La Chiesa piemontese invita a celebrare con dignità l’Eucarestia

Condividi su...

La Conferenza Episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta, riunita a Pianezza, ha illustrato il cammino sinodale che la Chiesa italiana e quindi ogni singola diocesi dovrà avviare nei prossimi mesi. Mentre l’altro punto all’ordine del giorno è quello della stesura di una nota della CEP a partire dal motu proprio ‘Traditionis Custodes’, emanato nello scorso luglio.

I vescovi di Piemonte Valle d’Aosta hanno concordemente deciso di redigere un documento con criteri e scelte pratiche comuni per ottemperare a quanto ha stabilito papa Francesco nel documento pontificio, che affida “al vescovo diocesano, quale moderatore, promotore e custode di tutta la vita liturgica nella Chiesa particolare a lui affidata, il compito di regolare le celebrazioni liturgiche nella propria diocesi.

Noi vescovi del Piemonte e della Valle d’Aosta intendiamo accogliere le indicazioni di papa Francesco, il quale afferma l’unicità dell’espressione attuale del Rito Romano nello sviluppo delle diverse forme storiche che si sono succedute, dall’antichità ad oggi”.

Quindi dalla Lettera Apostolica deriva per il vescovo “il compito di avvalersi di presbiteri preparati in modo tale che ‘il sacerdote incaricato abbia a cuore non solo la dignitosa celebrazione della liturgia, ma la cura pastorale e spirituale dei fedeli’ e di favorire che i ‘presbiteri i quali già celebrano secondo il Missale Romanum del 1962, richiederanno al Vescovo diocesano l’autorizzazione per continuare ad avvalersi della facoltà’, mentre i ‘presbiteri ordinati dopo la pubblicazione del presente Motu proprio, che intendono celebrare con il Missale Romanum del 1962, devono inoltrare formale richiesta al Vescovo diocesano, il quale prima di concedere l’autorizzazione consulterà la Sede Apostolica’.

Accogliendo con spirito sinodale la Lettera Apostolica di papa Francesco, desideriamo con tutto il cuore che si favorisca la comunione ecclesiale, così che la preghiera liturgica con cui la Chiesa oggi prega e celebra il Mistero pasquale risplenda come segno di unita e di carità…

Invitiamo i sacerdoti e le comunità cristiane a un rinnovato fervore nella celebrazione dell’Eucaristia e della liturgia, con la limpida coscienza che essa non è nostra, ma è della sua Chiesa, anzi è del Signore che Le concede di celebrare il santo mistero del Corpo e del Sangue del Signore”.

Inoltre i vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta hanno accettato anche la nota pastorale della CEI dell’8 settembre 2021 a riguardo della vaccinazione: “La cura delle relazioni chiede di incentivare il più possibile l’accesso alla vaccinazione dei ministri straordinari della Comunione Eucaristica; di quanti sono coinvolti in attività caritative; dei catechisti; degli educatori; dei volontari nelle attività ricreative; dei coristi e dei cantori”.

Nell’ultimo argomento trattato, i vescovi hanno apprezzato e condiviso il comunicato della Consulta Regionale della pastorale della salute sul dibattito in corso in merito all’eutanasia e al suicidio assistito:

“Nello slogan ‘liberi fino alla fine’ si ribadisce il principio di autonomia e autodeterminazione ampiamente e tristemente diffuso nel nostro tempo. Uno Stato democratico si rivela maturo quando coniuga libertà e responsabilità, difende e tutela la vita fragile in tutte le sue fasi biologiche e condizioni.

 Nel ribadire tali concetti non significa sostenere il vitalismo ad oltranza, ma sottolineare l’inviolabilità e la dignità umana in tutte le sue forme ed espressioni. E’ necessario porre in essere una riflessione che coinvolga tutte le componenti sociali, non solo medici e sanitari, ma anche Istituzioni e cittadini”.

I vescovi incentrano l’intervento sul valore della cura: “Questi i presupposti inalienabili per ricostruire dei principi di cura che non cadano nella medicina difensiva e nell’accanimento terapeutico, ma sappiano rielaborare una relazione che ponga il malato al centro. Curare infatti non significa sempre e soltanto guarire, ma anche e soprattutto prendersi cura.

Alla luce di tutto ciò si devono rileggere eutanasia e suicidio assistito che diventano non l’affermazione di un diritto, ma la dimostrazione di quanto sia difficile ma importante il rapporto medico paziente, per realizzare un rapporto fiduciale e una vera e autentica alleanza terapeutica. Alla ‘cultura dello scarto’ deve essere contrapposta la ‘cultura della vita’ attraverso un percorso di umanizzazione, evangelizzazione e ricerca di senso”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50