Le relazioni tra Cina e Russia passeranno attraverso la Chiesa ortodossa?

Condividi su...

Per la prima volta, un patriarca ortodosso russo va in Cina. Kirill, patriarca di tutte le Russie, ha cominciato il 10 maggio il giro del Paese della Grande Muraglia che lo porterà domani a dire Messa ad Harbin, nella cattedrale Pokorvsky, e poi a Shanghai, da dove ripartirà il 15. Ma la visita di Kirill non punta solamente ad inserire il cristianesimo ortodosso tra le religioni ufficialmente riconosciute dallo Stato cinese. Rappresenta anche il segno di un legame rinnovato e forte tra la Cina e la Russia. La prima, preoccupata di contenere l’avanzata statunitense nell’area Asia-Pacifico. La seconda, ansiosa di diventare ancora più protagonista dello scacchiere internazionale.

Si inserisce in questo gioco diplomatico la visita del patriarca Kirill. Il patriarca è stato infatti ricevuto dal presidente cinese Xi Jianping, il quale ha speso parole di grande cortesia ed amicizia. “Voi – ha detto il presidente cinese – siete il primo Patriarca di Mosca e il primo supremo capo religioso russo a visitare il nostro Paese”. E questa, ha proseguito Xi, è “una chiara manifestazione dell’alto livello e della qualità delle relazioni tra Cina e Russia”.

Un accenno alle relazioni tra gli Stati che non sono un caso. Appena due mesi fa (dal 22 al 24 marzo), Xi Jinping aveva compiuto proprio in Russia la sua prima missione all’estero da presidente della Repubblica Popolare. Al termine della visita, gli analisti avevano registrato un allineamento di Cina e Russia sui principali problemi internazionali (Siria, Iran, Corea del Nord). Ma Cina e Russia hanno anche rilanciato la cooperazione economica, e non poteva essere altrimenti dato che nel 2012 lo scambio commerciale tra i due Paesi ha superato gli 80 miliardi di dollari. Pieno accordo c’è stato anche sulla cooperazione energetica, e anche in quel caso non c’è da sorprendersi, dato che la major petrolifera russa Rosneft ha firmato con la cinese Cpc un accordo per raddoppiare le sue forniture di greggio.

In questa situazione, la Chiesa ortodossa sembra svolgere il ruolo che aveva nel XVII secolo, quando la prima comunità si impiantò in Cina. Era il 1685: Maxim Leontiev, sacerdote ortodosso, fu fatto prigioniero nell’ambito delle schermaglie russo-cinesi sulla linea del fiume Armur. Quando nel 1690 zar e imperatore trovarono un accordo, Leontiev (insieme ad altri prigionieri) decise di rimanere in Cina, come cittadino naturalizzato. Ricevette dall’imperatore in dono un tempio buddhista abbandonato come un edificio temporaneo di culto, e gli ortodossi lo chiamarono Chiesa di Hagia Sofia. Fu questo il seme della presenza ortodossa in Russia. Per molto tempo, la missione ortodossa ha adempiuto al doppio scopo di guidare il culto dei fedeli e di essere l’avamposto della relazioni politico-diplomatiche tra zar e imperatore.

D’altronde, Kirill si trova perfettamente a suo agio nel gestire le relazioni diplomatiche. Criticato in Russia perché considerato troppo vicino a Putin, c’è da dire che il patriarca  ha dato nell’ultimo anno un impulso fortissimo alla presenza internazionale della Chiesa ortodossa: il primo storico viaggio in Polonia, il recente viaggio in Terrasanta, stanno lì a dimostrare un attivismo dell’Ortodossia russa tutto teso all’espansione. E la Cina rappresenta una terra missionaria di altissimo profilo e quantità di fedeli. Per questo, al seminario di Khabarosvsk, ai confini con la Cina, viene fatto studiare ai futuri chierici il mandarino per prepararli alla missione nel Paese della Grande Muraglia.

Dove la situazione della Chiesa russo ortodossa ha dei tratti peculiari. La Rivoluzione Culturale aveva praticamente azzerato la presenza di prelati e sacerdoti, dal1965 (data dalla morte del vescovo di Shanghai Simeone) la Chiesa russo-ortodossa è rimasta senza un suo rappresentante di alto grado. Dal 1997, la Chiesa ortodossa russa ha riaffermato la sua giurisdizione in Russia, che precedentemente era stata lasciata al clero cinese.

In che modo differiscono le situazioni di Chiesa ortodossa, cristiana e protestante in Cina?

Chiesa cattolica e Chiesa protestante hanno da tempo avviato una battaglia con il governo cinese in nome della libertà religiosa. La Chiesa cattolica in Cina è perlopiù una Chiesa sotterranea, mentre la Chiesa cattolica “ufficiale” è quella filo-governativa dell’Associazione Patriottica, i cui vescovi sono ordinati dal governo cinese. Una storia di difficili rapporti, che sotto il pontificato di Benedetto XVI si sono ammorbiditi e poi resi più tesi in un lungo tira e molla che continua tutt’oggi.

Invece, la Chiesa ortodossa – che non è in Cina tra le religioni riconosciute – punta invece a registrare le sue comunità presso il governo, e si dimostrano cooperative. Eppure, la loro richiesta è stata rifiutata, senza troppe spiegazioni. La visita di Kirill mira a sbloccare anche questa situazione, anche per dare una struttura e un aiuto ai 15 mila ortodossi russi rimasti in Cina (con la rivoluzione culturale, la maggior parte di loro è emigrata).

Seguendo una precisa strategia di realpolitik, Kirill ha deciso di incontrare i responsabili e gli apparati che gestiscono la politica religiosa imposta dal governo e dal partito cinesi, riconoscendoli come interlocutori ufficiali. D’altro canto, si pensa che questa apertura da parte del governo di un Paese dove vige l’ateismo di Stato possa aprire a una nuova era per la presenza delle religioni in Cina.

Forse, una aspettativa troppo ottimista. Il cardinal Joseph Zen, a lungo arcivescovo di Hong Kong, non ha mancato di sottolineare a più riprese come una linea troppo morbida nei confronti del governo cinese rischierebbe di legittimare la politica religiosa di Pechino, e minare alle basi la lotta per la libertà religiosa portata avanti dalla Chiesa sotterranea in tutti questi anni. D’altronde, per i cinesi i capi religiosi sono equiparabili a capi di Stato, e le relazioni con le religioni – diverse a seconda dell’organismo cinese con cui si ha a che fare, e del relativo capo – sono trattate soprattutto sulla base di una convenienza politica.

Free Webcam Girls
151.11.48.50