Nel rapporto ASIF 2020 pubblicato oggi si sente molto l’esigenza di far vedere che è tutto nuovo. Eppure, nella sorveglianza finanziaria della Santa Sede funziona quanto già fatto in passato

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Finanze vaticane, l’autorità antiriciclaggio vuole marcare una discontinuità

È stato reso noto il rapporto ASIF 2020 [QUI], il primo con la nuova denominazione di Autorità di Informazione e Sorveglianza Finanziaria. Nel segno di una discontinuità voluta, ma non sostanziale”. È un rapporto che ci tiene a marcare una discontinuità con il passato, a partire dal nome dell’Autorità (prima si chiamava Autorità di Informazione Finanziaria, ora Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria) fino ad arrivare alla grafica. Ed è un rapporto che vuole sottolineare i risultati raggiunti dalla nuova direzione, a partire dal Rapporto Moneyval sui progressi, che viene definito in termini molto positivi nonostante la Santa Sede abbia ricevuto solo valutazioni intermedie, e 6 su 11 di quelle valutazioni pendevano piuttosto verso il lato dei giudizi negativi che da quelli positivi.

È il nuovo corso della finanza vaticana, che pure si basa sulle solide basi poste dalla precedente amministrazione. Al di là delle nuove normative vaticane sugli appalti e del nuovo ordinamento giudiziario, le modalità di rapporti di transazioni sospette e la cornice giuridica erano state già delineate, con normative che risalgono tutte agli anni precedenti e che hanno permesso alla Santa Sede di mettere su un sistema che funziona, che è apprezzato a livello internazionale e che comunque è aderente alla peculiarità dello Stato. Non devono sorprendere, dunque, le perplessità internazionali sulla citazione in giudizio dell’ex presidente e direttore dell’Autorità nell’ambito del processo di Sloane Avenue, anche perché le indagini hanno messo a rischio la stessa cooperazione internazionale.

La sintesi fornita dalla Sala Stampa della Santa Sede [QUI] mette in luce come “a gennaio avveniva il rientro nel circuito di scambio informativo del gruppo Egmont”. Ma il fatto che l’AIF fosse stata esclusa dal circuito riguardava proprio i rischi connessi alla cooperazione internazionale e all’acquisizione da parte della magistratura vaticana di materiale di intelligence appartenenti ad altri Stati.

L’Autorità ci tiene a sottolineare l’insediamento della nuova direzione, l’accrescimento dell’organico da 9 a 13 unità, il nuovo statuto che però, di fatto, ha rappresentato un passo indietro, con il ritorno ad un presidente esecutivo – anche se la sintesi della Sala Stampa mette in luce solo che la struttura prevedeva la separazione del “precedente Ufficio Vigilanza e Regolamentazione nell’Ufficio Vigilanza e nel nuovo Ufficio Regolamentazione e Affari Legali”.

Un grande spazio è dato alla valutazione di MONEYVAL, addirittura fatta menzionare nell’ultimo comunicato del Consiglio dei Cardinali, e nonostante, di tutti rapporti sui progressi di MONEYVAL su Santa Sede / Stato di Città del Vaticano, quello fosse stato quello con i risultati meno eclatanti. Addirittura, si fa notare che l’ASIF, durante la plenaria MONEYVAL, “ha svolto un importante ruolo di coordinamento, anche in considerazione della nomina del suo Presidente a capo della delegazione vaticana”. Mai era stato sottolineato un dato di questo tipo.

La sintesi dalla Sala Stampa nota che “rispetto agli undici criteri su cui si basa la valutazione, la giurisdizione ha ottenuto una valutazione di ‘efficacia sostanziale’ per 5 di essi, e di ‘efficacia moderata’ per gli altri 6. In nessun ambito si è avuta una valutazione di ‘efficacia bassa’”.

La prossima valutazione sui progressi sulla conformità avverrà tra tre anni e quella sull’efficacia tra cinque, con una nuova ispezione. Per dimostrare che le valutazioni non sono negative come si potrebbe pensare, vengono riportati due grafici che analizzano “il posizionamento della giurisdizione vaticana con riferimento a ciascuno degli undici criteri di valutazione dell’efficacia” e “il posizionamento complessivo della giurisdizione in termini di efficacia”, notando che “in alcuni ambiti la Santa Sede si posiziona tra le giurisdizioni più virtuose”. C’è da notare, però, che già il rapporto MONEYVAL 2012 metteva in luce diverse applicazioni virtuose della Santa Sede e in particolare dello IOR.

