Giornata mondiale del Turismo per una crescita inclusiva

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Oggi si celebra celebrata la Giornata Mondiale del Turismo e quest’anno il tema centrale è il ‘Turismo per una crescita inclusiva’ (Tourism for Inclusive Growth).

L’anno e mezzo di pandemia ha fatto sentire il suo peso sulle imprese di ogni settore: tutte le economie sono state colpite, da quelle più solide a quelle ancora in via di sviluppo; e chi prima era vittima di emarginazione, non ha di certo tratto alcun beneficio da questa situazione. Balza subito all’occhio quale sia il collegamento tra turismo ed economia, essendo il primo uno dei più grandi motori della seconda.

Per questo il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale nel messaggio in occasione di questa Giornata, ‘Turismo per la crescita inclusiva.

La persona oltre le statistiche’,  scrive  che il papa ha esortato ad ‘andare oltre’ i dati economici per ‘incontrare la persona in difficoltà’: “Abbiamo bisogno di sistemi economici che consentano a tutti di avere accesso ai frutti della creazione, alle necessità basilari della vila: terra, casa e lavoro.

Questo e infatti è il genere di crescila inclusiva o, nel linguaggio della Dottrina Sociale della Chiesa, di sviluppo umano integrale che il Dicastero desidera promuovere in occasione di questa Giornata Mondiale del Turismo.

Uno sviluppo che sia per ogni persona, per tutte le dimensioni della persona, che rispetti la terra, cioè la nostra ‘casa comune’. La pandemia ci ha fatto comprendere che siamo legati gli uni agli altri. Anche il turismo in un paese soffre se in altri paesi le persone non possono spostarsi a causa delle restrizioni sanitarie”.

Per il prefetto dell’organismo vaticano si deve recuperare la consapevolezza di un ‘destino comune’: “E’ quindi necessario concentrarsi su un approccio inclusivo al turismo e resistere alle tentazioni dell’individualismo e del nazionalismo troppo prevalenti nella società contemporanea.

Solo in questo modo evitiamo la ‘variante’ del virus che si diffonde quando fomentiamo un’economia malata che permette a poche persone ricchissime di possedere di più di ciò che possiede tutto il resto dell’umanità, e quando i modelli di produzione e consumo distruggono il pianeta”.

Il card. Turkson incoraggia un turismo che permetta l’incontro tra le persone per ammirare la bellezza dei luoghi: “Facciamo appello ai vescovi e ai responsabili per la custodia del turismo, perché ci sia una stretta collaborazione con le autorità locali per favorire un turismo che rispetti le persone e la natura, e promuova un’economia giusta e inclusiva. Solo un tale turismo potrà diventare un fattore di primaria importanza nella costruzione di un mondo nel quale ogni essere umano si realizza pienamente”.

Ed infine un ringraziamento a chi sostiene le persone in difficoltà: “Esprimiamo la nostra sincera gratitudine a tutti coloro che si sono impegnati a sostenere, sia materialmente sia spiritualmente, le persone che si trovano tuttora in situazioni di difficoltà economica a causa della sospensione delle attività turistiche.

In molte chiese locali i pastori, insieme ai loro collaboratori, con l’appoggio dei gruppi nazionali e locali della Caritas, hanno moltiplicato gli sforzi per trovare le migliori soluzioni al fine di rimediare alle situazioni di disagio sociale.

Questo e un esempio concreto dello sviluppo inclusivo: quella ‘nuova fraternità capace di aiuto reciproco e di stima vicendevole’ della quale abbiamo urgente bisogno”.

Per don Gionatan De Marco, responsabile della pastorale turismo, tempo libero e sport della Cei, è un messaggio ‘forte e vero’: “Vale per tutto il mondo ma noi lo sentiamo particolarmente nostro perché l’Italia ha una antica tradizione turistica. E la Chiesa italiana lo sente ancor più suo dato che il turismo in Italia è legato al grande patrimonio artistico ed architettonico della comunità cristiana”.

Quindi il turismo crea lavoro: “Il turismo dà una grande opportunità: percorrere strade attraverso le quali la persona può riscoprirsi creata ad immagine e somiglianza di Dio. E sul fronte economico, il turismo è in grado di generare ‘vie di bellezza’ molto vantaggiose per tutti. Il lavoro si trasforma in capolavoro”.

Infine il messaggio valorizza il turismo ‘lento’: “non ispirato a canoni del consumismo o desideroso solo di accumulare esperienze, ma in grado di favorire l’incontro tra le persone e il territorio e di far crescere nella conoscenza e nel rispetto reciproco…

E’ la possibilità d’incontro tra una comunità ospitale ed il viaggiatore che bussa alla sua porta. Nel nostro Paese è una consuetudine. Da noi è facile imbattersi in tradizioni e culture diverse. Un laboratorio di convivenza nel quale la Chiesa italiana crede molto”.

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