Il Papa: la Chiesa è una famiglia che ci porta a Dio secondo il suo disegno d’amore

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Il Papa rilegge la storia di Abramo, guarda a Gesù che “raduna intorno a sé una piccola comunità che accoglie la sua parola, lo segue, condivide il suo cammino, diventa la sua famiglia, e con questa comunità Egli prepara e costruisce la sua Chiesa.” Una Chiesa che nasce dalla croce “dal costato aperto di Gesù da cui escono sangue ed acqua, simbolo dei Sacramenti dell’Eucaristia e del Battesimo. Nella famiglia di Dio, nella Chiesa, la linfa vitale è l’amore di Dio che si concretizza nell’amare Lui e gli altri, tutti, senza distinzioni e misura. La Chiesa è famiglia in cui si ama e si è amati.” La Chiesa si manifesta nella Pentecoste, grazie alla Spirito Santo che “riempie il cuore degli Apostoli e li spinge ad uscire e iniziare il cammino per annunciare il Vangelo, diffondere l’amore di Dio.” E il Papa risponde ancora una volta alle più classiche dello obiezioni: “Cristo sì, la Chiesa no”, e lo stesso per i preti. Ma è proprio la Chiesa che ci porta Cristo e che ci porta a Dio; la Chiesa è la grande famiglia dei figli di Dio.” Anche se ci sono aspetti umani con difetti, imperfezioni e peccati la Chiesa “è di Dio, fa parte del suo grande disegno di amore per tutta l’umanità, è opera sua.” E Francesco aggiunge a braccio:”Anche il Papa li ha e ne ha tanti, ma il bello è che quando noi ci accorgiamo di essere peccatori, troviamo la misericordia di Dio, il quale sempre perdona. Non dimenticatelo: Dio sempre perdona e ci riceve nel suo amore di perdono e di misericordia. Alcuni dicono che il peccato è un’offesa a Dio, ma anche un’opportunità di umiliazione per accorgersi che c’è un’altra cosa più bella: la misericordia di Dio. Pensiamo a questo.”

Alla fine l’esame di coscienza del Papa è per tutti i cristiani: “quanto amo io la Chiesa? Prego per lei? Mi sento parte della famiglia della Chiesa? Che cosa faccio perché sia una comunità in cui ognuno si senta accolto e compreso, senta la misericordia e l’amore di Dio che rinnova la vita? La fede è un dono e un atto che ci riguarda personalmente, ma Dio ci chiama a vivere insieme la nostra fede, come famiglia, come Chiesa.”

Dopo la catechesi il Papa ha salutato in italiano alcuni gruppi di diverse nazioni. In particolare ad un gruppo di giovani polacchi ha ricordato il senso della paternità spirituale e ha chiesto loro di pregare sempre per i genitori: “ricordate che Dio è Padre di ciascuno di noi. È stato Lui a crearci, ad elargire a ciascuno di noi i talenti, a guidarci nel cammino della vita; Egli è con noi, nonostante la nostra debolezza, il nostro peccato, le nostre omissioni. Vuole salvarci! È modello di ogni paternità, anche di quella terrena. Ciascuno di noi deve tanto al padre terreno, che ci ha trasmesso la vita, che ha avuto cura di noi e che continua a provvedere alla nostra esistenza quotidiana e alla nostra crescita. Non dimenticate di rendere grazie a Dio per il vostro genitore! Ricordatelo nella preghiera anche se la vostre relazioni dovessero forse essere non buone. La paternità è un dono di Dio e una grande responsabilità per dare una nuova vita, la quale è un’irripetibile immagine di Dio. Non abbiate paura di essere genitori. Molti di voi certamente diventeranno padri! Siate anche aperti alla paternità spirituale, un grande tesoro della nostra fede. Dio vi doni la ricchezza e la irradiazione della sua paternità e vi colmi della sua gioia.”

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