Il rapporto sottolinea che la valutazione MONEYVAL ha riguardato “per la prima volta, l’efficacia degli strumenti legislativi e dei presidi procedurali ed organizzativi adottati (effettività o effectiveness), che viene misurata rispetto ad 11 parametri (Immediate Outcomes)” e quindi “la conformità del quadro normativo e regolamentare vigente rispetto alle 40 Raccomandazioni del GAFI (conformità tecnica o technical compliance)”, cosa che significa che “la giurisdizione, quindi, è stata chiamata a dimostrare non soltanto di avere un quadro normativo adeguato, ma soprattutto di avere concretamente meccanismi in grado di prevenire e contrastare il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo”. Questo, ovviamente, riguardava l’attività del tribunale a seguito delle segnalazioni, attività considerata “modesta” nel precedente rapporto sui progressi.

Per quanto riguarda invece l’attività dell’ASIF, si fa notare che “in merito alla Vigilanza, nel 2020 in ambito prudenziale è stata condotta un’ispezione generale presso lo IOR, e si è realizzata una ‘Guida’ contenente le modalità di svolgimento del processo di revisione e valutazione di natura ‘prudenziale’”, mentre “in materia di riciclaggio e finanziamento del terrorismo, è proseguito il monitoraggio sull’attuazione del piano di rimedio dello IOR a seguito dell’ispezione del 2019”.

E si definisce “ancora più rilevante” l’attività “di formazione e supporto a tutti gli Enti della Santa Sede/Stato della Città del Vaticano (Autorità Pubbliche, Enti senza scopo di lucro, altre Persone Giuridiche), in base ai principi ed entro i limiti indicati dalla Legge n. XVIII e dai Protocolli d’intesa sottoscritti dalle diverse Autorità vaticane”, con “l’organizzazione di un’attività formativa per le diverse categorie di Enti, l’avvio di processi di autovalutazione degli Enti tramite questionari appositamente predisposti, l’analisi dettagliata dei questionati per consentire una visione d’insieme sulle minacce e vulnerabilità dei settori e dei singoli soggetti, la stesura di ‘linee guida’ per supportare gli enti nella predisposizione di proporzionali ed adeguata misure di mitigazione dei rischi, la conduzione delle prime ispezioni in loco”.

Capitolo Informazione Finanziaria: l’ASIF nel 2020 ha ricevuto 89 segnalazioni di attività sospetta, e ha inviato 16 rapporti all’Ufficio del Promotore di Giustizia.

A livello di cooperazione internazionale, “nel 2020 sono state scambiate 49 richieste di informazioni con altre Autorità vaticane, riguardanti 124 soggetti”, con quella che viene definita “un’importante crescita rispetto all’anno precedente, che conferma le notevoli sinergie che si sono create tra le istituzioni della Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano nel contrasto alle attività criminose”.

Sono stati sottoscritti due nuovi protocolli di intesa con Unità di Informazione Finanziaria, portando a 62 il totale dei protocolli del genere sottoscritti dal 2012. L’ASIF ha inoltre “scambiato 58 richieste di informazioni con UIF estere su 196 soggetti e ha inviato 19 comunicazioni spontanee riguardanti 104 soggetti”.

Infine, per quanto riguarda il trasporto transfrontaliero di denaro contante, si conferma la tendenza già osservata tra il 2015 e il 2019 di una “progressiva diminuzione dell’utilizzo del contante”.

I toni del rapporto sono ampiamente positivi, ma, per il secondo anno consecutivo, non c’è stata una conferenza stampa che presentasse il rapporto e che dunque potesse sottoporre la dirigenza dell’ASIF alle domande dei giornalisti. Da quando c’è la nuova amministrazione, non c’è stato mai una conferenza stampa aperta, ma solo dichiarazioni a media istituzionali o a media selezionati.

Questo articolo è stato pubblicato diffuso oggi dall’agenzia Aci Stampa [QUI].

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