La Madonna Maria Santissima delle Grazie del Real Sito di San Leucio a Caserta

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Il Re Carlo di Borbone, consigliato dal Ministro Bernardo Tanucci, pensò di inviare i giovani in Francia ad apprendere l’arte della tessitura, per poi lavorare negli stabilimenti reali. Licenziato Tanucci nel 1776, gli subentrò Domenico Caracciolo che diede grande impulso alla colonia di Caserta. Fu così costituita nel 1778, su progetto dell’architetto Francesco Collecini, una comunità nota come Real Colonia di San Leucio, basata su norme proprie. Alle maestranze locali si aggiunsero subito anche artigiani francesi, genovesi, piemontesi e messinesi che si stabilirono a San Leucio richiamati dai molti benefici di cui usufruivano gli operai delle seterie. Ai lavoratori delle seterie era, infatti, assegnata una casa all’interno della colonia, ed era, inoltre, prevista per i figli l’istruzione gratuita potendo beneficiare, difatti, della prima scuola dell’obbligo d’Italia che iniziava fin da 6 anni e che comprendeva le materie tradizionali quali la matematica, la letteratura, il catechismo, la geografia, l’economia domestica per le donne e gli esercizi ginnici per i maschi. I figli erano ammessi al lavoro a 15 anni, con turni regolari per tutti, ma con un orario ridotto rispetto al resto d’Europa. Le abitazioni furono progettate tenendo presente tutte le regole urbanistiche dell’epoca, per far sì che durassero nel tempo (abitate tuttora) e fin dall’inizio furono dotate di acqua corrente e servizi igienici.

Santa Maria delle Grazie a Vaccheria.

Fino a pochi anni fa, seguendo la tradizione borbonica, la statua della Madonna delle Grazie veniva venerata e portata in processione nel territorio dalle due comunità di Vaccheria e di San Leucio a Caserta. Con decreto del Vescovo Bartolomeo Mangino dell’8 settembre 1953, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Vaccheria fu distaccata dalla Parrocchia di San Leucio. I festeggiamenti fino ad allora terminavano in modo solenne a Vaccheria il 2 luglio, giorno dedicato alla Madonna. Questa tradizione venne interrotta nel 1961 con la donazione della sorella del parroco di San Leucio Don Oreste Padula, Clamira Padula vedova Giannattasio, di una statua della Madonna simile a quella di Vaccheria. Da allora, per evitare la sovrapposizione dei festeggiamenti, a San Leucio si anticipa di un giorno la processione. La statua è in legno policromo, alta 150 cm, eseguito dallo scultore di Napoli S. Gregorio Armeno, Antonio Lebro.

Il quartiere Vaccheria nacque nel 1773 per volere del Re Ferdinando IV di Borbone e prese il nome dagli allevamenti dei bovini provenienti dalla Sardegna. Si sviluppo ai piedi del Casino Reale e vide la presenza anche delle canetterie, che ospitavano i fedeli compagni di caccia del sovrano. Il Casino Reale, ora detto Casino Vecchio, era nient’altro che una masseria di campagna su tre livelli a pianta rettangolare. Al suo interno era presente una piccola cappella dedicata a San Leucio, che fino alla fine del Settecento fu l’unico luogo di culto accessibile alla comunità. Con la crescita del quartiere si fece necessaria la costruzione di una vera e propria chiesa capace di ospitare l’intera popolazione.

Re Ferdinando IV di Borbone.

Il Re Ferdinando IV di Borbone era particolarmente devoto alla Santissima Vergine delle Grazie tanto da tenere gelosamente custodito presso di sé un piccolo quadro di ottima fattura che ritraeva la Madonna a lui tanto cara. Quando intese far realizzare da Francesco Collecini una nuova chiesa per le famiglie che risiedevano in località Vaccheria, il sovrano non ebbe dubbi: il tempio fu dedicato a Maria Santissima delle Grazie. Questa nuova costruzione doveva offrire un novello impulso, non solo religioso, allo sviluppo della colonia fondata da Ferdinando IV, secondo quel disegno che voleva San Leucio fulcro di quell’esperimento socio-economico che trovava concreti riscontri nell’attività promossa all’ombra del Belvedere. Ecco perché fu festa grande quel 2 luglio 1805 quando, con giubilo e solennità, fu inaugurata la Chiesa della Madonna delle Grazie in Vaccheria, coadiutrice della Real Parrocchia di San Ferdinando Re.

Non solo i leuciani accorsero per visitare la fiera che si allestì per otto giorni nella piazza della Vaccheria e per ascoltare il concerto diretto per l’occasione dal Paisiello, Ferdinando IV tenne ad impartire precise istruzioni anche per quanto riguardava l’aspetto prettamente religioso della festa: il piccolo quadro della Madonna e del Cristo incastonato in una raffigurazione più grande posta sull’altare maggiore della Chiesa, doveva essere infatti portato in processione. Successivamente fu l’immagine lignea della Madonna ad essere venerata dai fedeli nel corteo religioso.

Sono trascorsi più di due secoli da quell’avvenimento che segnò un’altra fase di quel processo innovativo iniziato nel Belvedere nel 1773, ma il desiderio delle operose genti leuciane di rinnovare il senso più autentico e profondo di questa festività resta oggi inalterato nel tempo, quasi a voler sottolineare l’essenza della tradizione storica.

È questa una festa particolarmente coinvolgente, occasione propizia per calarsi negli usi, nei costumi e nella tradizione, anche folcroristica, di un borgo che continua a vivere intensamente il suo passato, valorizzandolo e proiettandolo in un domani ricco di aspettative.

Supplica alla Madonna delle Grazie

O Celeste Tesoriera di tutte le grazie, Madre di Dio e Madre mia Maria, poiché sei la Figlia Primogenita dell’Eterno Padre e tieni in mano la Sua onnipotenza, muoviti a pietà dell’anima mia e concedimi la grazia di cui fervidamente Ti supplico.

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen.

O Misericordiosa Dispensatrice delle grazie divine, Maria Santissima, Tu che sei la Madre dell’Eterno Verbo Incarnato, il quale Ti ha coronato della Sua immensa sapienza, considera la grandezza del mio dolore e concedimi la grazia di cui ho tanto bisogno.

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen.

O Amorosissima Dispensatrice delle grazie divine, Immacolata Sposa dell’Eterno Spirito Santo, Maria Santissima, Tu che da Lui hai ricevuto un cuore che si muove a pietà delle umane sventure e non può resistere senza consolare chi soffre, muoviti a pietà dell’anima mia e concedimi la grazia che io aspetto con piena fiducia della Tua immensa bontà.

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen.

Sì sì, o Madre mia, Tesoriera di tutte le grazie, Rifugio dei poveri peccatori, Consolatrice degli afflitti, Speranza di chi dispera e Aiuto potentissimo dei cristiani, io ripongo in Te ogni mia fiducia e sono sicuro che mi otterrai da Gesù la grazia che tanto desidero, qualora sia per il bene dell’anima mia.

Salve, Regina,
madre di misericordia,
vita, dolcezza e speranza nostra, salve.
A te ricorriamo,
esuli figli di Eva;
a te sospiriamo, gementi e
piangenti in questa valle di lacrime.
Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi
tuoi misericordiosi.
E mostraci, dopo questo esilio, Gesù,
il frutto benedetto del tuo Seno.
O clemente, o pia,
o dolce Vergine Maria!

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