Da Imola mons. Mosciatti invita a guardare Gesù

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Le notizie più antiche su san Cassiano sono riferite da Prudenzio, nei primi anni del V secolo: nel suo viaggio verso Roma, Prudenzio si ferma a Forum Cornelii (Imola) e venerò le spoglie del martire, custodite in un sarcofago al di sopra del quale erano raffigurati alcuni episodi del martirio. Non si conosce l’anno del martirio né la pena subita. La sua storia è stata raccontata durante la celebrazione eucaristica della festa il vescovo di Imola, mons. Giovanni Mosciatti:

“Celebriamo la solennità di san Cassiano, educatore della gioventù, che non rinunciò a comunicare la fede cristiana ai suoi studenti. Alcuni cittadini lo denunciarono al Prefetto come ‘autore di una nuova religione’. Processato, gli fu ordinato di rinunciare al proprio credo e di sacrificare agli dei della religione romana. Cassiano rifiutò e fu condannato a morte. Il giudice impose ai suoi studenti, come pena per averlo ascoltato, di eseguire la condanna.

E’ su questo martirio, su questo sacrificio che la comunità cristiana ha trovato la forza per comunicare la fede, seminare speranza anche nei tempi bui dove le violenze erano diffuse e carità nei momenti difficili dove le povertà minacciavano la sopravvivenza. E questa fede ha passato i secoli, ha prodotto frutti meravigliosi ed ancora oggi attrae ed è viva”.

E proprio san Cassiano permette di comprendere la sostanza della vita: “E’ proprio vero che abbiamo attraversato mesi in cui il virus ci ha rimessi davanti a ciò che è essenziale nella vita, ma il virus si comporta come tante altre cose: accade, ci costringe ad aprire gli occhi sul fatto che l’esistenza non ci appartiene e ce ne fa scoprire il valore. Poi passa.

E spesso passa anche la novità di sguardo sulla realtà che ci aveva colpito. Il presente, invece, è la realtà preziosa che noi viviamo. La pandemia ci ha proprio insegnato la verità grande del tempo presente, di questo preciso istante in cui viviamo. E succede che possiamo rimandare il desiderio di felicità e di pienezza ad un altro momento, come se il presente fosse solo una stazione di passaggio”.

Per il vescovo di Imola l’incontro con Gesù cambia la vita, come è successo a san Cassiano: “La vicenda umana del nostro patrono Cassiano ci fa scoprire invece che l’incontro con Cristo spalanca la ragione a vedere la profondità ultima della realtà e del nostro presente, qui ed ora. Cassiano non è fuggito di fronte al suo tragico destino, al suo presente, certo della Presenza di Colui che ha amato la sua vita portandola a compimento.

Se non facciamo questo cammino di consapevolezza, se non troviamo una risposta per noi qui ed ora, nel nostro presente, anche se pieno di incertezze, rischiamo di non vivere con speranza e di ripetere parole che alla fine non convincono neppure noi”.

Poi è intervenuto intorno alla possibilità di legalizzazione dell’eutanasia come perdita di desiderio: “L’attuale discussione sull’eutanasia, per esempio, è sintomatica di una perdita del desiderio di vivere, molto più diffusa di quanto vorremmo ammettere o affrontare…

Sia nei giovani, spesso soffocati dal contesto in cui vivono, sia in chi, imprigionato in un letto e in un dolore per il quale non vede né fine né scopo, percepisce la realtà come un ostacolo al suo desiderio di felicità. Ma l’eutanasia non risolve questo dramma”.

E per spiegarsi meglio ha fatto riferimento ai mesi trascorsi in pandemia: “Guardiamo a quello che è successo: in questa pandemia abbiamo visto emergere tracce di speranza in tanti che non hanno mancato di affermarla, anche sacrificandosi: negli operatori sanitari o in tanti giovani volontari;

in medici e infermieri che hanno lavorato senza rinunciare a rispondere ai loro pazienti; nella dedizione di tanti docenti nel proseguire il rapporto con i propri studenti, magari a distanza, perché è la modalità che la realtà ha permesso; ancora, nella creatività di imprenditori e lavoratori che hanno reinventato le loro aziende per non chiudere”.

La vita ha valore perché Cristo è ‘presente’: “Egli risponde alle nostre domande con la sua presenza, visibile oggi, accanto a chi soffre. Per questo non dimentichiamo mai che tutta la vita umana ha valore e guardare chi già vive così sostiene la nostra speranza e apre la possibilità di un percorso che non vogliamo perdere, con tutti coloro che incontriamo”.

Per questo ha annunciato due cammini importanti, come il cammino sinodale: “Tutta la Chiesa universale e quindi ogni Diocesi e comunità inizierà un cammino sinodale, per mettersi in ascolto, ricerca e proposta per un rinnovamento profondo della vita delle comunità cristiane.

Ed il tema ‘Annunciare il Vangelo in un tempo di rigenerazione’ riassume l’impegno della Chiesa che è in Italia, in continuità con quanto fatto e nell’orizzonte di un nuovo impulso”.

L’altro cammino riguarda l’anno giubilare diocesano: “Inoltre il 24 ottobre 2021 ricorrerà il 750° anniversario della Dedicazione della nostra Basilica-Cattedrale di Imola, dedicata a Dio onnipotente, in onore di san Cassiano martire. Perché possa essere rinnovata la nostra vita, specialmente in questo tempo di prova della pandemia, dal giorno 24 ottobre 2021, ci sarà la solenne apertura dell’anno giubilare, fino al giorno 24 ottobre 2022.

Da sempre la nostra Basilica-Cattedrale è il segno dell’unità di tutto il popolo della nostra Diocesi. Potremo gustare la gioia di ritrovarci e di poter vivere una reale ripresa della nostra vita, per poter gustare la gioia del vangelo e per un rinnovato slancio missionario. Anche su questo, nelle prossime settimane, daremo ampio spazio al cammino che ci attende”.

(Foto: diocesi di Imola)

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