La Famiglia vincenziana ha festeggiato il suo fondatore accanto ai poveri

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Il mese di settembre è il mese vincenziano, come p. Tomaž Mavrič, Superiore Generale della Congregazione della Missione, lo ha definito nel messaggio alla Famiglia Vincenziana in occasione della memoria liturgica di San Vincenzo de’ Paoli, celebratasi lunedì 27 settembre:

“Il mese di settembre è chiamato vincenziano perché noi, membri della Famiglia vincenziana di tutto il mondo, ci prepariamo a celebrare insieme la festa di San Vincenzo de Paoli con Eucaristie preparate accuratamente, liturgie della Parola e altri momenti di preghiera che impegnano tutti i rami della Famiglia vincenziana in una determinata Parrocchia, un paese, una città, una regione o una Nazione. Ci prepariamo, inoltre, a celebrare la festa con azioni concrete di servizio corporale e spirituale dei nostri Signori e Padroni”.

Ha ringraziato per l’impegno nella lotta contro il Covid 19, specialmente nei Paesi poveri: “Vorrei ringraziare dal profondo del mio cuore e congratularmi con ogni ramo della Famiglia vincenziana per l’incredibile creatività, l’impegno e il servizio che ciascuno ha dimostrato dall’inizio della pandemia fino ad oggi per alleviare le sofferenze inflitte al mondo dal Covid-19 che, come sempre, colpisce più duramente i poveri e i più vulnerabili.

Noi tutti speriamo e preghiamo che il peggio della pandemia sia alle nostre spalle, anche se questo è più vero in alcuni Paesi che in altri. Viviamo ancora con molta incertezza rispetto a quello che potrebbe succedere dopo”.

Inoltre ha sollecitato nell’utilizzo dei nuovi strumenti di comunicazione: “Impariamo a utilizzare sempre di più nuovi strumenti per rimanere in contatto gli uni con gli altri attraverso i social media, Zoom e altre piattaforme a nostra disposizione. Sono mezzi eccellenti per sviluppare l’interconnettività e la collaborazione.

Tuttavia, sperimentiamo, con ancora più urgenza il bisogno di riprendere gli incontri personali, le riunioni e i raduni che vivevamo prima che la pandemia di Covid-19 si diffondesse nel mondo. Dopo aver vissuto un periodo così lungo di isolamento, di distanziamento e di divieto di incontri, desideriamo dal profondo del nostro cuore moltiplicare gli incontri personali, le riunioni e i raduni”.

Ha elencato le azioni compiute dalla famiglia vincenziana nel combattere le catastrofi naturali, ricordando un episodio in cui fu protagonista san Vincenzo de’ Paoli durante la pestilenza del 1649 a Marsiglia: “Grazie alla istituzione e consolidamento dei Consigli nazionali della Famiglia vincenziana nei 162 Paesi dove siamo presenti, avremo gruppi di coordinamento sul campo che collaboreranno con la Famiglia vincenziana a livello internazionale divenendo così una forza su cui i poveri del mondo potranno contare. Ogni ramo, grande o piccolo che sia, è una parte inestimabile del meraviglioso mosaico che compone la Famiglia vincenziana”.

In questo consiste il progetto: “La FHA con la Campagna 13 Case è un’iniziativa caritativa che riunisce la Famiglia vincenziana e che, come tale, deve essere promossa in seno alla Famiglia vincenziana per toccare il cuore di ogni membro in modo che tutti vi siano coinvolti.

La FHA è il nostro unico progetto comune. Perciò, deve essere promossa, introdotta ed estesa nei 162 Paesi dove la Famiglia vincenziana è presente in modo che nessuna Congregazione o associazione ne resti fuori, ma che tutti partecipino attivamente all’iniziativa in tutti gli angoli del mondo dove viviamo e serviamo”.

Però ancora resta molto da fare: “Purtroppo, il numero di persone che vivono per strada, i profughi e le persone che vivono in alloggi insalubri aumenta drammaticamente in tutto il mondo a causa della pandemia di Covid-19. Una risposta coordinata a questi immensi bisogni è più che mai necessaria…

Come ho già scritto in una lettera, dobbiamo arrivare rapidamente al punto dove il problema dei senza dimora non viene affrontato individualmente, né da una persona né da un ramo, ma come Famiglia a livello locale, nazionale e internazionale.

Ogni ramo, apportando la sua lunga storia di servizio ai senza dimora, la sua esperienza, la sua professionalità e le sue risorse, contribuisce a costituire una forza straordinaria che diventa molto più efficace nell’aiutare i poveri”.

Inoltre la Famiglia Vincenziana è al lavoro a favore delle persone vulnerabili, affinchè siano vaccinate: “Un programma internazionale di vaccinazione di massa contro il COVID-19 diminuirebbe necessariamente e alla fine eliminerebbe il suo impatto sugli esseri umani.

La Famiglia Vincenziana, composta da più di 4 milioni di uomini e donne che vivono in 161 paesi, lavora per aiutare le persone vulnerabili, specialmente i malati, i rifugiati, i bambini, gli anziani e i disoccupati. Ci ispiriamo a san Vincenzo de Paoli, che ci ha insegnato a servire i nostri fratelli e sorelle come fece Gesù, l’evangelizzatore dei poveri.

Oggi alziamo la voce e chiediamo ai paesi del mondo che hanno più vaccini e più risorse finanziarie di aprire il loro cuore e donare parte dei loro vaccini ai paesi che ne hanno più bisogno. Attualmente, solo l’1% delle persone che vivono nei paesi in via di sviluppo sono state vaccinate”.

(Foto: Famiglia Vincenziana)

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