Papa Francesco ai fedeli: state attenti alle rigidità

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Durante i saluti in lingua italiana nell’Udienza Generale di oggi, il Papa ha ricordato l’appuntamento per la Giornata Mondiale di preghiera per la cura del creato: “Oggi celebriamo la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, è l’inizio del tempo del creato che si concluderà il 4 ottobre, Festa di San Francesco d’Assisi”, il cui tema verte sulla ‘casa comune’: ‘Una casa per tutti? Rinnovare l’Oikos di Dio’.

Nell’udienza generale in aula Paolo VI il papa ha continuato il ciclo di catechesi sulla lettera a Galati di san Paolo apostolo, incentrando la meditazione sulla stoltezza: “Stolti sono coloro che rischiano di perdere la fede in Cristo che hanno accolto con tanto entusiasmo, perché non si rendono conto che il pericolo è quello di perdere il tesoro prezioso, la bellezza della novità di Cristo”.

Il papa ha raccontato come l’Apostolo ha narrato la propria vita: “Fino a qui, Paolo ha parlato della sua vita e della sua vocazione: di come la grazia di Dio ha trasformato la sua esistenza, mettendola completamente a servizio dell’evangelizzazione. A questo punto, interpella direttamente i Galati: li pone davanti alle scelte che hanno compiuto e alla loro condizione attuale, che potrebbe vanificare l’esperienza di grazia vissuta”.

Però dopo cambia il registro della narrazione con termini non tanto ‘cortesi’: “Nelle altre Lettere è facile trovare l’espressione ‘fratelli’ oppure ‘carissimi’, qui no. Dice in modo generico ‘Galati’ e per ben due volte li chiama ‘stolti’.

Lo fa non perché non siano intelligenti, ma perché, quasi senza accorgersene, rischiano di perdere la fede in Cristo che hanno accolto con tanto entusiasmo… La meraviglia e la tristezza dell’Apostolo sono evidenti. Non senza amarezza, egli provoca quei cristiani a ricordare il primo annuncio da lui compiuto, con il quale ha offerto loro la possibilità di acquisire una libertà fino a quel momento insperata”.

Il papa ha  ricordato ai fedeli che l’apostolo pone interrogativi retorici: “L’Apostolo rivolge ai Galati delle domande, nell’intento di scuotere le loro coscienze. Si tratta di interrogativi retorici, perché i Galati sanno benissimo che la loro venuta alla fede in Cristo è frutto della grazia ricevuta con la predicazione del Vangelo”.

Inoltre ha sottolineato il significato del valore della parola ‘Cristo vive in me’: “La parola che avevano ascoltato da Paolo si concentrava sull’amore di Dio, manifestatosi pienamente nella morte e risurrezione di Gesù… Lui non voleva sapere altro che Cristo crocifisso. I Galati devono guardare a questo evento, senza lasciarsi distogliere da altri annunci..

Insomma l’intento di Paolo è di mettere alle strette i cristiani perché si rendano conto della posta in gioco e non si lascino incantare dalla voce delle sirene che vogliono portarli a una religiosità basata unicamente sull’osservanza scrupolosa di precetti. I Galati, d’altronde, comprendevano molto bene ciò a cui l’Apostolo faceva riferimento”.

I Galati  sono chiamati dall’Apostolo ad una scelta fondamentale: “Avevano fatto certamente esperienza dell’azione dello Spirito Santo nelle comunità: come nelle altre Chiese, così anche tra loro si erano manifestati la carità e vari altri carismi. Messi alle strette, devono per forza rispondere che quanto hanno vissuto era frutto della novità dello Spirito.

All’inizio del loro venire alla fede, pertanto, c’era l’iniziativa di Dio, non degli uomini. Lo Spirito Santo era stato il protagonista della loro esperienza; metterlo ora in secondo piano per dare il primato alle proprie opere, cioè al compimento dei precetti della Legge, sarebbe stato da insensati. La santità viene dallo Spirito Santo e che è la gratuità della redenzione di Gesù: questo ci giustifica”.

Questo vale anche oggi per la scelta di come vivere la fede nella vita quotidiana , ha concluso il papa: “L’effimero bussa spesso alla porta delle nostre giornate, ma è una triste illusione, che ci fa cadere nella superficialità e impedisce di discernere su cosa valga veramente la pena vivere.

Fratelli e sorelle, manteniamo comunque ferma la certezza che, anche quando siamo tentati di allontanarci, Dio continua ancora a elargire i suoi doni. Sempre nella storia, anche oggi, succedono cose che assomigliano a quello che è successo ai Galati…

Perché, nonostante tutte le difficoltà che noi possiamo porre alla sua azione, anche nonostante i nostri peccati, Dio non ci abbandona ma rimane con noi col suo amore misericordioso.

Dio sempre è vicino a noi con la sua bontà. E’ come quel padre che tutti i giorni saliva sul terrazzo per vedere se tornava il figlio: l’amore del Padre non si stanca di noi.

Domandiamo la saggezza di accorgerci sempre di questa realtà e di mandare via i fondamentalisti che ci propongono una vita di ascesi artificiale, lontana dalla resurrezione di Cristo. L’ascesi è necessaria, ma l’ascesi saggia, non artificiale”.

(Foto: Santa Sede)

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