Il rinvio a giudizio del tribunale vaticano con clamorose assenze e un pezzo assurdo sull’house organ della Santa Sede

Condividi su...

Nel postscriptum dell’articolo, poco dopo mezzogiorno [Citazione in giudizio degli imputati nell’ambito del caso 60SA. Processo al Tribunale dello Stato della Città del Vaticano inizia il 27 luglio 2021 – 3 luglio 2021] abbiamo scritto: “Non è che all’elenco mancano alcuni nomi? Per menzionarne solo uno tra altri: lo pseudo pentito Mons. Alberto Perlasca, che era indagato, non è stato rinviato a giudizio e non è imputato. Dovrebbero dire che fine hanno fatto le indagini su Perlasca, perché è stato comunicato che era indagato”.

“Nato a Como il 21 luglio 1960, Mons. Alberto Perlasca nel mese di ottobre 2003 era stato assunto presso l’Ufficio Giuridico della Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato e incorporato nel Servizio Diplomatico della Santa Sede. Da aprile 2006 fino a maggio 2008 ha lavorato nella Nunziatura Apostolica in Argentina. È poi rientrato in Segreteria di Stato presso l’Ufficio Amministrativo, del quale è stato responsabile dal mese di luglio 2009, per 10 anni, fino a quando Papa Francesco lo ha nominato Promotore di Giustizia sostituto presso il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. È stato Membro dei Consigli di Amministrazione del Fondo Pensioni, del Fondo Assistenza Sanitaria e dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; inoltre del Collegio dei revisori della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI. Ha ricoperto diversi incarichi, tra i quali Consultore della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Mons. Perlasca si è mantenuto sempre attivo nell’ambito canonico, partecipando, tra l’altro, a diverse attività accademiche”.

Poi è arrivato – 20 minuti dopo il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, alle ore 12.10 – un lungo articolo non firmato sull’house organ della Santa Sede, Vatican News [QUI]. Interessante questo fatto, per capire come viene gestita la (non)comunicazione nelle contrade sul colle vaticano. Qui si parla di un’ordinanza con una sintesi di 500 pagina, scrive Vatican News (in realtà sono esattamente 488 e vedremo chi pubblicherà questo decreto per primo…), di cui invece non abbiamo trovato traccia nella comunicazione istituzionale della Santa Sede. Ma non è una novità e meno ancora una sorpresa.

In conclusione, questa velina di Vatican News è un delirio. È un pezzo assurdo, che è stato confezionato con cura per giustificare la richiesta del rinvia a giustizia della magistratura vaticana e che anticipa un processo che dovrebbe svolgersi nella sede opportuna e non sui media. Ma Vatican News viene usato per indirizzare, per spostare l’opinione pubblica verso una direzione chiarissima. I colpevoli per Vatican News già ci sono, sono stati trovati e il caso è chiuso. Ma dai!

Vatican News finalmente parla di Mons. Alberto Perlasca, ma solo perché lo vuole scagionare da tutto il “poverino”. E per Vatican News Perlasca non c’entra nulla. Ma dai!

Questo processo – se inizierà (il Regnante può intervenire in qualsiasi momento) – sarà un procedimento che vedrà l’innocenza del Cardinale Angelo Becciu, una volta per tutte. Il nome di Becciu, ricordiamolo, non compare mai nella sentenza londinese. Ovvero, l’unica sentenza emessa da un giudice su una parte importante di questo caso 60SA. Il giudice londinese Baumgartner ha ben definito la magistratura vaticana e non l’ha certamente elogiata. Sappiamo che Becciu , se fosse stato processato, avrebbe chiesto al regnante la possibilità di essere esentato dal segreto pontificio. Ora vedremo se il regnante lascerà libero Becciu di parlare. Se Becciu parla saranno dolori per il Regnante stesso e per Parolin, che Vatican News vuole salvare a tutti i costi, in questo processo sommario fatti dalla comunicazione della Santa Sede, che comunica ciò che vuole comunicare, come quando e dove vuole. Ma dai!

Non va dimenticato che il Cardinal Segretario di Stato Pietro Parolin, il diretto superiore di Becciu, ha difeso davanti allo IOR l’affare del palazzo al numero 60 di Sloane Avenue di Londra. Quindi, non si capisce perché lui non è rinviato a giudizio e Becciu invece sì.

Come abbiamo già evidenziato, un fatto troppo strano è che per Perlasca non c’è alcuna richiesta di rinvio a giudizio. E per questo c’è una spiegazione soltanto: il regnante è già intervenuto, salvando Perlasca. Ricordiamo che il giudice londinese Baumgartner cita Perlasca e lo definisce per nulla bene. Dice che non può non sapere cosa scrive e cosa firma. Ma qui siamo nel Regno Unito. Nello Stato della Città del Vaticano, invece, Perlasca – pseudo pentito – non viene rinviato a giudizio. È un fatto davvero incredibile!

La verità parziale non è la verità

Un pentito o collaboratore di giustizia, chiunque egli sia, collabora a 360 gradi con gli inquirenti per fare piena luce su vicende poco chiare. Uno pseudo pentito è estremamente pericoloso, poiché usa le proprie conoscenze per puntare l’attenzione, con false accuse, su soggetti totalmente estranei ai fatti. Un collaboratore di giustizia ritenuto credibile collabora alla ricerca della verità, non collabora alla montatura di false accuse. Perlasca per essere ritenuto credibile e non un finto pentito, deve chiarire ogni circostanza che appare opaca. Altrimenti è solo un testimone che viene usato per seminare menzogna e calunnia.

Free Webcam Girls
151.11.48.50