XXI domenica: “Signore, tu hai parole di vita eterna”!

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Il brano del Vangelo odierno conclude il discorso di Gesù a Cafarnao. La folla dei discepoli, che aveva ascoltato le parole di Gesù “Io sono il pane vivo disceso dal cielo! Chi mangia di questo pane avrà la vita eterna”, era rimasta sorpresa;  si aspettava un Messia diverso e il linguaggio di Gesù appare loro molto duro. Molti della folla preferirono andare via dicendo: “questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”.

Un linguaggio duro  per l’intelligenza, che non riesce ad intendere il grande mistero dell’Eucaristia; linguaggio duro per la volontà che non intendeva accogliere Cristo come Figlio di Dio. Il rapporto uomo-Dio è sempre un rapporto d’amore e l’iniziativa parte sempre dal Signore; l’amore di Dio è incommensurabile, è gratuito, è vero ed efficace, ma l’uomo non può rimanere passivo; il monologo deve trasformarsi in dialogo o, come si dice: amore con amore si paga, l’uomo è chiamato a dare una risposta alla proposta divina. 

Gesù esige una risposta; è necessario operare una scelta: o accettare la proposta divina e restare oppure andare via. Il Vangelo evidenzia come molti della folla tornarono indietro dicendo: “questa parola è dura, chi può ascoltarla?”. Anche Giosuè un giorno aveva posto al popolo ebreo una domanda: bisogna scegliere oggi a chi servire: se gli dei che i vostri padri hanno servito oltre il fiume o servire il Signore.

Perché non si può servire due padroni: Dio e mammona, Dio e il denaro, Dio e il piacere: questo sia nella vita familiare che in quella sociale; bisogna assumersi le proprie responsabilità da persone mature, come nel matrimonio: chi sposa opera una scelta ed è una scelta ferma per tutta la vita: “per questo l’uomo lascerà il padre, la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una cosa sola” e ciò che è unito da Dio, l’uomo non potrà mai separare.

Ogni uomo: ricco o povero, uomo o donna, è chiamato nella vita a fare la sua scelta nel nome di Dio; come Cristo Gesù ha amato la Chiesa dando la vita per essa, così il marito la propria moglie, la moglie il proprio marito; sono scelte fondamentali: così è l’amore di Dio nei riguardi dell’uomo creato a sua immagine.

La vita non è e non può essere uno scherzo; è quanto di grande, di bello, di nobile Dio ha realizzato prima con la creazione, poi con la redenzione operata da Cristo morente in croce. Gesù, che muore in croce per salvarci, istituisce l’Eucaristia come nutrimento e forza vitale per le nostre anime.

Accettare la proposta di Gesù è entusiasmante per chi ha fede.  Gesù è determinante: conosce bene l’esigenza del cuore umano, la debolezza dell’uomo e perciò il bisogno di una scelta generosa, di un “sì” che coinvolga il credere e l’operare, l’intelligenza e la volontà. Da qui la parole di Gesù agli apostoli: scegliete! Volete restare e rimanere con me o andarvene?

Gesù non tenta di fermarli, di convincerli, nelle sua parole c’è un appello alla libertà di ciascuno: siete liberi di andare o restare, ma scegliete. I dodici apostoli rimasero e Pietro, a nome di tutti, disse: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”.

Anche se il linguaggio di Gesù appare duro e non ammette eccezioni, gli apostoli hanno operato la loro scelta; coscienti di essere deboli, fragili hanno mostrato grande fiducia: “tu solo hai parole di vita eterna”. Sono trascorsi due mila anni e noi oggi li ricordiamo con amore e rispetto. 

Il tema della scelta interpella oggi ciascuno di noi: essere cristiani comporta il diritto di invocare Dio ‘Padre nostro’; se Dio è padre, è necessario vivere da figli, da fratelli tra di noi: non c’è alternativa. Non si può piegare un ginocchio davanti a Dio e l’altro davanti a Satana, al denaro, al gretto egoismo, al mero piacere per il piacere.

A Cafarnao gli apostoli scelsero Cristo; noi, comunità cristiana, davanti a Gesù Eucaristia dobbiamo fare la nostra scelta e rimanere fedeli alla scelta operata; è una scelta esigente ed operativa e non può essere una scelta teorica e provvisoria; è una scelta decisamente radicale dove sono banditi ogni relativismo intellettivo e ogni permissivismo morale. Nella nostra scelta non può coesistere il doppio giuoco: nessuno può servire due padroni; con Dio il doppio giuoco non attacca: non c’è diplomazia, né compromesso.

Dio è padre che ti ama: e amore con amore si paga. Un giorno ci dirà: rendi conto della tua vita (la vita non è tua, è sua): cosa hai fatto della tua intelligenza?, dei talenti ricevuti? , dei carismi affidati a te per il bene della comunità?  Come vedi il processo ci sarà e sarà inevitabile.

Non importa quello che dice la gente, o l’amico o l’ammiratore; Gesù non giudicherà per sentito dire ma sarà la tua, la mia coscienza a dovere rispondere. Amico che ascolti o leggi, è necessario essere uomini ricolmi di fede e di umiltà e con l’apostolo Pietro dire: “ Signore, tu solo hai parola di vita eterna, ma sostieni sempre la mia fede!”.

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