Papa Francesco racconta il pellegrinaggio di speranza

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Come da tradizione al termine di ogni viaggio apostolico, in Aula ‘Paolo VI’ papa Francesco ha raccontato nell’’Udienza Generale, ai fedeli le emozioni ed i punti cardine del recente incontro a Budapest e in Slovacchia, che è stato ‘è stato un pellegrinaggio di preghiera, un pellegrinaggio alle radici, un pellegrinaggio di speranza. Preghiera, radici e speranza’.

E, partendo dal primo giorno, il papa ha raccontato la festa del Congresso Eucaristico internazionale a Budapest: “Grande è stata la partecipazione a questa celebrazione. Il popolo santo di Dio, nel giorno del Signore, si è riunito davanti al mistero dell’Eucaristia, dal quale continuamente è generato e rigenerato.

Era abbracciato dalla Croce che campeggiava sopra l’altare, a mostrare la stessa direzione indicata dall’Eucaristia, cioè la via dell’amore umile e disinteressato, dell’amore generoso e rispettoso verso tutti, della via della fede che purifica dalla mondanità e conduce all’essenzialità. Questa fede ci purifica sempre e ci allontana dalla mondanità che ci rovina tutti: è un tarlo che ci rovina da dentro”.

Una festa continuata al Santuario della Vergine dei Sette Dolori di Šaštín: “Il mio è stato così un pellegrinaggio di preghiera nel cuore dell’Europa, cominciato con l’adorazione e concluso con la pietà popolare.

Pregare, perché a questo è chiamato anzitutto il Popolo di Dio: adorare, pregare, camminare, peregrinare, fare penitenza, e in tutto questo sentire la pace e la gioia che ci dà il Signore. La nostra vita deve essere così: adorare, pregare, camminare, peregrinare, fare penitenza”.

L’adorazione eucaristica ha “una particolare importanza nel continente europeo, dove la presenza di Dio viene annacquata dal consumismo e dai ‘vapori’ di un pensiero unico (una cosa strana ma reale) frutto del miscuglio di vecchie e nuove ideologie.

E questo ci allontana dalla familiarità con il Signore, dalla familiarità con Dio. Anche in tale contesto, la risposta che risana viene dalla preghiera, dalla testimonianza e dall’amore umile. L’amore umile che serve. Riprendiamo questa idea: il cristiano è per servire”.

Quindi è stato un pellegrinaggio alle radici della fede: “Incontrando i fratelli Vescovi, sia a Budapest sia a Bratislava, ho potuto toccare con mano il ricordo grato di queste radici di fede e di vita cristiana, vivide nell’esempio luminoso di testimoni della fede, come il card. Mindszenty e il card. Korec, come il beato vescovo Pavel Peter Gojdič. Radici che scendono in profondità fino al nono secolo, fino all’opera evangelizzatrice dei santi fratelli Cirillo e Metodio, che hanno accompagnato questo viaggio come una presenza costante.

Ho percepito la forza di queste radici nella celebrazione della Divina Liturgia in rito bizantino, a Prešov, nella festa della Santa Croce. Nei canti ho sentito vibrare il cuore del santo popolo fedele, forgiato da tante sofferenze patite per la fede”.

Ed ha invitato a non tagliare le radici: “Anche noi abbiamo radici: ognuno di noi ha le proprie radici. Ricordiamo le nostre radici? Dei padri, dei nonni? E siamo collegati ai nonni che sono un tesoro?..

Non dimenticatevi di questo. E vi ripeto quello che ho detto tante volte, quel verso tanto bello: ‘Tutto quello che l’albero ha di fiorito gli viene da quello che ha di sotterrato’. Tu puoi crescere nella misura in cui sei unito alle radici: ti viene la forza da lì. Se tu tagli le radici, tutto nuovo, ideologie nuove, non ti porta a nulla questo, non ti fa crescere: finirai male”.

Poi è stato un pellegrinaggio di speranza: “Preghiera, radici e speranza, i tre tratti. Ho visto tanta speranza negli occhi dei giovani, nell’indimenticabile incontro allo stadio di Košice. Questo anche mi ha dato speranza, vedere tante, tante coppie giovani e tanti bambini.

E ho pensato all’inverno demografico che noi stiamo vivendo, e quei Paesi fioriscono di coppie giovani e di bambini: un segno di speranza…

Come forte e profetica è la testimonianza della Beata Anna Kolesárová, ragazza slovacca che a costo della vita difese la propria dignità contro la violenza: una testimonianza più che mai attuale, purtroppo, perché la violenza sulle donne è una piaga aperta dappertutto”.

Ed un pensiero speciale ai Salesiani ed alle Suore Missionarie della Carità del Centro Betlemme a Bratislava, che ‘pregano ed aiutano’: “E pregano tanto e aiutano tanto, senza pretese. Sono gli eroi di questa civilizzazione… Queste suore accolgono le persone senzatetto.

Penso alla comunità Rom e a quanti si impegnano con loro per un cammino di fraternità e di inclusione. E’ stato commovente condividere la festa della comunità Rom: una festa semplice, che sapeva di Vangelo. I Rom sono dei fratelli nostri: dobbiamo accoglierli, dobbiamo essere vicini come fanno i Padri salesiani lì a Bratislava, vicinissimi ai Rom”.

E prima dell’Udienza generale il papa ha ricevuto 3 famiglie cristiane afgane, in totale 14 persone, di cui 7 minori, fuggite nelle scorse settimane da Kabul.

(Foto: Santa Sede)

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