Settimana Liturgica: le comunità siano case aperte a tutti

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Ricordando il ‘digiuno liturgico’ del lockdown dello scorso anno nel messaggio ai partecipanti alla settimana del Centro di Azione Liturgica, svoltasi a Cremona, il papa ha auspicato nuove ‘linee di pastorale liturgica’ per le parrocchie, al fine di far fronte a quella ‘marginalità’. Nel testo, a firma del Segretario di Stato, card. Pietro Parolin, il papa si è detto grato a Dio per il fatto che la Settimana possa finalmente svolgersi dopo ‘il triste momento dello scorso anno’, quando era stata rimandata a causa della pandemia.

Secondo il Papa, la sospensione delle funzioni religiose durante lo scorso anno, seppur sia stata una ‘triste esperienza’, ha fatto “risaltare la bontà del cammino compiuto a partire dal Concilio Vaticano II, sulla via tracciata dalla Costituzione Apostolica ‘Sacrosanctum Concilium’…

Il settimanale radunarsi nel ‘nome del Signore’, che sin dalle origini è stato avvertito dai cristiani come una realtà irrinunciabile e indissolubilmente legata alla propria identità, è stato duramente intaccato durante la fase più acuta del propagarsi della pandemia…

Ma l’amore per il Signore e la creatività pastorale hanno spinto pastori e fedeli laici a esperire altre vie per nutrire la comunione di fede e di amore con il Signore e con i fratelli, nell’attesa di poter ritornare alla pienezza della celebrazione eucaristica in tranquillità e sicurezza”.

Ed al termine della Settimana Liturgica Nazionale il presidente del Centro di Azione Liturgica, mons. Claudio Maniago, ha annunciato la sede della prossima edizione: nel 2022 la 72ª edizione del congresso sarà ospitata dall’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno. A raccogliere il testimone da Cremona è l’arcivescovo Andrea Bellandi che ha inviato un video-messaggio trasmesso in cattedrale al termine della quarta e ultima giornata di lavori di questa 71ª edizione della Settimana:

“Sono lieto di poter inviare questo saluto confermando la disponibilità della Diocesi di Salerno-Campagna-Acerno ad ospitare la prossima Settimana Liturgica Nazionale proprio nella nostra città. Una città che nella sua Cattedrale custodisce le spoglie dell’apostolo Matteo e un tesoro artistico di importanza eccezionale quali gli avori medievali”.

Poter riflettere una settimana sulla liturgia, su questa dimensione essenziale della vita della Chiesa è un’occasione fondamentale per tutti noi. La nostra Chiesa si rallegra particolarmente di questa occasione di poter insieme fare un cammino verso un’azione liturgica che possa essere sempre più comunicativa agli uomini del nostro tempo. Vi attendo con gioia alla prossima Settimana Liturgica Nazionale il prossimo agosto”.

Il vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti, ha sottolineato che la pandemia ha messo alla prova e talvolta ha ‘svuotato’ le parrocchie: “Non scandalizziamoci se le presenze alle liturgie si possono diradare. Dal momento che è il Risorto a raccogliere la sua comunità, è lo stesso Signore che custodisce la libertà dei credenti e non la trattiene”.

Mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, ha messo in evidenza l’azione di Dio nella vita: “Tre cose sono notevoli in questo testo: l’agire di Dio ha (super)esaltato Gesù crocifisso, contrastando l’agire degli uomini; il Risorto è gratificato di un Nome con cui partecipa alla gloria divina; questo comporta una duplice reazione: il riconoscimento universale (ogni ginocchio si pieghi) e la confessione pasquale (ogni lingua proclami).

Allora, celebrare riuniti ‘nel suo nome’ significa riconoscere la centralità della Pasqua. Nascono a questo proposito due possibili distorsioni che potremmo denominare la spettacolarizzazione o la sacralizzazione del celebrare.

Il primo difetto dà un’interpretazione e propone una pratica superficiale dell”activa participatio, il secondo si esprime in una pratica e una giustificazione rigida dell’ars celebrandi. La spettacolarizzazione della celebrazione manifesta un modo superficiale d’intendere l’actuosa participatio, anche se c’è che c’è un modo più profondo di intendere l’actuosa participatio.Difetto opposto è la sacralizzazione della celebrazione.

Se da un lato, risulta pericoloso manipolare la liturgia, dall’altro il nostro compito (di sacerdoti, ministri, operatori liturgici e popolo di Dio) è praticare una sapiente ars celebrandi”. Mons. Angelo Lameri, docente alla Pontificia Università della Santa Croce, ha evidenziato che la liturgia è l’alimento spirituali  dei fedeli:

“Occorre ribadire che il Messale non è semplicemente una raccolta di ‘testi’ da comprendere e proclamare, ma pure e soprattutto un libro che indica ‘gesti’ da porre in atto e valorizzare, coinvolgendo i vari ministeri e l’intera assemblea. La bellezza della liturgia scaturisce dall’armonia di gesti e parole con cui si è coinvolti nel mistero celebrato.

In una stagione in cui è decisivo l’approfondimento della riforma liturgica conciliare per una sua rinnovata applicazione, la terza edizione in lingua italiana del Messale Romano ci invita a leggere nel loro reciproco rimando parola di Dio e celebrazione liturgica, a riscoprire il valore positivo della norma in relazione alla salvaguardia del mistero celebrato, a riprendere l’antico auspicio del movimento liturgico che individuava nella partecipazione attiva alla liturgia la prima e indispensabile fonte da cui attingere il vero spirito cristiano”.

Infine occorre sottolineare che nella storia del Cal la Settimana 2021 è quella della ‘svolta’: per la prima volta non è stata solo in presenza, ma anche online grazie alla ‘macchina’ comunicativa messa a punto dalla diocesi, con relazioni che hanno superato le 4.000 visualizzazioni sul web, come ha sottolineato il vescovo di Castellaneta, mons. Claudio Maniago, presidente del CAL:

“Mai avevamo raggiunto un così alto numero di partecipanti. Se il Cal è a supporto delle parrocchie per aiutarle a crescere nella consapevolezza dell’importanza della liturgia, allora diventa ineludibile il ricorso alle nuove tecnologie”.

(Foto: Diocesi di Cremona)

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