Papa Francesco: il battesimo genera uguaglianza in Cristo

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Al termine dell’Udienza generale nell’aula ‘Paolo VI’ papa Francesco ha ricordato la festa odierna: “In questo giorno in cui celebriamo la Natività della Vergine Maria, chiediamo alla nostra Madre di aiutarci a riscoprire la bellezza di essere figli di Dio e, superando differenze e conflitti, di aiutarci a vivere come fratelli”. Eppoi in lingua polacca ha ricordato due personalità polacchi, che tra pochi giorni saranno beatificate: “Esprimo la mia gioia per la prossima beatificazione del card. Stefano Wyszyński e madre Elisabetta Rosa Czacka. Che il testamento spirituale del Primate del Millennio: ‘Tutto affido a Maria’ e la confidenza della madre Elisabetta Rosa nella Croce di Cristo siano sempre la forza della vostra nazione”.

Infine, ricordando il capodanno etiope il papa ha pregato per chi soffre a causa della guerra: “Il prossimo 11 settembre in Etiopia si celebrerà il capodanno rivolgo al popolo etiope il mio più cordiale e affettuoso saluto in modo particolare a quanti soffrono a motivo del conflitto in atto e per la grave situazione umanitaria da esso causata , sia questo un tempo di fratenrità e solidarietà in cui dare ascolto al comune desiderio di pace”.

Continuando la catechesi sulla lettera ai Galati di san Paolo apostolo, il papa ha approfondito ancora una volta la ‘novità’ del cristianesimo: “L’Apostolo insiste con quei cristiani perché non dimentichino la novità della rivelazione di Dio che è stata loro annunciata.

In pieno accordo con l’evangelista Giovanni, Paolo sottolinea che la fede in Gesù Cristo ci ha permesso di diventare realmente figli di Dio e anche suoi eredi. Noi cristiani diamo spesso per scontato questa realtà di essere figli di Dio. E’ bene invece fare sempre memoria grata del momento in cui lo siamo diventati, quello del nostro battesimo, per vivere con più consapevolezza il grande dono ricevuto”.

Ed ha ricordato l’importanza della data del battesimo: “E invece è la data nella quale siamo stati salvati, è la data nella quale siamo diventati figli di Dio. Adesso, coloro che non la conoscono domandino al padrino, alla madrina, al papà, alla mamma, allo zio, alla zia: ‘Quando sono stato battezzato? Quando sono stata battezzata?’; e ricordare ogni anno quella data: è la data nella quale siamo stati fatti figli di Dio”.

Ha spiegato il valore della figliolanza nelle lettere dell’Apostolo: “La figliolanza di cui parla Paolo non è più quella generale che coinvolge tutti gli uomini e le donne in quanto figli e figlie dell’unico Creatore. Nel brano che abbiamo ascoltato egli afferma che la fede permette di essere figli di Dio ‘in Cristo’: questa è la novità.

E’ questo ‘in Cristo’ che fa la differenza. Non soltanto figli di Dio, come tutti: tutti gli uomini e donne siamo figli di Dio, tutti, qualsiasi sia la religione che abbiamo. No. Ma ‘in Cristo’ è quello che fa la differenza nei cristiani, e questo soltanto avviene nella partecipazione alla redenzione di Cristo e in noi nel sacramento del battesimo, così incomincia”.

Il battesimo permette la partecipazione al ‘mistero’ di Gesù: “Per lui, essere battezzati equivale a prendere parte in maniera effettiva e reale al mistero di Gesù. Per esempio, nella lettera ai Romani giungerà perfino a dire che, nel battesimo, siamo morti con Cristo e sepolti con Lui per poter vivere con Lui… E questa è la grazia del battesimo: partecipare della morte e resurrezione di Gesù. Il battesimo, quindi, non è un mero rito esteriore”.

Il battesimo genera un’identità nuova: “Non stupisce, dunque, che questo nuovo insegnamento dell’Apostolo potesse suonare come eretico… Per la società antica era vitale la distinzione tra schiavi e cittadini liberi. Questi godevano per legge di tutti i diritti, mentre agli schiavi non era riconosciuta nemmeno la dignità umana.

Questo succede anche oggi: tanta gente nel mondo, tanta, milioni, che non hanno diritto a mangiare, non hanno diritto all’educazione, non hanno diritto al lavoro: sono i nuovi schiavi, sono coloro che sono alle periferie, che sono sfruttati da tutti. Anche oggi c’è la schiavitù…

Così infine, l’uguaglianza in Cristo supera la differenza sociale tra i due sessi, stabilendo un’uguaglianza tra uomo e donna allora rivoluzionaria e che c’è bisogno di riaffermare anche oggi.

C’è bisogno di riaffermarla anche oggi. Quante volte noi sentiamo espressioni che disprezzano le donne!.. Ma guarda che uomo e donna hanno la stessa dignità, e c’è nella storia, anche oggi, una schiavitù delle donne: le donne non hanno le stesse opportunità degli uomini. Dobbiamo leggere quello che dice Paolo: siamo uguali in Cristo Gesù”.

Concludendo l’udienza generale papa Francesco ha sottolineato l’importanza dell’uguaglianza in Cristo: “Tutto quello che esaspera le differenze tra le persone, causando spesso discriminazioni, tutto questo, davanti a Dio, non ha più consistenza, grazie alla salvezza realizzata in Cristo.

Ciò che conta è la fede che opera seguendo il cammino dell’unità indicato dallo Spirito Santo. E la nostra responsabilità è camminare decisamente su questa strada dell’uguaglianza, ma l’uguaglianza che è sostenuta, che è stata fatta dalla redenzione di Gesù”.

(Foto: Santa Sede)

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