Il grido di Hiroshima scuote il mondo: no alle armi atomiche

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Il 6 agosto 1945 la città di Hiroshima in Giappone veniva distrutta dalla bomba statunitense denominata ‘Little boy’ e pochi giorni dopo, il 9 agosto, Nagasaki subiva la stessa sorte con ‘Fat Man’: iniziava così l’era degli armamenti nucleari, che sarebbero in breve proliferati negli arsenali di vari stati, arrivando nel corso della Guerra Fredda all’astronomica cifra di circa 70.000 testate, per lo più in mano a Washington e Mosca.

E questo è avvenuto nonostante che fosse poi stato firmato nel 1968 il Trattato di Non Proliferazione, che richiede ai paesi firmatari d’impegnarsi per il disarmo e per l’uso dell’energia nucleare solo a fini pacifici. Con la fine del bipolarismo gli arsenali nucleari si sono ridotti per quantità di testate, ma non dal punto di vista qualitativo.

La ricerca di una maggiore precisione e potenza, nonché il miglioramento dei vettori rimangono una politica seguita da tutte le potenze nucleari, come nel caso dei missili ipersonici, altra nuova frontiera della sfida militare.

Ed oltre 13.000 testate continuano a permanere negli arsenali e quasi 4.000 di esse sono immediatamente operative, pronte a distruggere il mondo. Se poi consideriamo che l’adozione di sistemi d’intelligenza artificiale in questo settore, pur offrendo elevate capacità di analisi ed elaborazione dati, aumenta il rischio di un conflitto dati i margini di errore e le vulnerabilità delle tecnologie informatiche, che potrebbero causare un conflitto che distruggerebbe l’umanità.

La Quarta riunione ministeriale dell’Iniziativa di Stoccolma per il disarmo nucleare i tre copresidenti (i ministri degli Esteri di Germania, Spagna e Norvegia, Heiko Maas, Arancha Galez Laya e Anne Linde) hanno lanciato un appello per ridurre in quantità apprezzabile il numero di testate e per ‘una nuova generazione di accordi sul controllo degli armamenti’ strategici.

Ed al termine della cerimonia di commemorazione il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, ha chiesto la ratifica del trattato Onu che mette al bando l’atomica, che era stata approvata dall’Assemblea generale il 7 luglio 2017, ed entrata in vigore lo scorso 22 gennaio, dopo la ratifica di 50 Stati, tra cui la Santa Sede, ma non l’Italia.

Inoltre Pax Christi Italia si è unita a Pax Christi International nel commemorare le vittime di Hiroshima e Nagasaki e nel chiedere anche all’Italia l’adesione al trattato sul divieto Nucleare: “In questi giorni solenni del 6 e 9 agosto 2021, commemoriamo gli uomini, le donne e i bambini del Giappone che persero la loro vita quando gli Stati Uniti usarono le bombe atomiche contro le città di Hiroshima e Nagasaki nel 1945.

Decine di migliaia di persone trovarono la morte già nel momento delle esplosioni e molti altri sarebbero poi morti o si sarebbero ammalati a causa delle radiazioni. Come movimento per la pace, consideriamo questo primo uso di armi nucleari come uno degli eventi più devastanti della storia e un campanello d’allarme che l’umanità non deve dimenticare.

Quest’anno, finalmente, le nazioni di tutto il mondo stanno cercando di intraprendere un’azione congiunta per vietare le armi nucleari. L’instancabile testimonianza dei sopravvissuti del 1945 ha contribuito ad ispirare i governi e le organizzazioni della società civile a lottare per il nuovo Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari, entrato in vigore il 22 gennaio di quest’anno.

E’ davvero una pietra miliare che le armi nucleari siano state finalmente vietate dal diritto internazionale e un passo importante per garantire che le atrocità avvenute in Giappone non si ripetano mai più”.

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