XXIII domenica: ‘Effatà, apriti !’ Gesù e il sordomuto

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L’episodio è assai semplice e pregno di insegnamenti; riporta un miracolo operato da Gesù in favore di un sordomuto. Gesù si è incarnato per salvare l’uomo, tutti gli uomini. Dio è amore e non vuole imporre obblighi e pesi a nessuno; la legge divina non è un peso che mira a schiacciare l’uomo o a schiavizzarlo, ma è come l’argine di un fiume: l’acqua in esso scorre serena ed arriva al mare.

La legge divina serve a far sì che l’uomo possa vivere  serenamente la sua vita nel mutuo rispetto di sé e degli altri; davanti alla sofferenza che affligge l’uomo, Gesù si commuove e il suo cuore si rivela misericordioso o, come aveva detto il profeta Isaia ‘si apriranno gli occhi dei ciechi, si schiuderanno gli orecchi dei sordi’.

Nel brano del Vangelo Gesù si imbatte con un sordomuto, mentre la gente lo prega di imporgli le mani e guarirlo; Gesù lo prende in disparte, gli pone le dita negli orecchi, gli tocca con la saliva la lingua ed ordina con la sua voce divina: ‘Effatà, cioè apriti’ e subito il sordomuto comincia a sentire e a parlare. 

Un miracolo che ha uno sfondo catechistico e battesimale. Gesù restituisce quel povero uomo, incapace di sentire e parlare, ridotto ad un vero brandello di uomo a causa della malattia che lo relegava ai margini della società, alla sua vera dignità di persona umana.

Gesù premia la fede di chi ha ricorso a Lui, ma questa non può sussistere senza l’ascolto e l’accoglienza. Gesù non è un guaritore che s’aggira in mezzo alle folle per farsi pubblicità o in cerca di applausi; i suoi miracoli hanno sempre una valenza soprannaturale, sono educativi e mirano non solo a restituire la salute fisica ma soprattutto a dare la salute dello spirito.

A Gesù interessa sommamente il suo programma di azione: aprire a tutti le porte del regno dei cieli; così un giorno davanti ad un paralitico, relegato da venti anni sul letto, Gesù dirà: ‘amico, ti sono rimessi i peccati’!  Scribi e farisei erano rimasti trasecolati perché solo Dio può rimettere i peccati. Gesù leggendo i loro pensieri interviene: cosa è più facile dire ‘Ti sono rimessi i peccati o alzati, prendi il letto e vai a casa?’ 

Perché sappiate che ne ho il potere, dice al paralitico, alzati, prendi il letto e vai a casa:  due cose che solo Dio in realtà  può fare; due cose che evidenziano solo la potenza divina e salvifica di Cristo Gesù. Nella pagina del vangelo di questa domenica Gesù crea un chiaro sfondo al Battesimo istituito da Lui, quel sacramento che permette all’uomo peccatore di assurgere alla dignità di figlio di Dio.

E’ infatti in forza del battesimo che noi ci innestiamo a Cristo e possiamo pregare: ‘Padre nostro che sei nei cieli’. ‘Effatà’, dice Gesù: apritevi, occhi,  per riconoscere il Figlio di Dio, il salvatore promesso dal Padre; apritevi, o orecchi, per ascoltare la Parola, la Verità di Dio che vi fa liberi e vi restituisce l’abito bianco, l’abito della purezza. 

E’ necessaria però  una Fede viva in Dio, come era stata viva la Fede di Abramo, come vivo ed incisivo fu il ‘sì’ di Maria all’angelo e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Il miracolo operato da Gesù sul sordomuto ci ricorda proprio il nostro Battesimo.

Il gesto di Gesù ci richiama il passo di Isaia dove il profeta afferma: griderà di gioia la lingua dei muti. Il sordomuto rappresenta un poco tutti noi, tante volte ermeticamente chiusi in noi stessi e resistenti alla grazia del cielo.

Il Battesimo apre l’uomo alla comunione con Cristo che conferisce la vita, la vera vita. Il battesimo è infatti un dono, il dono della vita eterna, questo però deve essere accolto e vissuto. Il dono di amicizia da parte di Dio implica da parte nostra un ‘sì’ alla vita e un ‘no’ a quanto non è compatibile con l’amicizia.

Il no deve essere  articolato a tre rinunce, il sì a tre adesioni; ricorda il rito del Battesimo: adesione a Dio, creatore e padre; adesione a Cristo, morto e risorto per noi e presente sempre nella Eucaristia: un Dio concreto che segna la strada da percorrere e dà gli aiuti necessari per viere la comunione con Dio e i fratelli; un sì che si esprime concretamente nella fede e nell’osservanza dei comandamenti, cioè l’amore nella dimensione verticale (verso Dio) ed orizzontale (verso l’uomo, tutti gli uomini); un sì perciò a Dio che dà il giusto senso alla nostra vita, alla famiglia, all’amore responsabile, alla responsabilità sociale, alla giustizia.

Il Sacramento del Battesimo è proprio questa vita nuova: Effatà, apriti e sii uomo; abbandona l’uomo vecchio, chiuso in sé, e rivestiti dell’uomo nuovo; inizia il tuo nuovo cammino nella Fede e nell’Amore e avrai la vita eterna.

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