Mons. Delpini: la nostra Chiesa sia unita, libera e lieta

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“In questo tempo di prova e di grazia la proposta pastorale intende convocare la comunità cristiana perché non si sottragga alla missione di essere un segno che aiuta la fede e la speranza, proponendo il volto di una Chiesa unita, libera e lieta come la vuole il nostro Signore e Maestro Gesù, che è vivo, presente in mezzo a noi come l’unico pastore e che vogliamo seguire fino alla fine, fino a vedere Dio così come egli è”: così inizia la lettera pastorale, intitolata ‘Unita, libera, lieta. La grazia e la responsabilità di essere Chiesa’ di mons. Mario Delpini, presentata nella solennità della Natività della Beata Vergine Maria.

Nell’omelia l’arcivescovo di Milano ha offerto ai diaconi, prossimi sacerdoti l’esempio di san Giuseppe: “Non temere, Giuseppe, figlio di Davide! Non temere, Giuseppe! Il progetto del Dio dei nostri padri di salvare il suo popolo non si realizza con l’irruzione di una potenza superiore che frantuma il progetto coltivato nella tua giovinezza, che mette fine al sogno d’amore che rende attraente il tuo futuro. Non temere Giuseppe, non tirarti indietro, non pensare pensieri sbagliati, non prendere decisioni rinunciatarie!

Non temere, Giuseppe! Non accontentarti di una vita pensata come una sistemazione nell’anonimato di una vita qualsiasi, in un paese qualsiasi, per coltivare la speranza di Israele come una vaga promessa di un futuro promettente per altri, per chi sa chi! Oggi per te si compie la promessa! Oggi con te il Dio dei nostri padri compie il suo disegno di salvezza. Oggi l’angelo di Dio ti chiama per dare al figlio che nasce da Maria il nome che ne indica la missione! Oggi è il giorno della tua vocazione”.

Lo stesso incoraggiamento è stato rivolto ai diaconi: “Voi che esprimete pubblicamente la vostra disponibilità per essere chiamati al ministero presbiterale e diaconale siete oggi accompagnati da segni di festa e di incoraggiamento, forse anche di ammirazione e di simpatia. Intravedete però che il ministero per il quale siete disponibili non sarà una garanzia di successo e di popolarità, non sarà una letizia assicurata come pacifico possesso.

Voi infatti forse avvertite che anche tra i consacrati sono stati seminati dal maligno il malumore e il risentimento, la frustrazione e lo scoraggiamento. Viene però l’angelo del Signore per annunciarvi la parola del Signore e vi dice: non temete, voi che siete chiamati a ricordare a questa generazione l’unico nome sotto il cielo in cui possiamo essere salvati. Non temete di dire Gesù”.

Ed infine un invito ai fedeli a non temere di pregare: “Mentre si avvia questo anno pastorale con il proposito che la sinodalità non sia uno slogan di moda, non sia una produzione di carte e un logoramento di riunioni, ma la condivisione delle responsabilità per la missione, non temere, santa Chiesa di Dio, di creare occasioni e contesti per l’ascolto. Non temere di dare parola a tutti, uomini e donne, giovani e adulti, italiani e fedeli di ogni paese. Non temere di accogliere il dono dello

Spirito che raduna i molti perché siano una cosa sola. Il Padre ascolta la preghiera del Figlio: che siano una cosa sola. Possiamo quindi avere fiducia che anche la preghiera nostra sia esaudita… L’unità dei credenti è frutto della docilità piuttosto che dell’organizzazione: impariamo ancora a pregare!”  

In questa celebrazione eucaristica è stato presentato il cammino pastorale in un percorso che vedrà  la nascita delle assemblee sinodali decanali: a introdurre la lettera è il riferimento al ‘tempo che viviamo’, con l’ ‘inedita tribolazione’ della pandemia.

La proposta pastorale è ‘l’anno liturgico’. Mons. Delpini parla di ‘Chiesa dalle genti’ e di ‘vocazione dell’umanità alla fraternità universale’ secondo l’insegnamento dell’enciclica ‘Fratelli tutti’ di papa Francesco, per additare poi le dimensioni della reciprocità e della coralità della comunione contro “le tentazioni di protagonismo, rivalità, invidia, scarsa stima vicendevole sempre presenti e seducenti”.

(Foto: Arcidiocesi di Milano)

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