Maria, donna eucaristica

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Il mese di maggio, dedicato alla Madre di Dio, si è concluso celebrando la visitazione della Vergine Maria, che ci introduce nel mese di giugno alla devozione del Sacro Cuore di Gesù. Infatti per mons. Tonino Bello, Maria è la donna della convivialità e dell’Eucarestia: “Santa Maria, donna conviviale, tu ci richiami la struggente poesia dei banchetti di un tempo, quando, nei giorni di festa, a tavola c’era lei, l’altra madre, che ci covava con gli occhi a uno a uno, e, pur senza parole, ci supplicava con l’umido sguardo perché andassimo d’accordo tra fratelli e ci volessimo bene, trepida se mancava qualcuno, e finalmente felice solo quando rincasava l’ultimo dei figli… Forse solo in cielo scopriremo fino in fondo quanto tu sei importante per la crescita della nostra umana comunione. Nella Chiesa, soprattutto. E’ vero: essa si costruisce attorno all’Eucaristia. Ma non è meno vero il fatto che sei tu la tavola attorno a cui la famiglia è convocata dalla Parola di Dio e sulla quale viene condiviso il Pane del cielo. Come nell’icona di Rublev, appunto. Facci sperimentare, pertanto, la forza aggregante della tua presenza di madre. Santa Maria, donna conviviale, alimenta nelle nostre Chiese lo spasimo di comunione. Per questo Gesù le ha inventate: perché, come tante particole eucaristiche disseminate sulla terra, esse abbiano a introdurre nel mondo, quasi con una rete capillare di pubblicità, gli stimoli e la nostalgia della comunione trinitaria”.

Papa Benedetto XVI nella Esortazione Apostolica post sinodale, ‘Sacramentum Caritatis’, ha ricordato che: “In Maria Santissima vediamo perfettamente attuata anche la modalità sacramentale con cui Dio raggiunge e coinvolge nella sua iniziativa salvifica la creatura umana. Dall’Annunciazione alla Pentecoste, Maria di Nazareth appare come la persona la cui libertà è totalmente disponibile alla volontà di Dio.

La sua Immacolata Concezione si rivela propriamente nella docilità incondizionata alla Parola divina. La fede obbediente è la forma che la sua vita assume in ogni istante di fronte all’azione di Dio. Vergine in ascolto, ella vive in piena sintonia con la volontà divina; serba nel suo cuore le parole che le vengono da Dio e, componendole come in un mosaico, impara a comprenderle più a fondo; Maria è la grande Credente che, piena di fiducia, si mette nelle mani di Dio, abbandonandosi alla sua volontà. Tale mistero si intensifica fino ad arrivare al pieno coinvolgimento nella missione redentrice di Gesù… Maria di Nazareth, icona della Chiesa nascente, è il modello di come ciascuno di noi è chiamato ad accogliere il dono che Gesù fa di se stesso nell’Eucaristia”.

Anche papa Giovanni Paolo II, nella lettera enciclica ‘Ecclesia de Eucarestia’, ha sottolineato che: “Maria è donna ‘eucaristica’ con l’intera sua vita. La Chiesa, guardando a Maria come a suo modello, è chiamata a imitarla anche nel suo rapporto con questo mistero santissimo… In certo senso, Maria ha esercitato la sua fede eucaristica prima ancora che l’eucaristia fosse istituita, per il fatto stesso di aver offerto il suo grembo verginale per l’incarnazione del Verbo di Dio… C’è pertanto un’analogia profonda tra il fiat pronunciato da Maria alle parole dell’angelo, e l’amen che ogni fedele pronuncia quando riceve il corpo del Signore. A Maria fu chiesto di credere che colui che ella concepiva ‘per opera dello Spirito Santo’ era il ‘figlio di Dio’.

In continuità con la fede della Vergine, nel mistero eucaristico ci viene chiesto di credere che quello stesso Gesù, tiglio di Dio e figlio di Maria, si rende presente con l’intero suo essere umano-divino nei segni del pane e del vino. ‘Beata colei che ha creduto’: Maria ha anticipato, nel mistero dell’incarnazione, anche la fede eucaristica della Chiesa… Maria canta quei ‘cieli nuovi’ e quella ‘terra nuova’ che nell’eucaristia trovano la loro anticipazione e in certo senso il loro ‘disegno’ programmatico… L’eucaristia ci è data perché la nostra vita, come quella di Maria, sia tutta un magnificat!”

E papa Paolo VI nell’udienza generale dell’8 settembre (natività di Maria Santissima, al cui giorno era molto legato) 1965, disse che “Maria è l’annuncio, Maria è il preludio, Maria è l’aurora, Maria è la vigilia, Maria è la preparazione immediata, che corona e mette termine al secolare svolgimento del piano divino della redenzione; è il traguardo della profezia, è la chiave d’intelligenza dei misteriosi messaggi messianici, è il punto d’arrivo del pensiero di Dio, ‘termine fisso d’eterno consiglio’, come Dante si esprime…

Se così pensiamo, se così preghiamo, otterremo, noi speriamo, due effetti importantissimi: quello di meritare al Concilio una ricchezza di grazie, di luce, di virtù, di carismi, quale è, nei comuni desideri della Chiesa e nei nostri; e quello, non ultimo, anzi non meno degli altri prezioso, di rianimare con saggezza e con fervore il nostro culto a Maria Santissima, come già il Concilio ha insegnato, con profondo senso cristologico ed ecclesiologico: comincerà da ciò, in grande parte, la perfetta rinnovazione della nostra vita cristiana”.

 

 

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