Papa Francesco spiega i motivi di san Paolo contro l’ipocrisia

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“Saluto altresì i fedeli di Montegallo, che il 24 agosto di 5 anni fa sono stati colpiti dal terremoto. Cari fratelli e sorelle, la vostra presenza mi offre l’occasione per volgere il mio pensiero alle vittime e alle comunità dell’Italia centrale, tra cui Accumoli e Amatrice, che hanno subito le dure conseguenze di quell’evento sismico. Con il concreto aiuto delle Istituzioni, è necessario dare prova di ‘rinascita’ senza lasciarsi abbattere dalla sfiducia. Esorto tutti ad andare avanti con speranza. Coraggio!”

Con queste parole papa Francesco, al termine dell’udienza generale in aula Paolo VI, ha ricordato il terremoto che nel 2016 colpì l’Italia centrale. Inoltre ha salutato gli atleti che stanno partecipando alle Paraolimpiadi di Tokyo: “Invio il mio saluto agli atleti e li ringrazio perché offrono a tutti una testimonianza di speranza e di coraggio. Essi, infatti, manifestano come l’impegno sportivo aiuti a superare difficoltà apparentemente insormontabili”.

Mentre nei saluti in lingua polacca il papa ricorda anche la solennità di domani: “Cari fratelli e sorelle, domani in Polonia ricorre la solennità della Madre di Dio venerata nel santuario nazionale di Jasna Gora. Cinque anni fa, ho potuto sostare con i giovani davanti al suo volto nero e affidarle la Chiesa in Polonia e nel mondo. La sua materna protezione sia per voi, per le vostre famiglie, e per tutti i polacchi fonte di pace e di ogni bene”.

Nell’udienza generale papa Francesco ha continuato la catechesi sulla Lettera ai Galati di san Paolo, soffermandosi sui pericoli della Legge, ricordando il suo rimprovero a Pietro: “Scrivendo ai Galati, Paolo menziona volutamente questo episodio che era accaduto ad Antiochia anni prima. Intende ricordare ai cristiani di quelle comunità che non devono assolutamente dare ascolto a quanti predicano la necessità di farsi circoncidere e quindi cadere ‘sotto la Legge’ con tutte le sue prescrizioni”.

Espressamente il papa ha ricordato il caos creatosi nei convertiti di fronte alle parole di Pietro:  “Ad un giudeo, la Legge proibiva di prendere i pasti con i non ebrei. Ma lo stesso Pietro, in un’altra circostanza, era andato a Cesarea nella casa del centurione Cornelio, pur sapendo di trasgredire la Legge…

Un fatto simile era accaduto anche ad Antiochia in presenza di Paolo. Prima Pietro stava a mensa senza alcuna difficoltà con i cristiani venuti dal paganesimo; quando però giunsero in città alcuni cristiani circoncisi da Gerusalemme, coloro che venivano dal giuda esimo, allora non lo fece più, per non incorrere nelle loro critiche”.

Paolo ha rimproverato Pietro per la poca trasparenza ed il timore delle critiche: “E’ questo lo sbaglio: era più attento alle critiche, a fare buona figura. E questo è grave agli occhi di Paolo, anche perché Pietro veniva imitato da altri discepoli, primo fra tutti Barnaba, che con Paolo aveva evangelizzato proprio i Galati. Senza volerlo, Pietro, con quel modo di fare (non chiaro, non trasparente) creava di fatto un’ingiusta divisione nella comunità”.

Paolo ha chiamato questo comportamento ipocrita: “L’osservanza della Legge da parte dei cristiani portava a questo comportamento ipocrita, che l’apostolo intende combattere con forza e convinzione. Paolo era retto, aveva dei suoi difetti, tanti, il suo carattere era terribile, ma era retto”.

Per il papa l’ipocrisia è la paura per la verità: “L’ipocrita ha paura per la verità. Si preferisce fingere piuttosto che essere sé stessi. E’ come truccarsi l’anima, come truccarsi negli atteggiamenti, come truccarsi nel modo di procedere: non è la verità… La finzione ti porta a questo: alle mezze verità. E le mezze verità sono una finzione: perché la verità è verità o non è verità.

Ma le mezze verità sono questo modo di agire non vero. Si preferisce, come ho detto, fingere piuttosto che essere sé stesso, e la finzione impedisce quel coraggio, di dire apertamente la verità. E così ci si sottrae all’obbligo (e questo è un comandamento) di dire sempre la verità, dirla dovunque e dirla nonostante tutto”.

Ed  ha fornito alcuni esempi biblici: “Nella Bibbia si trovano diversi esempi in cui si combatte l’ipocrisia. Una bella testimonianza per combattere l’ipocrisia è quella del vecchio Eleazaro, al quale veniva chiesto di fingere di mangiare la carne sacrificata alle divinità pagane pur di salvare la sua vita: far finta che la mangiava, ma non la mangiava. O far finta che mangiava la carne suina ma gli amici gliene avevano preparata un’altra…

Che bella pagina su cui riflettere per allontanarsi dall’ipocrisia! Anche i Vangeli riportano diverse situazioni in cui Gesù rimprovera fortemente coloro che appaiono giusti all’esterno, ma dentro sono pieni di falsità e d’iniquità”.

Infine il papa ha invitato i fedeli a non cadere nell’ipocrisia, da cui anche la Chiesa non è esente, secondo l’insegnamento di Gesù nel vangelo di san Matteo (5, 37): “E’ particolarmente detestabile l’ipocrisia nella Chiesa, e purtroppo esiste l’ipocrisia nella Chiesa, e ci sono tanti cristiani e tanti ministri ipocriti…

Fratelli e sorelle, pensiamo oggi a ciò che Paolo condanna e che Gesù condanna: l’ipocrisia. E non abbiamo paura di essere veritieri, di dire la verità, di sentire la verità, di conformarci alla la verità. Così potremo amare. Un ipocrita non sa amare. Agire altrimenti dalla verità significa mettere a repentaglio l’unità nella Chiesa, quella per la quale il Signore stesso ha pregato”.

(Foto: Santa  Sede)

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