In un volume dell’Opera Omnia tutto il pensiero di Ratzinger sul sacerdozio

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È in libreria per i tipi della LEV il volume 12 dell’Opera Omnia di Joseph Ratzinger, intitolato “Annunciatori della Parola e Servitori della vostra gioia”, che raccoglie oltre 80 testi incentrati sul ministero ecclesiastico (990 pagine, 55 euro). L’opera, il cui sottotitolo è “Teologia e spiritualità del Sacramento dell’Ordine”, contiene studi scientifici, meditazioni e omelie sul servizio episcopale, sacerdotale e diaconale frutto dell’attività del teologo, vescovo e prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Joseph Ratzinger, che coprono un lasso di tempo di quasi mezzo secolo, dal 1954 al 2002. L’Opera Omnia è concepita “come ultima edizione riveduta e corretta delle opere del teologo Joseph Ratzinger”, si legge nelle indicazioni editoriali in appendice al volume, mentre ricordiamo che la LEV ha già pubblicato, nel 2010, l’XI volume, intitolato “Teologia della liturgia”. “All’ordine numerico dei volumi – è specificato ancora nelle indicazioni editoriali – non corrisponde necessariamente la stessa sequenza per quel che riguarda l’ordine della loro pubblicazione”. Il volume 12 presenta una traduzione ex novo di tutti i testi riportati.

“Così la Libreria Editrice Vaticana – si avverte nelle indicazioni editoriali – ha inteso garantire quel carattere irrinunciabile di unitarietà dell’opera che fa di essa oggi la completa espressione in lingua italiana del pensiero dell’Autore sul Sacramento dell’Ordine”. Il volume è strutturato in tre parti. La Parte A, a sua volta divisa in quattro sezioni, raccoglie tutti i contributi teologico-scientifici sul Sacramento dell’Ordine. Nella Parte B si trova una raccolta di meditazioni sulla spiritualità sacerdotale. Nella Parte C sono raccolte omelie tenute in occasione di ordinazioni sacerdotali e diaconali, di prime Messe e di anniversari di sacerdozio e di episcopato.

In apertura della prefazione, l’arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e curatore dell’Opera Omnia, cita un passaggio dell’omelia pronunciata da Papa Benedetto XVI in piazza San Pietro l’11 giugno 2010, a conclusione dell’Anno Sacerdotale, che sintetizza la teologia e la spiritualità del Sacramento dell’Ordine così come presentati nel volume: “Il sacerdote non è semplicemente il detentore di un ufficio (…). Egli invece fa qualcosa che nessun essere umano può fare da sé: pronuncia in nome di Cristo la parola dell’assoluzione dai nostri peccati e cambia così, a partire da Dio, la condizione della nostra vita. Pronuncia sulle offerte del pane e del vino le parole di ringraziamento di Cristo, che sono parole di consacrazione – parole che rendono presente Lui stesso, il Risorto, il suo Corpo e il suo Sangue, e trasformano così gli elementi del mondo: parole che spalancano il mondo a Dio e lo congiungono a Lui. Il sacerdozio, quindi, non è semplicemente ‘ufficio’ ma Sacramento: Dio si serve di un povero uomo al fine di essere presente e di agire per gli uomini attraverso di lui.

Questa audacia di Dio, che si affida agli uomini; che, pur conoscendo le nostre debolezze, ritiene deli uomini capaci di agire e di essere presenti in vece sua – questa audacia di Dio è la cosa veramente grande che si nasconde nella parola sacerdozio”. “L’autentica natura del sacerdozio sacramentale – nota più avanti monsignor Müller – consiste nel fatto che il vescovo e il presbitero sono servitori della Parola, che svolgono il servizio della riconciliazione e, come pastori, pascono il gregge di Dio. In quanto compiono il mandato di Cristo, Cristo stesso, attraverso la loro azione e la loro parola, si rende presente quale unico sommo sacerdote nella Chiesa di Dio riunita per la celebrazione liturgica”.

“Con il presente volume dell’Opera Omnia – conclude monsignor Müller – Joseph Ratzinger indica una strada che porta fuori da quella crisi nella quale era caduto un sacerdozio cattolico senza impostazione e motivazioni teologiche e sociologiche adeguate, che aveva condotto molti sacerdoti, che avevano iniziato il loro cammino con amore e zelo, in uno stato di personale incertezza e confusione riguardo al loro ruolo nella Chiesa”.

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