conclude suo articolo con «un pensiero espresso dalla Dott.ssa Nunzia Alessandra Schilirò ad una trasmissione televisiva, dopo la manifestazione dello scandalo»: «La stessa dice che, il problema non è il vaccino, ognuno ha la libera scelta di farlo o no, lei è contro il green pass, che è tutta un’altra cosa, lei dice di parlare di Gandhi, della resistenza culturale e non violenta, e per questo vogliono punirla, mentre altri, in tv, parlano di sparare ai non vaccinati, ritenendoli disertori, di sparare con i cannoni sui manifestanti, di sputare sui cibi dei non vaccinati, lei è stata indicata come una pazza terrorista che incita le piazze, ed io mi chiedo, chi parla di piombo, cannoni e sputi, cosa è?».

Significativo il post della Dott.ssa Schilirò, con la foto che riportiamo sopra e la citazione di Primo Levi: «Non iniziò con le camere a gas. Non iniziò con i forni crematori. Non iniziò con i campi di concentramento e di sterminio. Non iniziò con i 6 milioni di ebrei che persero la vita. E non iniziò nemmeno con gli altri 10 milioni di persone morte, tra polacchi, ucraini, bielorussi, russi, yugoslavi, rom, disabili, dissidenti politici, prigionieri di guerra, testimoni di Geova e omosessuali. Iniziò con i politici che dividevano le persone tra “noi” e “loro”. Iniziò con i discorsi di odio e di intolleranza, nelle piazze e attraverso i mezzi di comunicazione. Iniziò con promesse e propaganda, volte solo all’aumento del consenso. Iniziò con le leggi che distinguevano le persone in base alla “razza” e al colore della pelle. Iniziò con i bambini espulsi da scuola, perché figli di persone di un’altra religione. Iniziò con le persone private dei loro beni, dei loro affetti, delle loro case, della loro dignità. Iniziò con la schedatura degli intellettuali. Iniziò con la ghettizzazione e con la deportazione».

Poi, ieri mattina 8 settembre la Dott.ssa Schilirò ha postato: «Non domandatemi che cosa farò. L’ho già detto tante volte e lo sapete già! Libertà, giustizia, onestà, legalità, coerenza e Costituzione! Chiedete a quei signori che, per avere due minuti di visibilità, lanciano accuse infamanti nei miei confronti di portare le prove! Come mai continuano a rimuovermi post su Facebook e a censurarmi, se sono “pilotata” dal sistema? E i procedimenti disciplinari? È un talento anche saper riconoscere le persone autentiche. Bisogna avere una coscienza da artisti! E, per chi non sapesse come la penso sugli artisti, a breve avrò occasione di ripeterlo. Vi terrò aggiornati. Splenda il sole dentro di voi! Come dico sempre agli amici: buon tutto».

Postscriptum

Seguono ampi stralci dall’articolo La poliziotta Schilirò dichiarata violenta, pubblicato ieri 8 ottobre 2021 su Radioerre.it [QUI], scritto da Accattoli Gabriele.

