Papa Francesco a nonni e nonne ricorda la presenza di Gesù

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La prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani è un’occasione per vivere la ‘Chiesa in uscita’. Ma a causa delle restrizioni per la pandemia, anche dove la situazione sanitaria è in miglioramento e permetterebbe di recarsi in chiesa, molti anziani sono ancora spaventati o impossibilitati a farlo. Per questo l’auspicio è che i nipoti si rechino a consegnare il messaggio del Papa ai propri nonni e che i ragazzi di parrocchie e oratori vadano a cercare gli anziani soli del loro quartiere per un gesto di vicinanza.

A Roma, invece, papa Francesco celebra una Messa con i nonni e gli anziani, invitando di farlo ugualmente in ogni parrocchia così come si possono organizzare celebrazioni eucaristiche o preghiere negli ospedali o nelle residenze per anziani. Tra i suggerimenti, quello di dedicare una memoria particolare agli anziani morti a causa del Coronavirus.

E’ stata predisposta anche una campagna social, con l’invito rivolto in particolare ai più giovani a raccontare le visite e le iniziative che nasceranno utilizzando l’hashtag #IamWithYouAlways. E per l’occasione è stata concessa l’indulgenza plenaria dalla Penitenzieria apostolica alle consuete condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice).

Nel messaggio papa Francesco sottolinea la promessa di Gesù enunciato dal vangelo di Matteo (‘Io sono con te tutti i giorni’), rivolgendosi ai nonni: “So bene che questo messaggio ti raggiunge in un tempo difficile: la pandemia è stata una tempesta inaspettata e furiosa, una dura prova che si è abbattuta sulla vita di ciascuno, ma che a noi anziani ha riservato un trattamento speciale, un trattamento più duro.

Moltissimi di noi si sono ammalati, e tanti se ne sono andati, o hanno visto spegnersi la vita dei propri sposi o dei propri cari, troppi sono stati costretti alla solitudine per un tempo lunghissimo, isolati”.

Però  Dio è sempre vicino, come lo fu al nonno di Gesù, Gioacchino: “Il Signore conosce ognuna delle nostre sofferenze di questo tempo. Egli è accanto a quanti vivono l’esperienza dolorosa di essere messi da parte; la nostra solitudine, resa più dura dalla pandemia, non gli è indifferente.

Una tradizione narra che anche san Gioacchino, il nonno di Gesù, fu allontanato dalla sua comunità perché non aveva figli; la sua vita, come quella della sua sposa Anna, era considerata inutile.

Ma il Signore gli mandò un angelo per consolarlo. Mentre egli, rattristato, rimaneva fuori dalle porte della città, gli apparve un inviato del Signore per dirgli: ‘Gioacchino, Gioacchino! Il Signore ha esaudito la tua insistente preghiera’.

Giotto, in un suo famoso affresco, sembra collocare la scena di notte, una di quelle tante nottate insonni, popolate di ricordi, preoccupazioni e desideri alle quali molti di noi siamo abituati”.

Inoltre il papa invita nonni e nonne a leggere la Parola di Dio: “Il Signore, però, ci invia i suoi messaggeri anche attraverso la Parola di Dio, che Egli mai fa mancare alla nostra vita.

Leggiamo ogni giorno una pagina del Vangelo, preghiamo con i Salmi, leggiamo i Profeti! Rimarremo commossi della fedeltà del Signore. La Scrittura ci aiuterà anche a comprendere quello che il Signore chiede alla nostra vita oggi.

Egli, infatti, manda gli operai nella sua vigna ad ogni ora del giorno, in ogni stagione della vita. Io stesso posso testimoniare di aver ricevuto la chiamata a diventare Vescovo di Roma quando avevo raggiunto, per così dire, l’età della pensione e già immaginavo di non poter più fare molto di nuovo.

Il Signore sempre è vicino a noi, sempre, con nuovi inviti, con nuove parole, con la sua consolazione, ma sempre è vicino a noi. Voi sapete che il Signore è eterno e non va mai in pensione, mai”.

E sottolinea che anche nonni e nonne hanno una vocazione: “C’è, dunque, una vocazione rinnovata anche per te in un momento cruciale della storia. Ti chiederai: ma come è possibile?

Le mie energie vanno esaurendosi e non credo di poter fare molto. Come posso incominciare a comportarmi in maniera differente quando l’abitudine è divenuta la regola della mia esistenza?..

Come ho più volte ripetuto, dalla crisi in cui il mondo versa non usciremo uguali: usciremo migliori o peggiori… Nessuno si salva da solo. Debitori gli uni degli altri. Fratelli tutti…

In questa prospettiva, vorrei dirti che c’è bisogno di te per costruire, nella fraternità e nell’amicizia sociale, il mondo di domani: quello in cui vivremo, noi con i nostri figli e nipoti, quando la tempesta si sarà placata”.

Per fare questo il papa elenca tre ‘pilastri’: “Tra i diversi pilastri che dovranno sorreggere questa nuova costruzione ce ne sono tre che tu, meglio di altri, puoi aiutare a collocare.

Tre pilastri: i sogni, la memoria e la preghiera. La vicinanza del Signore donerà la forza per intraprendere un nuovo cammino anche ai più fragili tra di noi, per le strade del sogno, della memoria e della preghiera”.

Ma momento importante è rivestito dal sogno: “I sogni sono, per questo, intrecciati con la memoria. Penso a quanto è preziosa quella dolorosa della guerra e a quanto da essa le nuove generazioni possono imparare sul valore della pace. E sei tu a trasmettere questo, che hai vissuto il dolore delle guerre…

Penso anche ai miei nonni e a quanti di voi hanno dovuto emigrare e sanno quanto è faticoso lasciare la propria casa, come fanno ancora oggi in tanti alla ricerca di un futuro. Alcuni di loro, forse, li abbiamo accanto e si prendono cura di noi.

Questa memoria può aiutare a costruire un mondo più umano, più accogliente. Ma senza la memoria non si può costruire; senza delle fondamenta tu mai costruirai una casa. Mai. E le fondamenta della vita sono la memoria”.

E per questa giornata la Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, suor Maria Rosa Bernardinis, ha lanciato un messaggio per la 1° Giornata mondiale dei nonni e degli anziani:

“Pregando per quanti sono morti a causa del Covid, a tutte le persone anziane, voglio dire di avere coraggio perché il vostro ruolo è, oggi più che mai, fondamentale per il futuro. Siete la bussola del mondo perché sapete dirci se abbiamo smarrito la strada e come aggiustare la rotta.

Dopo la pandemia, abbiamo urgente bisogno di ritrovarci e vi chiediamo di farci da guida: solo unendo le generazioni avremo un’umanità davvero migliore.

Ai nipoti e alle famiglie dico di guardare ai nonni e agli anziani come una benedizione del Signore, da ascoltare, accogliere, assistere e valorizzare, perché non ci siano più anziani soli, dentro o fuori casa. A tutti i giovani, chiedo di cercare occasioni d’incontro per scoprire le persone anziane”.

Infine, l’appello rivolto alle istituzioni: “Invito ogni istituzione a riconoscere la popolazione anziana, come ricchezza inestimabile su cui investire tempo, cure e capitali, per garantire e potenziare il loro valore nella società.

Nella nostra comunità ci sono diverse sorelle anziane, ma tutte hanno un compito da svolgere, anche piccolo, che le vede attive nella gestione del Monastero: così dimostriamo che a loro non possiamo rinunciare. Impariamo a dare e a darci agli anziani e ne riceveremo mille volte tanto”.

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