Per il card. Comastri Maria è un modello di fede

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Maggio è il mese dedicato alla Madre di Dio, Maria; i cristiani esprimono la loro devozione alla Vergine Maria, rispondendo in tal modo alla raccomandazione del Concilio Vaticano II: “Tutti i fedeli effondano insistenti preghiere alla madre di Dio e madre degli uomini, perché, dopo aver assistito con le sue preghiere la Chiesa nascente, anche ora, esaltata in cielo sopra tutti i beati e gli angeli, nella comunione dei santi interceda presso il Figlio suo”. E papa Francesco ha spiegato che Maria “come una madre, ci aiuta a crescere, ad affrontare la vita, ad essere liberi… La Madonna fa proprio questo con noi, ci aiuta a crescere umanamente e nella fede, ad essere forti e non cedere alla tentazione dell’essere uomini e cristiani in modo superficiale, ma a vivere con responsabilità, a tendere sempre più in alto”.

Su questa linea del Magistero il card. Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità in Vaticano), ha proposto, in questo Anno della Fede, una catechesi sul tema: ‘Maria modello di Fede’: “Vi parlerò della fede, guardando l’esempio della più grande che è Maria! Per noi che ci chiamiamo credenti e che vogliamo essere credenti, non è facile avere la consapevolezza della preziosità della fede, … perché è un po’ scontato! Noi vogliamo essere credenti, per questo accostiamoci alla più bella credente, accostiamoci aMaria: cerchiamo di rivisitare alcuni momenti della vita di Maria, nei quali risplende la bellezza della sua fede. Vorrei partire da Nazareth. Entrate con me in quella piccola casa di Nazareth e immaginate una stalla. Oggi potremmo dire una stalla. Lì Dio manda l’Arcangelo Gabriele. Non lo manda a Roma, centro dell’impero, non lo manda nemmeno a Gerusalemme, capoluogo religioso. Lo manda a Nazareth, un villaggio che viene nominato per la prima volta nell’Annunciazione di Maria!”

Ed il card. Comastri si è soffermato sulla conoscenza della ‘scrittura’ da parte della Madre di Dio e sul suo turbamento: “Maria sicuramente era abituata a sentire le scritture. Io personalmente penso che Maria non era istruita, probabilmente era analfabeta, non sapeva né leggere e né scrivere. A quei tempi pochissimi sapevano leggere e scrivere, però avevano la cultura della fede orale. Allora tutto veniva tramandato a voce, pochi sapevano leggere come gli scribi. Maria però sicuramente conosceva la ‘scrittura’. Quelle parole le fecero subito percepire che era un momento straordinario! E Maria fu turbata per quell’annuncio e si chiedeva che senso avessero quelle parole… Maria avverte un problema. Poi Maria dice: ‘Sì, ma cosa succederà?! Io non conosco uomo’. Eppure era già fidanzato con Giuseppe e allora il fidanzamento era già l’inizio del matrimonio. ‘Come accadrà?’ Perché pone questa domanda? Dalla risposta dell’angelo si capisce allora l’ansia di Maria. L’angelo dice: ‘No, Maria, stai tranquilla, lo Spirito Santo scenderà su di te, così avverrà la tua maternità’. C’è da dire: ‘Maria? Ma che stai a dire? Prendi le tue garanzie, no?’. Maria si fida ciecamente di Dio, perché capisce quello che spesso non capiamo: Dio non dà a nessuno la ‘mappa della vita’. Bisogna fidarsi, bisogna affidarsi!”

Dopo l’affidamento a Dio Maria si mette in cammino con un gesto di carità: “Maria non si fa prendere dall’inquietudine, che cosa fa? Va da Elisabetta! Va a vivere la carità! Ha detto: ‘Sono la serva’ e chi è servo di Dio, è servo anche dei fratelli! Che meravigliosa coerenza è Maria. Chi è servo di Dio, è anche servo dei fratelli, chi ama Dio veramente, ama anche i fratelli perché sono figli di Dio; non si possono separare i due amori e Maria va a servire. E mentre va a vivere la carità, sentite cosa accade: Elisabetta la saluta e dice: ‘Appena è arrivato alle mie orecchie il tuo saluto, il bambino ha fatto un salto nel mio grembo’ e, illuminata dall’Alto evidentemente!, Elisabetta capisce che quello è il segno che le rivela un mistero che le era stato annunciato! ‘A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?’.

Notate che era la prima voce umana che commentava il mistero avvenuto nel grembo di Maria, la prima voce umana! E aggiunge: ‘Beata te che hai creduto! Beata te che sei la credente, tu sei la credente per l’eccellenza!’. E Maria, la risposta è un vero capolavoro, dice: ‘Elisabetta sono contenta, il mio spirito esulta, però guarda sono contenta non perché la mia casa è diventata una villa. La mia casa di Nazareth è quella che era prima. Sono contenta non perché mi hanno messo i vestiti di porpora, io sono vestita con le povere vesti di una popolana di Nazareth, nulla di più. Sono contenta non perché mi hanno messo a disposizione un cocchio per venire da te. Ho camminato! Ho faticato Elisabetta! Sono sudata! Ho i piedi sporchi!, sicuramente aveva i piedi pieni di polvere. Sono contenta Elisabetta, a motivo di Dio, mio salvatore, perché ha posato lo sguardo sulla piccolezza della Sua serva’”.

Di seguito il card. Comastri ha sottolineato la capacità della Madonna di capire le ‘intenzioni’ di Dio attraverso il ‘Magnificat’: “Maria capisce che Dio sta dalla parte degli umili! Dio sta dalla parte dei piccoli! Sta dalla parte delle persone che non pesano di orgoglio! In Dio, non c’è orgoglio!! E allora Maria ritira la conseguenza, pensate che lucidità di fede, quella lucidità che spesso a noi manca… Ma come faceva questa ragazza di 16-18 anni, vissuta in un piccolo villaggio, a dire cose così enormi? Maria era donna di fede! Nessuno potrà arrivare a questa fede! Dio disperde i superbi nei pensieri del loro cuore, rovescia i potenti dai troni, innalza gli umili, rimanda i ricchi e gli egoisti a mani vuote: si troveranno foglie secche in mano. Maria è sicura di quello che dice!”

 

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