«(…) La dott.ssa Schilirò, oltre ai fari mediatici ha dovuto subire un forte attacco da parte della sua Amministrazione, attacco capeggiato dal Ministro dell’interno, con l’esito finale della contestazione ed apertura di un procedimento disciplinare per la “destituzione”, ovvero, allontanamento dalla Polizia di Stato, in gergo lavorativo “licenziamento”.
Questo episodio mi ha molto colpito, per diversi aspetti. Il primo, per il mio trascorso nella Polizia di Stato, quindi un ambiente che conosco molto bene, che ne conosco dinamiche e difficoltà; poi per il tema, la protesta per il “green pass”, forse uno degli argomenti più attuali del momento nel nostro paese; infine per un’analisi poco accurata ed approssimativa, secondo me, della situazione così come narrata a confronto di come proposta o vista dalla Funzionaria di Polizia succitata. Potrebbe sembrare oltraggioso o esagerato, parlare di “poco accurata ed approssimativa”, sì, potrebbe essere, però quando leggo, ascolto che la dott. Schilirò viene presentata come il “vice Questore di Roma”, posizione professionale molto particolare, quando invece si è fatta confusione con la sua qualifica, in gergo militare “grado”, ovvero Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato, che nulla ha a che vedere con l’incarico di Vice Questore di una Provincia, dove tra l’altro è prevista, minimo, la qualifica, o grado chi si voglia dire, di Primo Dirigente della Polizia di Stato, ovvero una qualifica superiore a quella della Funzionaria in questione, parlare di pressapochismo ci sta tutto.
La cosa che però, forse più delle altre, mi ha colpito, o meglio infastidito, è prendere atto, come se i miei 35 anni di servizio non fossero bastati per realizzare, è che un poliziotto/a non sia libero di manifestare, da libero cittadino, senza la divisa, il proprio pensiero, la propria opinione, il proprio dissenso verso qualcosa che si ritiene sbagliato, o che possa liberamente partecipare ad una manifestazione di protesta, pacifica, sempre da libero cittadino, creando indignazione e reazioni punitive da parte dei vertici della Polizia di Stato.
Certamente, invocare gli articoli 17 e 21 della “Costituzione”, sembrerebbe superfluo, esagerato, sfacciato, ma è la “Costituzione” stessa, nella prima parte, diritti e doveri dei cittadini, titolo primo, rapporti civili, con quei due articoli che prevede il diritto per tutti i cittadini di riunirsi pacificamente e senza armi, e che tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di informazione, senza prevedere distinzioni alcune. Qui è doverosa e giustificata la domanda, ma perché la cittadina Nunzia Alessandra Schilirò non poteva partecipare a quella manifestazione ed esplicare il suo pensiero senza essere perseguita disciplinarmente dal suo “datore di lavoro”?
Se quel giorno sul palco saliva un poliziotto/a, dirigente sindacale, avrebbe potuto dire le stesse cose senza che nessuno potesse contestare disciplinarmente, se quel poliziotto/a fosse stato eletto in elezioni politiche o amministrative, avrebbe potuto dire le stesse cose, senza contestazioni di genere, ma lei, semplice cittadina, no, non poteva, doveva tacere il proprio pensiero. (…)
Per la presenza sul palco, e per quanto detto, alla Funzionaria è stato contestato il provvedimento disciplinare della “destituzione”; previsto dall’art. 7 del DPR 25 ottobre 1981, nr, 737, denominato “Regolamento disciplina”, che recita “La destituzione consiste nella cancellazione dai ruoli dell’appartenente ai ruoli dell’Amministrazione della pubblica sicurezza la cui condotta abbia reso incompatibile la sua ulteriore permanenza in servizio. La destituzione è inflitta: 1) per atti che rivelino mancanza del senso dell’onore o del senso morale; 2) per atti che siano in grave contrasto con i doveri assunti con il giuramento; 3) per grave abuso di autorità o di fiducia; 4) per dolosa violazione dei doveri che abbia arrecato grave pregiudizio allo Stato, all’Amministrazione della pubblica sicurezza, ad enti pubblici o a privati; 5) per gravi atti di insubordinazione commessi pubblicamente o per istigazione all’insubordinazione; 6) per reiterazione delle infrazioni per le quali è prevista la sospensione dal servizio o per persistente riprovevole condotta dopo che siano stati adottati altri provvedimenti disciplinari; 7) per omessa riassunzione del servizio, senza giustificato motivo, dopo cinque giorni di assenza arbitraria. La destituzione è inflitta con le stesse modalità previste per la sospensione dal servizio”.
Ma cosa avrà mai detto o fatto di così grave per far prevedere una sanzione disciplinare così forte? Semplice, tradotta in poche parole, ha semplicemente espresso la sua opinione riguardante l’incostituzionalità del “green Pass”, di sentirsi in dovere di difendere la “costituzione” sulla quale ha giurato, e di proclamare al modo, Gandhi, una doverosa disubbidienza civile pacifica.
Sinceramente non riesco a intravedere nelle parole della Funzionaria, o nel suo comportamento, un qualcosa che possa fare riferimento alle motivazioni che prevedono la “destituzione”, sicuramente non nei punti 1, 3, 4, 6 e 7, potrebbero restare fuori il nr. 2 e 5.
