Budapest in adorazione eucaristica aspettando il papa

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Il giorno del viaggio di papa Francesco in Ungheria si avvicina ed a Budapest continua il congresso eucaristico internazionale con la testimonianza da parte di molti congressisti, messi duramente alla prova da conflitti, collassi economici, calamità naturali e dove il mistero dell’Eucarestia e quindi della fede cristiana è fonte di vera pace e riconciliazione, come il card. Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, che racconta che negli ultimi sei mesi “la nostra gente si è confrontata con sfide a più livelli: conflitti, Covid, collasso dell’economia, disastri climatici. I cattolici hanno sofferto molto; le nostre chiese sono state attaccate. Molti dei nostri sono rifugiati nella nostra stessa terra”.

Anche il lockdown dovuto al Covid-19 ha provato le persone, ma “la pazienza è l’unico modo in cui questo mondo può vivere in pace: la storia mostra che leader impetuosi, impulsivi e impazienti hanno portato il mondo ai disastri. La pazienza ha il potere della pace. Papa Francesco ha detto che il vero potere è nel servizio”.

Anche il patriarca di Baghdad dei Caldei, card.Louis Raphael Sako, ha raccontato il dramma dei cristiani in Medio Oriente: “Le pressioni sono dure e l’emorragia dell’emigrazione continua, in paesi come Iraq, Siria, Libano. Purtroppo, l’Occidente non è consapevole delle difficoltà e dei timori che i cristiani stanno affrontando in vari Paesi…

Il radicalismo come ideologia politica e religiosa sta crescendo sempre di più in Medio Oriente e i cristiani ne sono vittime innocenti. Gli estremisti vogliono approfittare della situazione attuale per segnare la fine della presenza cristiana in Medio Oriente”.

Però dal Canada il card. Gérald Lacroix, arcivescovo di Québec e primate della Chiesa cattolica in Canada, ha affermato che l’Eucarestia è fonte di riconciliazione: “Il tipo di pace offerto dall’Eucaristia non è semplicemente un’assenza di conflitto quanto piuttosto un processo attivo, che lavora per la riconciliazione e la guarigione delle persone, delle famiglie e delle comunità. Ci permette di credere che aspirare alla pace non sia così assurdo come sembra”.

E durante il 52^ Congresso Eucaristico Internazionale si è svolto l’incontro annuale dei vescovi greco-cattolici europei organizzato dalla Metropolia greco-cattolica d’Ungheria. Infatti cattolici e ortodossi non possono ordinariamente condividere il sacramento dell’Eucaristia, perché non vivono in piena comunione ecclesiale.

Ma di certo, sia cattolici che ortodossi riconoscono che “nel pane e nel vino eucaristici, dopo la loro consacrazione, non abbiamo solo la presenza simbolica di Cristo, ma la sua presenza piena e reale”.

Con queste parole, cariche di potenziali risvolti pastorali per la vita di tante comunità ecclesiali sparse nel mondo, il Metropolita russo Hilarion di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Moscak, ha confessato e ribadito la fede condivisa di cristiani cattolici e ortodossi nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia.

Nel frattempo ieri Matteo Bruni, direttore della Sala stampa vaticana, ha illustrato alcuni momenti del 34^ viaggio internazionale del Papa a Budapest e poi in Slovacchia dal 12 al 15 settembre, chiarendo alcune opacità a Vatican News: “Un viaggio dalla forte connotazione spirituale. Per cui è bene evitare di mischiare letture di altro genere a quella più spirituale… E’ un incontro con le autorità più alte del Paese, ed evidentemente tra queste c’è anche Orban”.

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