Senza Green Pass dal 1° ottobre 2021 non si potrà lavorare in Vaticano. Il Decreto Generale del Segretario di Stato

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Chi non avrà la Certificazione Verde – certificazione vaccinazione o il tampone Covid-19 negativo – dal 1° ottobre 2021 non potrà accedere al posto di lavoro nello Stato della Città del Vaticano, alla Santa Sede e nelle Istituzioni Collegate, e sarà considerato “assente ingiustificato” senza retribuzione. Decisione capestro contro ogni logica e coerenza sanitaria, sulla scia della caduta nell’anti-libertà della Repubblica Italiana.

Green Pass obbligatorio secondo le nuove regole dal 1° ottobre 2021 per poter lavorare nello Stato della Città del Vaticano, alla Santa Sede e nelle Istituzioni Collegate. Chi sarà sprovvisto del certificato verde, o di una certificazione di negatività al coronavirus cinese di Wuhan rilasciata in Italia a fronte di un test molecolare o antigenico rapido, non potrà “accedere al posto di lavoro e dovrà essere considerato assente ingiustificato. Per tutta la durata dell’assenza non è dovuta la retribuzione, fatte salve le ritenute previdenziali ed assistenziali, nonché l’assegno al nucleo familiare”. Lo stabilisce il decreto generale del Cardinal Segretario di Stato Pietro Parolin, in attuazione dell’Ordinanza del Presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano del 18 settembre 2021.

Questa Ordinanza stabiliva che a partire dal prossimo 1° ottobre è consentito l’ingresso nello Stato della Città del Vaticano e nelle zone extraterritoriali di competenza della Santa Sede esclusivamente ai soggetti muniti del Certificato Digitale Covid dello Stato (Green Pass vaticano), del Certificato Digitale Covid (Green Pass europeo) o di Certificazione Verde Covid-19 estera comprovante lo stato di avvenuta vaccinazione contro il Sars-CoV-2 o la guarigione da Covid-19, ovvero l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus Sars-CoV-2. A proposito di ponti da costruire e muri da abbattere…

È ufficiale: il 1° ottobre 2021 entra in vigore lo stato di follia anche nello Stato della Città del Vaticano – 20 settembre 2021

Ricordiamo che la Certificazione Verde non cura il Covid-19 e non impedisce al Coronavirus cinese di Wuhan di diffondersi. Il certificato verde, inutile e pericoloso, che non ha alcuna valenza scientifica, definito dalla filosofa francese Delsol una “legge brutale”, viola le regole europee: va contro due Risoluzioni del Consiglio d’Europa in tema di vaccinazione anti-Covid-19 e contro la Legge Eu N. 953, cadute nel vuoto cosmico. In una lettera aperta al Primo Ministro, dei leader Cristiani britannici hanno preso posizione contro il progetto “illiberale” dei passaporti vaccinali, perché “una delle proposte politiche più pericolose mai fatte nella storia”.

Il Decreto Generale, nel dettagli, dispone “l’obbligo di possesso delle certificazioni indicate nell’articolo 1 della citata Ordinanza riguarda tutto il personale (Superiori, Officiali e Ausiliari) dei Dicasteri, Organismi ed Uffici che compongono la Curia Romana e delle Istituzioni Collegate con la Santa Sede, e si estende ai collaboratori esterni e a coloro che a qualsiasi ulteriore titolo svolgano attività presso i medesimi Enti, al personale delle ditte esterne e a tutti i visitatori ed utenti”.

Si precisa che “fatti salvi i controlli demandati al Corpo della Gendarmeria, ogni Ente è tenuto a verificare il rispetto delle prescrizioni, stabilendo le modalità operative per l’organizzazione di tali verifiche e individuando i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle violazioni degli obblighi, sulla base di quanto disposto dalla Legge N. LIV sulla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro, del 10 dicembre 2007. Per quanto riguarda i Dicasteri, la competenza in merito spetta ai Sotto-Segretari”.

“Il personale sprovvisto di Green Pass – si legge ancora nel Decreto Generale a firma del Cardinal Parolin – potrà, in alternativa, esibire una certificazione di negatività al virus Sars-Cov-2, rilasciata in Italia a fronte di un test molecolare o antigenico rapido, con la frequenza indicata dalla Direzione di Sanità e Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Gli oneri relativi al test non sono a carico dell’Ente”.

“Il personale sprovvisto delle necessarie certificazioni – prevede il Decreto Generale – non può accedere al posto di lavoro e dovrà essere considerato assente ingiustificato. Per tutta la durata dell’assenza non è dovuta la retribuzione, fatte salve le ritenute previdenziali ed assistenziali, nonché l’assegno al nucleo familiare; la valutazione degli elementi per l’eventuale esenzione dagli obblighi della citata ordinanza è demandata alla Segreteria di Stato (Sezione Affari Generali e, per quanto di competenza, Sezione del Personale di Ruolo diplomatico della Santa Sede), acquisito il parere della Direzione di Sanità e Igiene. Il Responsabile dell’Ente provvederà a sottoporre le istanze alla Sezione per gli Affari Generali”.

Il Decreto Generale precisa che “vengono fatte salve eventuali ulteriori restrizioni che le competenti Autorità sanitarie vaticane riterranno necessarie disporre nei confronti di persone provenienti da Paesi con rischio elevato di contagio”.

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