Azione Cattolica Italiana: un invito a vivere la bellezza dell’estate

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“L’estate è da sempre un periodo importante per tutta la nostra Associazione: è occasione per fermarci a rendere grazie di quanto di bello abbiamo vissuto, per approfondire la nostra spiritualità e la nostra formazione, ma anche per immaginare nuove strade per essere in cammino con i nostri fratelli, di avere cura di coloro che ci sono affidati”.

In questo modo inizia la lettera della Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica, che invita a trovare momenti di incontro: “E’ il tempo giusto per rinnovare o rinfrescare quel tessuto di relazioni messo alla prova dalla pandemia, ma che ci ha tenuto insieme: abbiamo potuto, ancora di più nelle difficoltà, sperimentare il nostro essere famiglia accogliente.

Vi invitiamo, allora, a non esitare: ad incontrare, virtualmente o fisicamente, tutti i soci delle vostre Associazioni diocesane, invitando le associazioni territoriali a fare lo stesso; a conoscere o ritrovare quelli delle diocesi a voi vicine, promuovendo gemellaggi interdiocesani e valorizzando la ricchezza dei legami regionali”.

Un invito per essere testimoni della bellezza: “Vi invitiamo a pensare momenti di promozione dell’Associazione, percorsi di approfondimento culturali che raggiungano anche chi non conosce ancora l’Azione Cattolica e che possano essere testimonianza della bellezza dell’essere laici impegnati nella comunità e sul territorio.

E’ importante fare tesoro delle difficoltà vissute in questo ultimo anno e mezzo, rendendole una occasione di maturazione; è importante guardare al futuro con speranza e con la consapevolezza che sappiamo essere creativi, fantasiosi, vicini e presenti”.

Ed ecco alcune occasioni offerte dalla presidenza nazionale: “Proprio in questa ottica, anche il centro nazionale ha pensato per tutti voi alcune opportunità di formazione e condivisione: l’estate è da sempre l’occasione di rinnovare amicizie extra-diocesane, di fare esperienze vive di comunione, di conoscere meglio la nostra e le altre realtà regionali. Quest’anno, in particolare, ha per noi il sapore della speranza, della voglia di incontrarci nuovamente dal vivo!”

E’ un invito ad essere protagonista del proprio tempo per arrivare ‘in cima’ insieme: “E allora, mentre il termometro continua a salire, proviamo a prenderci un po’ di tempo in queste lunghe giornate d’estate per andare controcorrente, per riflettere, senza l’ansia dei giorni feriali e cercando di portare lo sguardo in alto, sino in cima”.

Un invito a non essere nel ‘centro’: “Diciamolo con sincerità, noi tutti (ma proprio tutti) siamo tentati molte volte di essere il centro dell’universo, di credere che siamo solo noi a costruire la nostra vita o che essa sia resa felice dal possedere, dai soldi, dal potere. Tutti sappiamo che non è così.

Certo l’avere, il denaro, il potere possono dare un momento di ebbrezza, l’illusione di essere felici, ma, alla fine, sono essi che ci possiedono e ci spingono ad avere sempre di più, a non essere mai sazi.

Una via di uscita a questo vortice di infelicità c’è e si chiama Cristo. La fede in lui è rivoluzionaria, perché spezza le catene della nostra umana povertà, ci libera e non delude mai”.

E’ un invito ad annunciare il Vangelo: “Ma Cristo per essere accolto va condiviso prima che custodito. Va annunciato senza presunzioni, per essere servitori della comunione e della cultura dell’incontro.

Non chiede tanto, basta contemplarlo, adorarlo e abbracciarlo nel quotidiano dell’Eucarestia e nelle persone più bisognose, più fragili; quelle che aspettano fuori dalla porta perché sono intimidite, spaventate, o, semplicemente, che nessuno ha mai invitato ad entrare.

Quando ascoltiamo l’invito a rimanere con Cristo ricordiamoci che non ci è chiesto di isolarci ma di andare incontro agli altri, spesso senza andare troppo lontano, poiché il primo luogo in cui evangelizzare è la propria casa, l’ambiente di studio o di lavoro, la famiglia e gli amici”.

E’ un invito ad essere ‘pietre vive’: “Così ci capiterà, come per un grande miracolo, di essere costruttori ‘a nostra saputa’ di una Chiesa più bella e di un mondo migliore. Poiché, come si rammenta Marc Block, uno dei padri della storiografia moderna, ciascuno di noi è protagonista del suo tempo, ne ha la responsabilità”.

Un invito a costruire una casa: “Una casa che ha mura solide come quelle delle cattedrali ma anche ‘mura di vento’, leggere e in movimento perenne. Che come il vento è capace di arrivare fino alle periferie esistenziali, anche a chi sembra più lontano, più indifferente.

Cristo cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore della sua misericordia e del suo amore. Una Chiesa, un Popolo capace di superare gli egoismi, di sradicare le erbacce dell’intolleranza e dell’odio e di annunciare con coraggio il Vangelo…

Nella Croce di Cristo c’è tutto l’amore di Dio, c’è la sua immensa misericordia. E questo è un amore di cui possiamo fidarci; nel quale credere che la sofferenza e la morte non hanno l’ultima parola. Speranza e vita, sì”.

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