In politica il cristiano non può fare come Pilato

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A proposito dei costi della politica o sul presidenzialismo “nessuno esclude che questi problemi non siano importanti per il bene del Paese. La gente però sente nella propria carne non tanto questi problemi, che sono reali e devono essere affrontati nel modo migliore, ma soprattutto quello dell’occupazione e del lavoro”. Lo rivela il Presidente della Cei, Angelo Bagnasco, intervenendo al convegno “Superare la crisi, nuovi percorsi di responsabilità imprenditoriale per il bene comune” organizzato dall’Ucid e da Impresa Sociale al Palazzo della Meridiana, nel capoluogo ligure.

Il problema principale che l’Italia è chiamata a risolvere riguarda l’emergenza lavoro, tutto il resto può essere considerato secondario. Pertanto – ricorda l’Arcivescovo di Genova – anche “gli esuberi non diventino un incremento intollerabile dei disoccupati e della disoccupazione. (…) Purtroppo le riorganizzazioni delle grandi aziende, per certi versi anche necessarie, prevedono poi anche degli esuberi a diversi livelli. Se questo sta dentro ad un processo di riorganizzazione che tutto il mondo occidentale sta facendo, dall’altra parte però io penso che le diverse forze in campo, i sindacati, gli imprenditori, il governo, debbano fare sempre di più e sempre meglio per un’intesa, per affrontare in modo ragionevole queste situazioni”.

A proposito del convegno, organizzato nel capoluogo ligure, il presidente dell’episcopato italiano ha affermato: “questa giornata credo voglia offrire degli esempi concreti di come alcune aziende, con molta buona volontà e fantasia, riescono a mettere in campo iniziative e accorgimenti perché questi esuberi non solo non debbano avvenire, ma perché le aziende si possano rilanciare. Questa giornata – ha concluso – è quindi un segnale di fiducia, di speranza”. L’invito alla fiducia e alla speranza l’Arcivescovo di Genova lo rivolge anche ai mass media perché si pongano alla ricerca del bene e mettano maggiormente in evidenza le buone notizie ristabilendo così un migliore equilibrio con il racconto di ciò che non va bene in Italia e nel mondo. La società stessa chiede di essere aiutata a vedere il positivo “perché il negativo si vede già troppo”. “Bisogna aiutare il bene e la fiducia che è dentro ciascuno – conclude Bagnasco – perché solo alla luce di esempi positivi, l’uomo ritrova energia, fiducia e speranza, per affrontare difficoltà, anche gravi, come quelle del tempo presente”.

Proprio in questi giorni, durante un incontro degli studenti delle scuole gestite dai Gesuiti in Italia e Albania con il Sommo Pontefice svoltosi a Roma, un giovane professore chiede al Papa come si possa conciliare l’impegno politico e sociale, il nostro lavoro oggi, in Italia, nel mondo con i valori del Vangelo.

Papa Francesco risponde così: “Coinvolgersi nella politica è un obbligo per un cristiano. Noi cristiani non possiamo «giocare da Pilato», lavarci le mani: non possiamo. Dobbiamo coinvolgerci nella politica, perché la politica è una delle forme più alte della carità, perché cerca il bene comune. E i laici cristiani devono lavorare in politica. Lei mi dirà: «Ma non è facile!». Ma neppure è facile diventare prete. Non ci sono cose facili nella vita. Non è facile, la politica si è troppo sporcata; ma io mi domando: si è sporcata, perché? Perché i cristiani non si sono coinvolti in politica con lo spirito evangelico? Con una domanda che ti lascio: è facile dire «la colpa è di quello». Ma io, cosa faccio? E’ un dovere! Lavorare per il bene comune, è un dovere di un cristiano! E tante volte la strada per lavorare è la politica. Ci sono altre strade: professore, per esempio, è un’altra strada. Ma l’attività politica per il bene comune è una delle strade. Questo è chiaro”.

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