Il nr. 2 parla di atti di grave contrasto con i doveri assunti con il giuramento, è quindi doveroso trascrivere la formula del giuramento “GIURO DI ESSERE FEDELE ALLA REPUBBLICA, DI OSSERVARE LEALMENTE LA COSTITUZIONE E LE LEGGI DELLO STATO, DI ADEMPIERE AI DOVERI DEL MIO UFFICIO NELL’INTERESSE DELL’AMMINISTRAZIONE PER IL PUBBLICO BENE”. Dire pubblicamente che ha giurato sulla Costituzione, di ritenere secondo lei che una norma, un Decreto Legislativo, contrasti con la Costituzione, e che essa è fonte di diritto preminente e sovraordinata rispetto a tutte le altre leggi dello stato, per me non può costituire un grave atto contrario ai doveri del giuramento.
Il nr. 5 prevede il concetto primario di insubordinazione, diretta e pubblica o l’istigazione, ma questo solo una mente esageratamente complessa può vederlo o riscontrarlo nelle parole di chi si rifà a Gandhi, che vedeva la non-violenza, come ho scritto nell’apertura dell’articolo, con una “resistenza culturale”.
Poi, nel suo lungo e complesso discorso la dott.ssa Schilirò ha affrontato il tema per cui si trovava sul palco, la protesta contro il green pass; qui si può essere concordi o no, chi mi conosce, sa perfettamente quale sia la mia posizione, ed in tutta sincerità non vedo nulla di distorto nelle parole della dottoressa,  ma è il suo pensiero, ben argomentato, degno di una persona laureata in giurisprudenza, una servitrice dello stato che con dedizione ed onore ha portato a termine numerosi servizi di polizia, con eccellenti risultati ed insignita di innumerevoli riconoscimenti, più volte invitata in televisione a rappresentare la Polizia di Stato a parlare dei suoi servizi contro la criminalità a tutela delle donne e bambini. Sul palco di P.zza San Giovanni si è presentata come una persona normale, una libera cittadina, come una delle tante presenze in quella piazza, una qualsiasi lavoratrice, di qualsiasi settore, e che comunque vuole fare il suo lavoro, difendere la costituzione. Ha parlato di amore e coesione, di essere uniti perché solo uniti si più aspirare ad un mondo migliore. Ha appellato il green pass, come la tessera della discriminazione, come uno strumento che non ha nessun sostegno scientifico di prevenzione al virus, ma solo uno strumento di ricatto per spingere ad assumere un vaccino volontario, ma che di fatto così combinato non lo è più, e diventa indirettamente obbligatorio. Qui faccio un’osservazione, il 6 ottobre, i ministri Brunetta e Speranza, hanno decretato che anche chi effettua il lavoro agile, da casa, lo smart Working, deve dimostrare, avere, il green pass, è ovvio e palese, anche uno sciocco, può intuire che questo non ha alcun effetto, efficacia, per la prevenzione al virus, a casa non si contagiano né colleghi, né pubblico, ed il virus non si propaga via internet, quindi solo ed esclusivamente un ricatto  per poter lavorare, e da ciò, non si possono che ritenere le parole e le osservazioni della dott.ssa Schilirò, più che mai sensate.
Questo è il senso del discorso che la dottoressa ha fatto sul palco, sinceramente non vedo, non riesco ad apprezzare nulla che possa essere configurato come grave atto, così come previsto dalle tipologie che prevedono la “destituzione”, soprattutto nella visione che, come ampliamente ho detto sopra, tutti abbiamo il diritto ad esprimere il nostro pensiero, anche se esso è difforme o divergente da quello dei superiori o del governo, e se così non fosse, sarebbe la fine della democrazia.
(…) ritengo importante fare una veloce esposizione dei dispositivi di legge, nazionale e del parlamento e consiglio UE trattati in quel lungo discorso: Regolamenti Europei del Parlamento e del Consiglio nr. 953 e 954/2021, in particolare il “considerando 36” e l’articolo 17 del nr. 953, il primo dove si parla di non discriminare chi volontariamente non si sottopone alla vaccinazione, ed il secondo che sancisce l’obbligatorietà di tutti gli elementi facenti parte del regolamento, dove si dovrebbero intendere come “elementi” sia i “considerando” che gli “articoli” essendo i primi posti a motivazione per l’emanazione e divulgazione del regolamento stesso; art. 288 del trattato di funzionamento della UE, dove si stabilisce che le norme contenute nei regolamenti sono obbligatorie in tutti gli elementi ed hanno un’applicazione immediata dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale UE e si applicano a preferenza di eventuali leggi nazionali incompatibili;  art. 7, punti 3 e 2 della risoluzione del Consiglio – Assemblea Parlamentare – nr. 2361/2021, dove si stabilisce di garantire ai cittadini informazione che il vaccino non è obbligatorio, che nessuno è sottoposto a pressioni politiche, sociali o di altro tipo per essere vaccinato se non lo desidera, che nessuno sia discriminato per aver scelto di non essere vaccinato; art. 9 comma 9 del DL 52 del 22.4.2021 dove si stabilisce che quanto previsto dal DL avrà validità fino alla stesura del Regolamento UE, quindi di il DL decade o inammissibile a seguito della stesura del Regolamento UE 953 sopracitato emanato il 16.06.2021; art. 4 DL 105 del 23.07.21 dove conferma l’applicazione solo se compatibili con regolamenti UE 953 e 954; DL 111/21 green pass per scuola e trasporti, e DL 127 green pass per i lavoratori, pienamente in contrasto con i disposti dei regolamenti succitati; art. 17 e 21 della costituzione, libertà di manifestare e libertà di esprimere il proprio pensiero; art. 3 della Costituzione, ovvero, tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politica, di condizioni personali e sociali» (Accattoli Gabriele).

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