Vaticano e USA firmano una intesa antiriciclaggio

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Santa Sede e Stati Uniti insieme per la lotta al riciclaggio. L’Autorità di Informazione Vaticana – l’autorità vaticana competente per l’informazione finanziaria e per la supervisione e regolazione delle operazioni finanziarie – ha stipulato il 7 maggio un protocollo d’intesa con il suo omologo statunitense, la FinCEN (Financial Crimes Enforcement Network). Che il Paese occidentale più influente del mondo sottoscriva una protocollo di intesa con la Santa Sede sta in qualche modo a testimoniare che il cammino verso la trasparenza della Santa Sede non solo è in atto, ma è concreto e apprezzato a livello internazionale.

René Bruelhart, presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria Vaticana, ha dichiarato che la firma del protocollo “è una chiara indicazione di come la Santa Sede e lo Stato della Città del Vaticano si assumano in modo molto serio la responsabilità di combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo e di come noi stiamo cooperando al più alto livello. Il Vaticano ha dimostrato di essere un partner credibile a livello internazionale e che si è chiaramente impegnato nello scambio d’informazioni per contrastare i fenomeni sopra ricordati”.

Quello con gli Stati Uniti è il quarto protocollo d’intesa firmato dall’AIF, dopo quelli siglati con Belgio, Slovenia e Spagna. Sono in corso trattative con gli organismi di altri venti Paesi, ed entro la fine dell’anno si prevede che si raggiungerà un accordo con la maggior parte di essi. Contemporaneamente, la Santa Sede sta portando avanti un percorso per entrare nel gruppo Egmont, la sigla che raggruppa le Unità di Informazione Finanziaria di tutto il mondo.

La notizia ha ancora più rilievo se si considera il fatto che a maggio dello scorso anno una classifica del Dipartimento di Stato USA definiva il Vaticano come uno Stato poco affidabile per quanto riguarda la trasparenza finanziaria. Una classifica che ebbe molto risalto sulla stampa, senza però considerare una dato fondamentale: quella classifica si riferiva al 2011, quando in Vaticano c’era ancora il vecchio testo della legge antiriciclaggio.

Ma poi, la legge era stata modificata, migliorata in vari aspetti (dalla distribuzione di poteri tra le diverse autorità vaticane che concorrono alla vigilanza al miglioramento delle normative di cooperazione internazionale) e così resa più aderente agli standard internazionali.

Un percorso di adeguamento costante, segno di un impegno che la Santa Sede aveva testimoniato decidendo di sottoporsi alla valutazione di MONEYVAL – il Comitato del Consiglio d’Europa che valuta l’aderenza agli standard dei Paesi membri.

Le valutazioni del Rapporto MONEYVAL – pubblicate al termine dell’assemblea plenaria di luglio 2012 – furono in linea di massima positive (9 valutazioni positive sulle 16 Raccomandazioni GAFI essenziali, risultato peraltro non molto distante da quello ottenuto dall’Italia nello stesso grado di valutazione, e cioè 11 valutazioni positive su 16). Ma  rimanevano molte questioni aperte. Tra le altre cose, il Rapporto segnalava che l’Autorità di Informazione Finanziaria era limitata nella sua capacità di scambiare informazioni con altre Unità di Informazione Finanziaria.

Lo scorso dicembre sono entrate vigore due modifiche alla normativa antiriciclaggio dello Stato della Città del Vaticano – anticipate da korazym.org . Grazie a queste modifiche, all’AIF era dato il potere di stipulare dei protocolli di intesa con analoghe autorità di altri Stati senza il nulla osta della Segreteria di Stato. In questo modo erano ulteriormente favoriti  la cooperazione e lo scambio internazionale di informazioni, un passo importante in vista dell’adesione dell’AIF al gruppo Egmont.

L’AIF ha così cominciato a tessere la sua rete internazionale, firmando protocolli di intesa per rafforzare gli sforzi nel contrastare il riciclaggio di denaro e le operazioni di finanziamento del terrorismo a livello globale.

Intanto, la Santa Sede prosegue il suo impegno con MONEYVAL. A dicembre – come da normale procedura – verrà pubblicato il “progress report” (rapporto sui progressi) di valutazione del sistema finanziario della Santa Sede. La quale ha chiesto di informare sui progressi fatti riguardo non solo le previste “core recommendations” (la raccomandazioni centrali per l’antiriciclaggio), ma anche tutti gli ambiti coperti dalle “Key Recommendations” (le raccomandazioni chiave). Una scelta di trasparenza, dalla quale si potrebbe anche presumere che sarà approvata una importante riforma sul piano legislativo e internazionale per rafforzare il sistema interno nel solco degli impegni assunti dalla Santa Sede.

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